martedì 1 aprile 2014

DILETTANTI ALLO SBARAGLIO




 Carlo Biancheri

L’amato Manzoni scriveva  I Promessi sposi per i suoi venticinque lettori. Anche noi ci rivolgiamo a quei pochi che vogliano comprendere i concetti sottostanti ad un tentativo di analisi di una realtà  complessa e difficile da discernere. Lo confessiamo: siamo atterriti dal chiasso di chi si impanca, oggi, a maestro; la confusione attuale non è di certo quel E questa sera si recita a soggetto… di Pirandello, che riflette sul senso/non senso dell’esistere; si tratta, invece, di mero chiasso da osteria, confusione mentale per cui si dice: sarò “circonciso” e “coinciso” quando si deve dire “conciso”…
La premessa è che la situazione politica attuale è frutto di incultura e pavidità e purtroppo corruzione di molti, a cominciare dalla generazione che ha preceduto l’attuale. Diversamente dal Veltroni, non crediamo che  Berlinguer, rispettabile persona, oggetto di un attentato a Sofia  da parte del più fedele alleato dell’URSS, Zhivkov, in ragione delle sue posizioni ‘eretiche’, dopo esser stato con lui a Varna sul Mar Nero, fosse quel gigante politico, divenuto ora un mito. Si muoveva all’interno di una lettura gramsciana di Marx che non ripudiava affatto i sacri testi e la dialettica delle classi col ruolo salvifico del proletariato che, nel farsi della storia, avrebbe portato alla fase della libertà dal capitale. Emblematica al riguardo fu la totale censura del PCI dell’epoca sull’attentato (1973), per ragion di… partito: in Italia non si scrisse nulla, silenzio totale. Ancor oggi il Veltroni sostiene che non si era sicuri che si trattasse di attentato... Qualcuno ha forse scritto che Berlinguer si fece dimettere dall’ospedale a Sofia dove era ricoverato dopo poche ore dall’incidente stradale, diciamo così…, sulla via dell’aeroporto, chiusa al traffico…, dove un camion militare faceva manovre…? Morì un vice-primo ministro che accompagnava Berlinguer e che era in disgrazia con Zhivkov e morì anche l’interprete. La macchina non cadde dal ponte di un cavalcavia solo perché sbatté contro il palo della luce che ancora esiste... Berlinguer chiese al governo, di cui non faceva parte, di riportarlo immediatamente in Italia (tanta fiducia aveva negli ospiti…) e questo avvenne con un aereo dell’aeronautica militare… Ricordo nel 2009/2010 la stampa bulgara raccontare apertamente tutto ciò e noi, ancora adesso, stentiamo a dire le cose come stanno. Forse perché la verità è rivoluzionaria, come diceva Pajetta?
Queste sono le premesse e questi sono gli istruttori di tanti conduttori/divulgatori (i più istruiti…) che ci dovrebbero aiutare a capire che succede.
Ci concentriamo su pochi punti.
Il presidente del Consiglio in carica, già sindaco di Firenze, segretario del Pd, a nostro debol parere, vuol smuovere una situazione  fossilizzata da moltissimi anni di malaffare, iniziato ben prima di Mani pulite e forse da sempre presente nella storia d’ Italia. La commistione di tanti anni, specie nell’ultimo trentennio, tra malavita e molti settori politici, la spartizione della “torta” tra appartenenze, hanno bloccato il sistema e trasformato la politica stessa in mestiere, costosissimo per la comunità, scoraggiando chi avrebbe voluto occuparsi del bene comune, disinteressatamente. In politica si entrava per affiliazione, appartenenza a certi gruppi…, a condizione di divenire un beta, ben inteso. La Chiesa, duce Ruini, che in passato aveva svolto importanti ruoli di supplenza, si è avviluppata in una lotta per il mantenimento di privilegi, appoggiando i più alieni dalla propria tradizione di pensiero e dottrina come il Berlusconi: una caduta di tensione impressionante che contrasta e stride con l’operare dell’attuale papa. A ciò si aggiunga l’affossamento del Concilio Vaticano II, pastorale…, con l’ appoggio a movimenti tradizionalisti, in senso deteriore, come certi settori dell’ Opus Dei o  Comunione e Liberazione. Maritain lo aveva previsto, profeticamente, quando scriveva ne Le paysan de la Garonne di un tempo a venire caratterizzato da due gruppi contrapposti nella Chiesa: “i montoni di Panurgo” che si buttano in fila nel burrone, i progressisti…, “i ruminanti della Santa Alleanza”  tra scettro ed altare! Altro che maestri come Chenu o Congar… L’incultura della Chiesa la paghiamo oggi: i giovani preti sono digiuni teologicamente; non distinguono tra una teoria luterana e una cattolica: salvezza per grazia o libero arbitrio, simul iustus et peccator, rifiuto della Tradizione a vantaggio della libera lettura della Scrittura, tutti concetti semisconosciuti, come il senso di colpa, del resto, perché non c’è più peccato. Aveva ragione Nietzsche, con il suo Al di là del bene e del male? La realtà è più complessa e non pare che il mondo che sta sotto cieli vuoti sia pieno di ‘allegroni’…, piuttosto vediamo soggetti caratterizzati da cupio dissolvi… Anche gli industriali ci paiono speculari ai sindacati: tutelano e hanno tutelato interessi di parte, senza preoccuparsi minimamente del destino generale. La liberalizzazione mondiale del commercio e dei capitali, senza controlli seri, da loro tanto sostenuta, è stata un disastro umano ed economico per molti...: ha consentito, in primis, ‘arbitraggi regolamentari’; pochi lo sanno e capiscono di che si tratti, sebbene abbia conseguenze rilevantissime su noi tutti.
