Carlo Biancheri
Il clima di
ubriacatura generale, fin dall'inizio del XIX secolo, è stato
generato dal massone/gnostico Hegel che sosteneva, tra l'altro, la tesi
della razionalità e del progresso della Storia, una sorta di fil rouge che
il successivo Marx credeva pure di sapere dove andasse: nella
liberazione, cioè, degli oppressi, del proletariato dopo un periodo
'transitorio'(...) di dittatura cui sarebbe seguito l'Eden in terra quando
il lupo e l'agnello s'abbracceranno, pace e giustizia regneranno e via
discorrendo. Questa bella teoria è arrivata fino a noi, infatti, nel nostro
Parlamento, i pochi che hanno studiato, capendo quel che leggevano
(...), proclamano spesso con tono stentoreo di essere 'dalla parte giusta'
della Storia... A ben vedere non è andata proprio così, giudicando gli eventi
dei duecento anni trascorsi dall'imbonitore delle folle di intellettuali: dove
sta il progresso - anche se non lineare - della Storia?
Non ci sono forse stati sterminii di popoli insieme alla Shoah, come, ad
esempio, tra i tanti, quelli Ucraini ed Armeni e, da ultimo, i musulmani
cinesi, gli Uiguri? E le guerre con le decine di milioni di morti, interi Paesi
distrutti? Non si parla forse di tortura ai nostri giorni, magari in certe
carceri speciali? E la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
delle Nazioni Unite è messa in pratica dagli Stati che aderiscono all'ONU? E la
'fase nuova', in esito alla 'dialettica della Storia', in che consiste quindi?
È una 'crisi organica' per usare il linguaggio gramsciano (ma mondiale...?):
non è chiaro, l'intreccio si infittisce.
Assistiamo oggi a violazioni della sovranità, invasioni di paesi vicini,
realizzate o minacciate, da parte di regimi dittatoriali, come quello di
Putin o di Xi Jing Ping, nell'assunto che il giusto è la ragione del più
forte, la tesi dei sofisti al tempo di Platone (solo duemilaquattrocento anni fa...). E ancora ci accorgiamo della sproporzione nell'uso dei mezzi di
difesa con vittime innocenti e dell'invasione di territori altrui come nel
caso di Netanyahu...
E, allora, dove è finita la razionalità? Una curiosa visione dell'uomo quella
in cui egli sarebbe eterodiretto dalle' idee' - Napoleone a cavallo a Jena un
'puntino' che rappresentava il farsi della Storia, lo Spirito del tempo... - e
a cui non sarebbe consentito altro che scegliere di adeguarsi al
'vento della Storia', come scelta etica.
Questo il quadro di riferimento culturale in cui si muovono i nostri reggitori
che sembrano esser guidati più dalle passioni che dalla ragione, come direbbe
Aristotele.
In America, uno Stato federale crogiuolo (melting pot),
dove, come ha scritto superbamente l'americana del Sud, Flannery O'Connor,
convivono ricchi, gangsters, squatters e persone marginali nella società,
quali, ad esempio, poveri o anziani, che spiazzano tutti
comportandosi con umanità e coraggio, dicendo il vero, in questo paese
ora prevalgono gli umanoidi, cioè gente che fa dell'aggressione e della
menzogna un mezzo di comportamento abituale e che ignora il rispetto per
sé stessi e per gli altri, che considera vincere lo scopo della vita. Trump è
l'esempio di quel che può diventare un uomo lasciando spazio agli istinti
animaleschi senza la guida della retta ragione: una quadriga di cavalli
senza auriga, direbbe Platone.
È stato eletto per protesta dinanzi alla debolezza e all'incultura dei
democratici, opportunisti fin dal tempo di Clinton, verbosi ed inconcludenti
con Obama. Dalle memorie di Adriano, conosciamo che non si reggono gli imperi
senza empatia, e la capacità di comprensione delle culture altrui in USA non è moneta corrente: forse è proprio la cultura che manca, generalmente
parlando.
Per contro in Europa abbiamo un criminale di guerra che vuole restaurare il
dominio della 'Santa Russia' quasi fosse suo diritto, spazio vitale, diceva
qualcun altro... Vico scriveva che i popoli sono come dei grandi animali,
ciascuno con il suo genio: bene, nel mondo slavo la rassegnazione e l'indifferenza per chi comanda è una costante perché il loro mondo quotidiano
non è scalfito, se non accidentalmente. Lo Zar in Russia ha continuato ad
esserci: ci sono stati Zar un po' più cattivi ma non c'è stata nessuna vera
rivoluzione. Se prima del 1917 c'erano i padroni e le anime morte (...) si
è sostituito lo Stato e i papaveri rossi e ora l'autocrate e i suoi boiardi. Nelle
campagne della sterminata Russia si va avanti con la Vodka per sopravvivere:
Mosca è lontana come ne Le tre sorelle. C'è la guerra, si muore ma
quante guerre ci sono state prima? Quanti patriarchi corrotti? Nel mondo slavo
non si crede veramente che la vita di ogni giorno possa cambiare
radicalmente, migliorare forse si.
Il discorso per la Cina è analogo e non si spiegherebbe altrimenti il controllo
che il regime mantiene su uno Stato così grande, anche se in certe
provincie i dirigenti di Pechino non vanno perché li lincerebbero, come già
avvenuto.
