Ma Enrico Letta che ha sempre dimostrato di essere un incapace a reggere ruoli di rilievo, sarà in grado di fare il segretario del PD? Non c'era proprio di meglio?
Antonio Risi
Emilio Pitto
Carlo Biancheri
Si racconta che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la battaglia di Rocroi: ma, in primo luogo era molto affaticato; secondariamente aveva già date tutte le disposizioni necessarie, e stabilito ciò che si dovesse fare la mattina.
Eravamo nel quadro di una guerra che durò trent’anni nel ‘600 e che metteva in gioco gli equilibri politici per il predominio in Europa tra Francia e Spagna. Con questa citazione arcinota dell’amato Manzoni ne I promessi sposi il neo segretario nominato dai maggiorenti del Pd, Enrico Letta, è entrato nella sede del partito in via del Nazareno a Roma: siamo all’inizio del capitolo secondo su trentotto e si spera che l’arguto citatore non si sia fermato lì o al passo altrettanto famoso dell’Addio ai monti della povera Lucia che deve lasciare in barca Pescarenico. Tuttavia, la giornalista di Rainews 24 comincia a spiegare, con fare materno pari solo all’ignoranza dell’argomento in parola, che si tratta di personaggio (!) de I promessi sposi, quello citato da Letta – evidentemente all’oscuro che viene nominato una volta sola nel romanzo– che dorme alla vigilia di una ‘battaglia feroce’, per tracciare il paragone col Letta, incoronato, invece, pacificamente all’unanimità… Questa signora, già entusiasta dei prodigi della setta grillina e del Conte e portavoce della linea della sinistra dura e pura, ampiamente retribuita dal canone che siamo costretti a pagare, non sapeva, all’evidenza, che l’amato Manzoni aggiunge subito dopo: Don Abbondio invece non sapeva altro ancora se non che l’indomani sarebbe giorno di battaglia; quindi una gran parte della notte fu spesa in consulte angosciose… c’era stato l’incontro con i bravi e ‘Signor curato, questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai…’. Incomincia così l’ironia dell’autore di un romanzo purtroppo studiato pochissimo nelle scuole, con i frutti evidenti, ma questo spaccato dà l’idea dell’informazione radiotelevisiva che semplifica ogni cosa ed è distorsiva e non citeremo a riprova il salotto delle Barbie attempate o delle badesse che pretendono di dare la linea prendendo fischi per fiaschi.
Letta, prodigo di parole e di visioni quanto incerto nel concludere, si propone di rifondare il Pd. Succede all’odontotecnico che teorizzava, imboccato dai cosiddetti intellettuali di scuola delle Frattocchie, gente di un solo libro, l’alleanza organica con la setta populista e giustizialista dei 5S.Per una volta siamo d’accordo col D’Alema che ebbe a sentenziare quando nacque il partito che si trattava di un amalgama mal riuscito e, in effetti, si trattava di unire due Weltanshauung diverse, mai discusse in prosieguo: una che si incentra sulla razionalità della Storia che segue un suo corso e che inevitabilmente porterà al potere gli oppressi che non sono ‘alienati’ come le classi dirigenti borghesi, e con i quali si può stabilire soltanto un’alleanza ‘tattica’ (…), e l’altra che ha una visione non utopistica ma realistica che cerca il bene comune possibile in un dato frangente storico, secondo i criteri del bene maggiore/male minore, ma nella consapevolezza che non si può operare ciò che è intrinsice malum, in contrasto con l’altra visione che reputa puro moralismo tutto ciò che non favorisce od ostacola la liberazione degli oppressi, criterio totalizzante dell’agire politico. Citano Gramsci i Cuperlo, gli Orlando come testo sacro, omettendo di aggiungere che Gramsci era stalinista, che si era pronunciato in difesa della massoneria in Parlamento, in contrasto col Mussolini, in quanto espressione della ‘fase’ liberale, destinata ad esser superata dalle fasi storiche.