Allora ha ragione Renzi? Per incominciare bisognerebbe spiegargli che nessuno gli chiede di cambiare l’Italia: è forse un seguace della teoria dello Stato etico? Il suo compito è di proporre qualcosa, anche di ardito, e verificare se ha il sostegno necessario, ma con metodo democratico e guardandosi da quelli di un Lorenzo il Magnifico che, secondo il Savonarola, usava qualsiasi strumento per comprare gli avversari con donne e denaro e, se non gli riusciva, cercava di corrompere i figli. Controllava tutti il Magnifico, scegliendo anche i cuochi e non sceglieva i migliori perché sarebbero divenuti autonomi da lui! Ergo, non basta il cambiamento occorre soprattutto il contenuto che, per esempio, in materia di riforma elettorale col rifiuto delle preferenze è pessimo mentre l’abolizione del Senato è pasticciata. Guai a rifarsi all’esempio di una vera Repubblica federale come quella tedesca: credete voi che ci sia molto in comune tra un bavarese ed un sassone? Forse soltanto il disprezzo per noi meridionali…, tra i più.. Quindi che il nostro Senato somigli al Bundesrat perché ci siederà Maroni, Zaia o Marino e compagnia cantante fa ridere i polli, a nostro sommesso avviso. Per non parlare del Conseil Constitutionnel francese che opera in un contesto amministrativo che parte dagli arrondissements e dai prefetti ed opera in modo diversissimo dal nostro. Sarei cauto con gli esempi che sentiamo strombazzare…
Il giovane Renzi fa bene a provare, ma un po’ di umiltà e di approfondimento che non sia quello del medico onnisciente che gli sta accanto, non guasterebbe. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi, si diceva in questo Paese…
Ma che dicono gli avversari?
Usciamo dall’Euro. Bravi. Con ciò intendendo che nell’Europa del Mercato interno ci continueremo a stare, secondo loro… Non parliamo ai conduttori di talk shows perché si tratta di argomenti all’evidenza complessi per loro, in quanto non lasciano mai che si approfondisca la questione: siamo condannati a dire in un minuto uno slogan che equivale a sciocchezza. Basterebbe una infarinatura della costruzione europea per capire che un’uscita dell’Italia dalla moneta unica provocherebbe uno sconvolgimento che rimetterebbe in discussione le regole del Mercato interno e quindi la libera circolazione di beni e servizi oltreché di persone. L’uscita dall’Euro, come giustamente ha ricordato Prodi su “La Repubblica”, porterebbe immediatamente una svalutazione della moneta del 30/40% con il debito che si continua a pagare in Euro (!) e se lo consolidiamo, cioè lo ristrutturiamo, chi ci darà i soldi per comprare le nuove emissioni di BTP in lire e a quale tasso d’interesse? E le pensioni e gli stipendi del settore pubblico come si pagheranno? I soldi in cassa non sono sufficienti a pagare debito e salari e pensioni, ad un tempo. Facciamo una patrimoniale? Nazionalizziamo i beni di produzione? Espropriamo? E poi? E poi? Facciamo uno Stato socialista o un regime tipo quello del defunto Chaves? E le importazioni le paghiamo con una moneta svalutata del 30 o del 40%? Cosa compriamo? Un litro di latte! È vero che l’Euro è stato fatto in modo ‘illuministico’, male, malissimo, ma l’alternativa per noi sarebbe stata demenziale. Avevamo un’inflazione superiore al 20%, qualcuno se ne ricorda? E l’Argentina? Il grande esempio… che tasso d’inflazione mensile ha adesso? Perché la gente parla di quel che non conosce? Non credo che la lira sia competitiva, ha detto Schulz, Presidente del Parlamento europeo, e ha ragione da vendere in un regime di liberalizzazione di movimenti di capitale. Aboliamo l’Euro, svalutiamo solo del 40% e torneremo a crescere: sì, come a Weimar… questo diceva qualcuno dal Veneto discendente di quelli che emigrarono per  miseria, financo a Latina (!) nel secolo scorso. E allora dobbiamo subire tutto? Diremmo di no: come sempre nella vita se c’è un pensiero ed una proposta seri (che costa fatica, però…) alla fine… si fanno strada; non è forse Aristotele a sostenere che l’errore è incomprensibile?
Ai nostri venticinque lettori chiediamo vigilanza e di rifiutare il mendacio e l’irrazionale corrente. Noi crediamo, come dice Aristotele, che la negazione implica l'affermazione di una realtà diversa e questa dobbiamo esigere dai politici: altro che la riapertura delle case chiuse!

