Carlo Biancheri
La Presidente del Consiglio, che faceva la moderata, si è schierata a favore del piano americano/russo – possibilmente da emendare - a scapito di un piano europeo per por fine alla tremenda guerra di aggressione in Ucraina, scatenata dal capo del Cremlino e dalla sua banda. Questo piano redatto da quell’immobiliarista amico del Presidente statunitense, pregiudicato -in quanto condannato penalmente – più volte bancarottiere, utilizzando il famoso Capitolo 13, difensore della famiglia – ne ha più d’una- e al contempo amico e frequentatore di tal pedofilo Epstein, ‘suicidato’… per prudenza in carcere, in realtà dettato dall’inviato di Putin, sotto sanzioni dal Governo americano, ma tranquillamente recatosi in quel postaccio che è la Florida che solo gli americani possono considerare bella. Alcune frasi del piano, secondo la stampa americana, non stanno in piedi in inglese e sono chiaramente una traduzione pedissequa dal russo. L’Ucraina, che si difende eroicamente dall’aggressione, è punita, depredata e deve finire sotto tutela di russi, in primis, e americani che, sulla testa dell’Europa su cui ricade tutto il costo economico del piano, si spartiscono i profitti.
In altra parte di questo blog citavamo quattro anni fa la favola del lupo e dell’agnello: ’mi sporchi l’acqua’, ’hai parlato male di me’, ’tuo padre ha parlato male di me’ e si sa come andò a finire.
La logica è la stessa. Dove sono quelli che in questo paese, pieno di sciocchi o peggio, sostenevano che la Russia, poveretta, andava capita perché nel Donbass i russi erano discriminati e gli Ucraini erano nazisti? Addirittura ci fu chi parlò della NATO che abbaiava ai confini della Russia che, poveretta…, ha dovuto, in prosieguo, radere al suolo città, perpetrare stragi di civili inermi come quella di Bucha, bombardare la popolazione, in spregio a tutti gli accordi internazionali, stuprare, rapire bambini dalle famiglie per educarli al socialismo e al nazionalismo russo, come faceva peraltro Castro con i bambini africani che per 15 anni partivano per Cuba, strappati alle famiglie, e poi tornavano indottrinati nel loro paese o Pol Pot o gli islamisti in Africa con i bambini soldato.
Quindi la Meloni, che in tutte le circostanze in cui si prendono decisioni di rilievo da questa parte dell’Atlantico appare in secondo piano – pensiamo ai volenterosi: Francia, Germania Regno Unito, Polonia ed altri- adesso è chiaramente come la quinta colonna del famigerato Trump in Europa. Questo soggetto, il Presidente americano, è nemico dell’Europa e la Meloni può fare tutte le moine che vuole ma non lo smuove. È un affarista (soprattutto per gli affari di famiglia con le criptovalute, in perfetto conflitto di interessi con il suo ruolo) che considera l’Europa irrilevante rispetto a potenze come la Cina e l’Asia in generale e la Russia, spopolata ma ricca di minerali e… di bombe atomiche.
Principi non ne ha, come neanche Mussolini e i fascisti o i comunisti osservanti, e non è interessato alla tutela dei deboli e men che meno alla giustizia. Del resto nel suo paese la gente gira armata e se uno entra nella proprietà altrui, anche per sbaglio, e il proprietario gli dice ‘freeze’ (fermati) e quello si muove, gli spara a distanza e lo ammazza ma non succede nulla.
Chiaramente c’è un’accelerazione storica e bisogna rassegnarsi a difenderci da soli. Lo zio Sam non c’è più, se mai c’è stato dopo gli anni Sessanta. Anzi c’è un’America quasi ostile, di certo disinteressata al nostro destino. C’è il mare di mezzo.
Si capisce che all’interno della coalizione italiana si vada ora d’accordo: il Ministro da bar Sport di Milano Rogoredo è da un pezzo che vuole che gli Ucraini non rompano più le scatole: cuore d’oro! La Signora che porta la Garbatella in giro per il mondo difende la linea antieuropea di Trump. Per l’Europa non c’è nulla da negoziare bisogna sapere che il free lunch (pasto gratis) è finito. Principio di realtà e Calderòn de la Barca si sbagliava di grosso con la vita è sogno.
Invece di fare la Machiavelli all’amatriciana o Tartufo, aiuterebbe di più gli italiani se facesse un discorso di dignità come quello di Zelenski, l’altro giorno, che verrà ricordato nella Storia.