Nel bellissimo libro di Giulio Girardi Marxismo e Cristianesimo tutte le differenze sono state ben esplicitate insieme alle convergenze, ma quel libro fu letto dagli intellettuali cattolici e poco dai marxisti. Certo in questo tempo si tratta di problemi quasi sconosciuti per il semplice fatto che si è semplificato tutto, eppure i problemi restano, perché la realtà non è ‘pensata’ come volevano gli idealisti… e il Pd non potrà mai diventare un partito democratico del tipo di quello americano, sbandierato dal Veltroni, se non chiarisce, in qualche modo, i valori a cui si ispira e i programmi conseguenti. Lo Zingaretti aveva portato il partito su una linea sola, copiando Togliatti in modo maldestro: per battere le destre bisogna fare blocco a sinistra, il programma seguirà (…). Invece il programma deve precedere perché la politica è per definizione ciò che riesce. Perciò si spiega la battaglia forsennata con chi vuole ampliare il centro, in quanto non funzionale al disegno egemonico. E’ lecito chiedersi che cosa si possa condividere con chi scambia il reale col proprio velleitarismo…
In tale visione di blocco politico non importa sbagliare, contano l’appartenenza e, in una visione manichea, quali nemici abbattere: Conte era incompetente per il ruolo –ma come, ha portato a casa il Recovery Plan!... dopo che era stato deciso dalla sig.ra Merkel e da Macron…- non ha importanza: o Conte o il voto. Arcuri un telepredicatore, procacciatore di mascherine fasulle e dedito alle primule? Ma perché mai è stato cacciato?! E giù per li rami…
Il chiarimento per Letta non sarà facile da operare in quanto ci sono le quinte colonne in una delle due componenti maggiori del Pd (e fuori di esso) tra gli intellettuali (si fà per dire…) e cioè coloro che sono privi di una forte identità e considerano tutto ciò superato in ragione di una filosofia (talora di una teologia, ahimè…) che teorizza il nulla e che corrisponde perfettamente alla crisi attuale nella quale si cercano valori ma soltanto se funzionali al vivere e quindi frutto di pragmatismo.
Questo il quadro da cui partire nel periodo di un governo che è sostanzialmente tecnico. Platone del resto sosteneva: se si fà la guerra si cerca uno stratega, se si costruisce una casa un architetto, ma nella cosa pubblica ognuno vuol mettere bocca…
E così si è subito capito che Letta cerca la strada facile per far su voti dagli immigrati e dai ragazzi invece di pensare a risolvere i problemi di lavoro e di salute che abbiamo noi in Italia.
RispondiEliminaCerto che se tira subito fuori lo ius soli e il voto ai sedicenni vuol dire che Letta non ha proprio idee e non capisce di cosa hanno bisogno gli italiani oggi.
RispondiEliminaScusate, ma cosa c'entra l'emergenza COVID19 con il dare un premio
RispondiEliminaindiscriminato agli evasori fiscali tra il 2000 e il 2015?
Draghi ha risposto che il sistema che lascia accumulare per anni milioni di cartelle senza esigerle, evidentemente non funziona e vanno cambiati i metodi di riscossione. L'amministrazione fiscale è bloccata, come modestamente abbiamo scritto, da leggi stupide, fatte da parlamentari per lo più incompetenti, se non da burocrati del Parlamento. Per il 40% del valore delle cartelle, lo Stato non sarebbe riuscito a riscuotere un bel niente e inoltre c'è il limite dei 30.000 Euro di reddito e dei 5.000 Euro per cartella di cui 2.500 Euro attengono a interessi e sanzioni. Speriamo che con Draghi, che preferisce operare che chiacchierare, arte in cui non ci batte nessuno, si cambi in profondità, per non affondare nel sottosviluppo, come saremmo sicuramente andati a finire col governo precedente.
EliminaInfine, se la crisi economica è così profonda, non si riesce a pagare le tasse arretrate; bisogna dare soldi, non prenderli, adesso...
Finalmente abbiamo un Presidente del Consiglio dei Ministri competente e
RispondiEliminache parla chiaro. Draghi ha la percezione della reale drammatica
situazione del Paese. Le sue parole sono molto importanti e preziose.
Daranno senz'altro fiducia e rassicureranno gli italiani.
Se "Condividere la proprietà è cristiano, non comunista", perché il Papa Francesco non vende tutti i beni del Vaticano e li distribuisce tra i poveri della Terra? Poi cosa farebbe? Vivrebbe di elemosina? se tutti i ricchi vendessero tutti i loro beni e li dessero da sperperare ai poveri, poi di cosa si vivrebbe? Ma questo Papa si rende conto di quello che dice?
RispondiEliminaLe parole del Papa vanno correttamente interpretate alla luce dei testi neotestamentari di riferimento, in particolare degli Atti degli Apostoli (2, 44-45) dove ci si riferisce alla prima comunità di seguaci di Gesù, limitata ed omogenea, per cui divenne modello per le comunità religiose incentrate sulla povertà. Le esortazioni che troviamo nei Vangeli (Matteo 19,21; Marco 10, 21; Luca 18,22) sono “consigli” che mirano al raggiungimento di individuali forme di perfezione che, quindi, comportano capacità di discernimento ed esercizio della prudenza nei casi concreti. Bisogna anche tener presente che San Paolo dice: «non si tratta infatti di mettere in ristrettezza voi per sollevare gli altri, ma di fare uguaglianza» (2 Corinzi 8, 13).