Post scriptum: apprendiamo con raccapriccio che alla messa del papa c’erano rappresentanti di tutte le forze politiche, grillini inclusi. Siamo atterriti: mettere insieme la credenza sull’esistenza delle sirene, il pianeta Gaia e il Signore ‘poverello’ di cui parla Francesco ‘piccolino’ ci turba.


lunedì 31 marzo 2014

RIFORMA del SENATO

Perché in questo blog AMICUS PLATO non discutete della riforma del Senato? A me sembra una questione molto importante, perché cambia uno dei pilastri della democrazia, riducendone le competenze e variando completamente la composizione. Il cambiamento della composizione mi pare motivato solo dal risparmio, non da ragioni di opportunità politica. Questo tanto sbandierato risparmio mi pare che sia una tattica propagandistica di Renzi, che ha assunto questi toni piuttosto demagogici, come il dire che finora i sacrifici li hanno fatti i cittadini, ora devono farli i politici, frase ad effetto che nella sostanza non regge, in quanto perde significato per la disparità numerica e per il fatto che i politici sono sempre e comunque ben pagati. Il fatto poi che si dica che i 148 che entreranno a far parte del Senato non determineranno costi, credo che si rivelerà non vero, in quanto i presidenti di regione, i sindaci sono già pagati ma per le funzioni che attualmente svolgono, assumendo una funzione aggiuntiva si aumenteranno senz'altro le indennità e poi avranno indennità di trasferta, ecc. ecc. Credo quindi che avremo una riduzione di partecipazione democratica e pochissimo risparmio reale; questa riforma, a mio giudizio, serve solo a Renzi, in vista delle prossime elezioni europee, per sollevare un gran polverone e buttare fumo di demagogia negli occhi della gente.