In questo contesto complesso come sta l'Italia? Nella mediocrità, aurea
mediocritas...
Un governo di apprendisti che tiene i conti in ordine aumentando le tasse e
facendo cassa sui pensionati, senza una visione che non sia quella dei social o
dei progetti faraonici come il ponte sullo stretto, fumo negli occhi di un
paese dove in molte regioni non funziona quasi niente.
Un governo dove opera tranquillamente col sabotaggio la componente putiniana
che ha fatto molto male al paese e che continua a farlo.
Le intenzioni di voto che premiano la giovine Meloni che si sente al
centro dello scacchiere internazionale ma che è regolarmente emarginata
quando si tratta di prendere decisioni di rilievo
dipendono dalla mancanza di alternativa e dalla decadenza culturale
del paese. Come si fa a volere che ‘l'Europa faccia' quando si passa il tempo a
parlare di nazione e di sovranismo? Un'Europa à la carte, insomma,
come al ristorante: prendo questo, quest'altro non va ma quando sentiamo
dire: l'Europa deve fare..., inclusa l’opposizione, c'è da chiedersi: ma gli
altri sono d'accordo? Chi decide? E le maggioranze come si formano? Il Governo
italiano ci ricorda il personaggio dei fumetti Superbone. L'appiattimento
sugli Stati Uniti di Trump è una favoletta inventata da sor Capanna che
teorizza l'indefettibile alleanza atlantica che fa acqua da tutte le parti:
essere adulti significa prendere atto della realtà che nella fattispecie
significa unirsi in Europa a chi ha un destino comune per fronteggiare il
peggio.
L'opposizione ha come guida una controfigura, molto ambiziosa, dell'americana Alexandria Ocasio-Cortéz, che parla con affanno
credendo di aggiungere valore alle insulsaggini che proferisce.
Lei e i suoi lupetti vagheggiano un mondo che non c'è più, il socialismo reale,
la nazionalizzazione dei mezzi di produzione, il manicheismo contro la finanza,
che è un'industria come le altre, anche se va regolamentata e vigilata
seriamente. Gente che ha fatto solo politica nella vita e, quindi, non ha esperienza, appare priva di una visione su quel che occorra
strutturalmente al paese, senza correre dietro alle ultime novità di
successo o giocando su dichiarazione ambigue, specie su grandi temi come
la difesa dell'aggredito di fronte all'aggressore. Ci sono le guerre? La
risposta è ‘diplomazia’. Bella trovata ma per far la pace occorre esser in due
a volerlo…
Non ci attarderemo a parlare dei Trotsky all'amatriciana o del partito già
di Scientology e ora dell'Avvocato del popolo, per tutte le stagioni, autore,
secondo la stampa internazionale, dell'intervento governativo più stupido che
si potesse concepire e che ha scassato i conti pubblici per anni: il
superbonus, la casa rifatta gratis. Quando tuona contro l’ingiustizia
sociale si toglie la pochette e sta in camicia.
Come costruire
un'alternativa agli incapaci al governo?
Soccorre la Chiesa che esce da un periodo a dir poco turbolento con un papato
gesuitico peronista.
In altra parte del blog ci siamo dilungati su Pascal e i gesuiti da lui
accusati di relativismo e di contrarietà alla dottrina dei padri della Chiesa.
La lettera apostolica Sublimitas et miseria hominis del papa
Francesco derubrica l'attacco ad un'intemperanza giovanile mentre in realtà
Pascal proferisce accuse gravi di pelagianesimo, funzionale alla logica del
'fare', di adeguamento al mondo per far proseliti, essendo gli uomini così
corrotti che se si prospettasse un ideale troppo alto farebbero molto peggio,
afferma Pascal, nel rappresentare la posizione gesuitica. Nessuna spiritualità né Trascendenza, essendo soppressa la ' grazia attuale' a
favore della 'grazia sufficiente' con la conseguenza di un orizzonte immanente
e oggi si direbbe una Chiesa Ong che realizza la fraternità in terra hic
et nunc.
È stato eletto un papa agostiniano che sa bene che la terra nuova e i cieli
nuovi non si compiranno qui, altrimenti bisognerebbe sopprimere quel
riferimento alla valle di lacrime del Salve Regina, preghiera dell' XI secolo, il che
sarebbe francamente sbagliato. Sa bene anche che la Storia umana non si
identifica con la Storia della Salvezza di Dio, e che la pace di Cristo non è
la pace umana, l'assenza di guerre. Non c'è risposta a tutti i problemi, a
tutti gli ostacoli in questo mondo, perché lo scopo della vita è la Gloria
di Dio, come nel caso del cieco nato: chi ha peccato, lui o i suoi genitori? Né
lui né i suoi genitori ma perché si faccia la Gloria di Dio (Gv,9,3). Come dice
san Giacomo la fede senza le opere è morta ma il papa ricorda giustamente che
un cristiano deve 'sparire' perché si manifesti il Cristo.
Questa è la speranza cristiana in tempi di guerra, di inganno, di illusione di
raggiungere la felicità con ogni licenza smarrendo il fine dell'uomo stesso: la
vita piena che non termina, la vera realizzazione dell'uomo.
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