EliminaE adesso non possiamo neanche più pregare come vogliamo, perché un tale
RispondiEliminaprete spretato che si autodefinisce teologo come Vito Mancuso dice che
non va bene?
Vito Mancuso può essere qualificato teologo per i suoi titoli accademici, ma questo indica semplicemente che egli è studioso ed esperto della speculazione teoretica sul problema di dio, non che esprima un pensiero cristiano, o più precisamente cattolico, fondato sul Nuovo Testamento e sulla tradizione della Chiesa Cattolica.
EliminaQuesta sua affermazione riguardo alla preghiera, in aperta critica al Pontefice, lo dimostra chiaramente. Infatti numerose sono le esortazioni di Gesù nei Vangeli alla preghiera. Leggiamo: «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate» (Mt 6,7) e poco dopo, a conclusione del Padre Nostro, l’invocazione «liberaci dal male». Più avanti troviamo: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete. Perché chiunque chiede, riceve» (Mt 7,7). E poi, l’esortazione alla preghiera comunitaria: «In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà» (Mt 18,19). Ricordiamo ancora che Gesù dice: «E tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete» (Mt 21, 22). Gesù stesso prega il padre: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice!» (Mt 26,38).
Anche le guarigioni di Gesù nei Vangeli avvengono a seguito di una preghiera di richiesta. Così quella del paralitico (Mt 17,14), quella della fanciulla morta (Mt 9,18) e quella dei ciechi di Gerico (Mt 19, 20).
Ma ricordiamoci anche che Gesù dice: «Guardatevi dai falsi profeti» e «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11, 25).
Forse le cose sono un più misteriose (o, in linguaggio non spirituale, complesse).
EliminaProviamo a ribaltare la prospettiva: che dire di un Dio che non bloccherà l’epidemia per non raggiunto numero di preghiere formulate, se gli basterà dire perché la sua volontà diventi cosa apprezzabile?
Forse la preghiera che sollecita Gesù ha per oggetto il cuore dell’uomo, non le sorti del mondo, e ogni prodigio sensibile rimanda ad un ineffabile mistero interiore. Altrimenti vedremo l’autostrada dell’idolatria spianata ai nostri gloriosi passi proprio dalle parole del Vangelo adoperate come pietre di lapidazione invece come semi di vita. No?
Forse lei pensa che se Dio non esaudisce la preghiera è un dio che non vale niente?
EliminaForse lei è dell’avviso che nessuno ci abbia mai pensato o si stupisce se chi prega si domandi come mai non sia stato esaudito? Non se lo domandava forse Agostino, un bel po’ di secoli fa, allorché invitava a pregare meglio per corrispondere ai disegni di Dio che non sono i nostri disegni…? E, tuttavia, per i credenti, Cristo ha insegnato a chiedere il pane quotidiano, di liberarci dal male, pandemie incluse o le pesti che hanno accompagnato l’umanità per tanti secoli, come si sa bene a Roma dove l’arcangelo Michele ripone la spada nel fodero, sopra Castel Sant’Angelo, alla fine della peste, appunto.
Ma quel che non si comprende oggi e che invece Dante, di cui ricorre il VII centenario, sapeva benissimo, è che per chi crede la vita non finisce qui e la preghiera, se non esaudita adesso, sarà comunque esaudita, come lo è stata quella dei martiri – la morte è umanamente uno scacco- o di chi si è avviato al patibolo (v. Caterina da Siena e il condannato a morte che rifiutava i sacramenti e che poi mette la testa sul ceppo,dopo la santa, dicendo:e Gesù e Caterina…) altrimenti il cieco nato, il paralitico sul lettuccio da tanti anni che destino avrebbero? Non c’è soluzione a tutto qui e Leibniz si è sbagliato di grosso quando giustificava il dolore individuale con il bene della specie: alla mamma che perde il suo bambino cosa vuole che importi del glorioso destino della specie umana! Filippo Neri ha una risposta siderale ad una mamma che piangeva sempre con lui per aver perso la sua bambina di due anni: considera che Dio te l’ha data a balia. Ecco l’approccio, e su questa via si capisce anche la preghiera di Francesco piccolino e la ‘perfetta letizia’… che altrimenti è incomprensibile tanto che la gente del tempo, come emerge dalle Fonti francescane, lo considerava un po’ matto.
Viviamo nell’immanentismo,in un frangente in cui anche moltissimi preti hanno paura di parlare dello scacco di cui scriveva Kierkegaard, del peccato, della Trascendenza, e allora la religione si trasforma in generico umanitarismo, come profetizzato dall’ateo Comte. I credenti non hanno bisogno di supporto psicologico: cercano la pienezza dell’Essere.
Secondo Paolo, i credenti sono sconvolti, ma non disperati, e quindi leggiamo: non temere, piccolo gregge…