Federico Mannini 

sabato 15 febbraio 2014

IL MALESSERE

Non mi siete mai sembrati tra gli entusiasti di Renzi, ma ora mi pare che siate ammutoliti! Forse per il modo che ha usato per far fuori Letta (scontro tra pisani e fiorentini?) e imporre al Capo dello Stato di conferirgli l’incarico di Primo Ministro che, mi pare, non abbia storicamente precedenti se non in Mussolini dopo la Marcia su Roma! Non c’è che dire! A questo punto potremmo anche abolire del tutto il Parlamento, così riduciamo ancora di più le spese. Chi vuole si fa avanti, si propone, lo si mette alla prova, se ci riesce bene, altrimenti cosa ne facciamo? magari gli diamo l’ostracismo e lo mandiamo a cerca fortuna altrove. Ma forse invece siete ammutoliti di fronte alle prospettive che si stanno delineando, cioè che la tanto conclamata “rottamazione” da cui è partito Renzi, altro non sia che una ben precisa prospettiva per portare Prodi al Quirinale, riuscendo finalmente a neutralizzare D’Alema, e che i “rottamati” vengano sostituiti con personaggi davvero nuovissimi, come i Franceschini, gli Alfani, i Flick, ecc. ecc. nel solito gioco del “togliti di mezzo che mi ci metto io!”. Non c’è che da restare senza parole e soprattutto senza speranze!! Paolo Bottoni ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Risponde Carlo Biancheri Anni fa La nausea di Sartre o più modestamente La Noia di Moravia, dopo un grande tragico come Camus che manifestava una sorta di estraneità alla vita (L’étranger) ma anche la nostalgia di un tempo ‘diverso’ in L’été à Tipasa …, avevano marcato una generazione ed erano indice della stanchezza di vivere. Cosa troviamo oggi? Tecnica, vitalismo, immaturità e incertezza sul proprio futuro: mancanza di una identità che non sia un mero edonismo narcisista che vive l’attimo, l’istante. Leggiamo oggi su “La Repubblica” che al Ministero della Pubblica ‘distruzione’…(?) stanno pensando di ridurre a due anni lo studio della Filosofia nel Liceo classico: i proponenti sono certo gente di alto spessore umano, allevatori di ‘beta’ che produrranno sfracelli. Questi soggetti, privi, all’evidenza, di basi culturali serie, ignorano cosa sia la Filosofia: lo stupore dinanzi alle cose, dice Aristotele…, la ricerca delle cause, le ragioni… Che impatto politico ha questo? Devastante. Saremo affidati a gente che non conosce il valore di un sillogismo e che metterà certo sullo stesso piano quel che è vero e quel che è falso: ciò che conta è il risultato, l’affermazione dell’io… Già, ma cos’è l’io? Oggi un energumeno di 5S minacciava quasi… una cronista perché gli aveva detto che Grillo come Berlusconi sono due pregiudicati: ’ma vuoi mettere la differenza di uno che è condannato per omicidio colposo con…’. Guidiamo la macchina in molti e la vita degli altri ci è affidata; non mi sembra di poco conto uccidere per colpa (che non è lieve…) un’altra persona… Umanamente l’autore appare perlomeno un irresponsabile se non una ‘leggera’, come si dice a Genova, che vuol dire inconsistente… E che dire di uno che vuol rivoltare l’Italia come un calzino e che se fosse per lui sarebbe meglio andare al voto ma per il Paese è meglio di no…? Come se si trattasse di un giuoco… Non illudiamoci: la classe politica non è molto diversa da chi li vota. Però è caratterizzata da un massimo comun divisore: astuzia, apparenza e … chi se ne frega della sostanza dei problemi…, anzi la parola ‘sostanza’ dopo il ‘paranoico’ Kant va abolita. Il governo di Letta era chiaramente di nomenclatura con ministri scelti senza serietà. Non basta uscire dalla Banca d’Italia e conoscere la politica monetaria per esser un buon ministro dell’Economia. E un avvocato padovano al Ministero dello sviluppo, cioè l’industria? E il Ministro dell’interno, l’impettito attor giovine, quello del caso Shalabayeva? Il Ministro del lavoro già esperto di statistiche, tamquam non esset … Per tutti da ultimo la nomina governativa di un ex Commissario Consob del giro Bazoli, cattolici di professione come li chiamiamo noi…, come Commissario INPS. Ma perché? Con che competenze per ricoprire quella carica? Anche a livello internazionale il giovine Letta era pago dei sorrisi e pacche sulle spalle, ma … la politica internazionale vuol dire alleanze per diventare determinanti in certe posizioni, in certe scelte: in una parola essere ascoltati… quando si decide, non quando si prende il caffè. Incapace di scegliere coi ‘vedremo, faremo…’: andava cambiato, anche in fretta perché il Paese sta male. Ma è un cambio quel che ci aspetta? Soprattutto verso il meglio? «E il modo ancor m’offende…», direbbe Dante… Capiamo che ‘Superbone’(ricordate quel personaggio dei fumetti, dove i protagonisti erano tutti bambini?) ha dietro ‘potenti mani’ che lo teleguidano e gli propongono certe ipotesi, tuttavia, tradotte da lui che non ha una formazione seria ma solo astuzia e impudenza toscana, non diremo fiorentina, ma della provincia, che è altra cosa…, si rivelano un pasticcio, come quello della legge elettorale di cui abbiamo trattato in questo blog. Certamente la direzione Pd sembrava una riunione di sezione del vecchio Pci… nei metodi, intendiamo. Esitiamo, però, a rigirare il coltello nella piaga perché non vogliamo render un servizio ai lestofanti, pregiudicati o agli acchiappanuvole dell’estrema sinistra o ai facinorosi della destra. Vogliamo però capire quel che è avvenuto. Certo questo Pd è la mirabile sintesi di una eredità di gente formata alla scuola stalinista della disciplina di partito, anche di letture gramsciane che restano sempre nell’alveo marxista, di matrice hegeliana, con l’aggravante dell’influenza dell’idealismo italico! Insieme a questi ci sono i ‘democratici’ di stampo americano da rivista “Ombre rosse” che scambiano sempre il reale col loro sogno di intellettuali alla Kundera e che si confrontano soltanto con se stessi: in una parola, incapaci di alterità. Poi gli ex DC di sinistra che di La Pira non hanno avuto di certo la cultura tomistica, né quella di Don Milani. Non basta avere un padre partigiano se poi non si ha alcuna competenza su quel che si discute. Tra i gravissimi problemi che ci sovrastano segnaliamo leggi fatte con i piedi, molte volte inapplicabili, oltre che troppe. La giustizia non funziona anche per questo… E di chi è la colpa? Non si sa! L’abbiamo già detto che i giovanotti e le signorine di Grillo nella loro incompetenza peggiorano le leggi: è sufficiente ascoltare i loro emendamenti in Parlamento nelle dirette, ma gli altri non sono, salvo eccezioni, molto più preparati. La politica è, come dice il papa Francesco, una cosa seria perché deve attuare il bene comune. Ma se l’affidiamo a puttanieri, narcisisti, esperti di bondage, malavitosi, appartenenti alle sette, dove finiamo? I nomi che circolano per il governo Renzi sono catastrofici. Prendiamo la Reichlin all’Economia. Non è una dea, dà corsi, come tantissimi professori stranieri, alla London School of Economics, quella da dove è stato cacciato per gli imbrogli col figlio di Gheddafi, Sir Howard Davies, Presidente, già responsabile della Financial Services Authority, ora abolita dopo il fallimento di quasi tutte le banche inglesi, durante la crisi: non c’era alcun controllo. E’ candidata come vice-governatore alla Bank of England dove il governatore è canadese(!). Non c’è un posto unico di vice-governatore alla Bank of England, sono diversi. Fino a poco tempo fa figurava, tra gli altri, un discendente di Muzio Clementi…, di nome Clementi, appunto, ma inglese da oltre cento anni di famiglia. Si trattava di un grande Ufficio Studi; dopo la ‘caduta’ del sistema bancario inglese alla Bank of England sono state attribuite competenze di vigilanza sugli intermediari finanziari. Resta, tuttavia, un centro di alta ricerca economica… E’ sufficiente che uno sia ricercatore per divenire Ministro? Per giunta la Sig.ra, macroeconomista, conosce poco i mercati finanziari e in questo frangente non sembra molto appropriato, dovendo collocare il debito italiano…, che il Ministro dell’Economia non sia esperto del mercato mobiliare, cioè della microeconomia. Oppure la parlamentare genovese Pinotti, Ministro della Difesa? Ma scherziamo? I posti si distribuiscono così: cosa ti piacerebbe fare? Così il Ministro per le riforme in pectore che competenze ha? O Vietti alla Giustizia, l’autore come Sottosegratario di una riforma pasticciata del diritto societario? O lo scrittore Baricco? Scrivere e fare il Ministro nella testa di Renzi è tutt’uno? Normalmente gli uomini di governo italiani nelle sedi internazionali si comportano da pulcini, anche per le difficoltà della lingua, salvo eccezioni. In Consiglio UE parlano in italiano, ma gli interpreti traducono dall’italiano fischi per fiaschi, per cui spesso non si capisce quel che dicono e si lascia correre… Quando si arrabbiano è pure peggio perché intervengono fuori contesto, senza conoscere bene i dossiers e quindi il resto dei colleghi li ignorano… I successi troppo spesso sono su questioni marginali… Tutti parlano inglese che è il presupposto e loro si sentono dire: il tuo inglese è molto migliorato! Pensate che Superbone, esperto del riordino delle Cascine farà cambiare idea alla Merkel, a Hollande, a Cameron sulla politica economica? In quattro e quattr’otto? Prima di imparare il contesto internazionale occorrono anni: nel frattempo noi che facciamo? Crediamo che le varie consorterie, appartenenze di questo disordinato paese, non riescano mai ad arrivare a buon fine, anche per supponenza. Le persone vengono scelte tra quelle di appartenenza: degli affiliati. Si restringe il numero e, ahimè, la scelta è spesso pessima: vedremo ora con le nomine negli enti pubblici. Per cambiare ci vuole un’altra moralità nella gente che poi lo esigerà dai politici... Letta ha lasciato con dignità, ma noi abbiamo l’impressione di vivere in un paese, come dice Aristotele, dove sono tutti stolti e i savi vengono reputati stolti dagli altri! Carlo Biancheri

martedì 4 febbraio 2014

SCHIAFFI e PUGNI Rosa Elisa Giangoia

Purtroppo la politica ha imboccato una strada nuova, e brutta. L’opposizione, incapace di confronto dialettico e a corto di risorse argomentative, ha scelto l’insulto, favorita dalle possibilità di visibilità offerte dalla rete, in particolare di twitter, che rischia di diventare la vera piazza di scontro (più che di confronto) in quanto lì si creano situazione che rimbalzano poi dovunque dal parlamento alle TV. L’insulto politico è uno schiaffo, un pugno metaforico, uno schiaffo a parole con cui si colpisce nel silenzio e nella lontananza della rete, nella solitudine della propria postazione individuale, sapendo di poter arrivare lontano, ovunque: a dettarlo è soprattutto il proprio desiderio di onnipotenza. Lo schiaffo ed il pugno ci riportano alla loro esaltazione nel Manifesto del Futurismo , travasatasi poi operativamente nel Fascismo... Naturalmente si sa che questo schiaffo mediatico è male, ma si sa anche che quando è stato dato poi non lo toglie più nessuno. E’ quell’antica distorta saggezza popolare, stigmatizzata anche dal Manzoni che fa dire ad Agnese per suffragare la sua proposta di matrimonio per sorpresa:« Ecco; è come lasciar andare un pugno a un cristiano. Non istà bene; ma, dato che gliel abbiate, nè anche il papa non glielo può levare.» (cap.VI) Che l’offesa, l’insulto una volta lanciati in qualche modo restino, lo sanno bene questi nostri squallidi politici, che subito dopo iniziano, in un ridicolo “gioco delle parti”, la sceneggiata delle scuse. E’ chiaro che nell’ottica dell’algoritmo applicato al rapporto tra significante e significato da De Saussure, in questo caso la parola “scusa” è un significante quanto mai privo di significato, ovviamente in primo luogo per il fatto che manca da parte dell’emittente la volontà di caricarlo di significato. Questo è solo uno dei comportamenti che indicano, soprattutto in una parte politica, la vacuità del linguaggio, un linguaggio che diventa per dirla con Nietzsche, “al di là del bene e del male”. Il depauperamento linguistico è massimo, in particolare se noi pensiamo al valore salvifico che ha avuto, soprattutto nella tradizione cristiana, la parola. Ma perché si è perso il valore della parola? Perché non c’è più un valore fondante, assoluto con cui confrontarsi, per cui la parola dell’uno vale quanto quella dell’altro, si possono dire cose tremende e poi si crede che sia sufficiente aggiungere un banale “oh!scusa!”, come se si trattasse di una semplice spinta sull’autobus e tutto finisce lì. Tutto questo deriva anche dal fatto che non si misurano più le conseguenze, non si valuta l’impatto delle proprie azioni sugli altri, tanto meno in una prospettiva escatologica, quella ben raffigurata da Dante nell’Inferno e da Bosch nei suoi dipinti. E' stata infranta la catena consequenziale della necessità di esercitare prima la facoltà mentale della comprensione di un evento discernendolo nei suoi caratteri essenziali, grazie al nòus, l'intelletto, di cui parla Aristotele nell'Etica Nicomachea che diventa per l'uomo il fondamento della propria responsabilità, per cui se si sbaglia occorre rivedere il proprio comportamento in modo completo e radicale, per mettere in atto quella metànoia che permette un superamento del proprio errore attraverso il cambiamento completo, ben lontano dal semplicistico e banale scusarsi! Ben ha rappresentato quest'itinerario Dante nel suo poema con l'espediente della pena per contrappasso che riequilibra il comportamento individuale scorretto. Ma la catena della consequenzialità logica viene sempre più travolta dalla superficialità e dalla mancanza di responsabilità, perché il parametro ormai, per molti, è solo il benessere individuale, la performance personale, l’esibizione che soddisfi il proprio narcisismo. Narcisismo che si coniuga con menzogna gridata, spiattellata per difendere sé stessi. Così sentiamo ripetere ossessivamente da faccine pulite in televisione che alle banche sono stati regalati 7,5 miliardi di Euro e non è vero (ne abbiamo trattato altrove in questo blog,) ma non importa: quel che conta è colpire. Gutta cavat lapidem. Perché la menzogna la fa da padrona? Perché non c’è rispetto per le cose, per la realtà: siamo di fronte ad un esse est percipi per la plebe, casereccio. Essere in ultima analisi è vincere/convincere.

giovedì 30 gennaio 2014

I GUERRIERI DEL COMICO Carlo Biancheri

Siamo alle comiche, ma violente. Alla Camera abbiamo sentito un energumeno di quelli che noi associamo a Scientology, per la credenza nel pianeta Gaia e per i comportamenti da setta, gridare che gli italiani sono affamati per colpa degli altri parlamentari che quindi meritano le sue prepotenze e violenze. Il comico poi giura che non c'è più democrazia e che i suoi beta sono la nuova resistenza. Qual è la filosofia? Ho ragione io e vi impongo i miei convincimenti! Non si scherza col fuoco e i votanti con senno debbono stare bene attenti a chi votano. Due considerazioni: l'onestà è un presupposto ma non basta per essere eletti. Occorrono competenza, equilibrio e intelligenza. Tutti requisiti che gli incolti esperti di bondage, quello sì lo conoscono, non posseggono. Quale che sia la loro ideologia la loro proposta è una pagliacciata: gravissimo che certa sinistra abbia loro dato credito. Soprattutto la negazione suppone l'affermazione di una realtà diversa che qui non c'è. La separazione della fase della pars destruens e della pars construens ha sempre portato a disastri. Guidati da un comico, poi...