giovedì 26 aprile 2018

UN GOVERNO PURCHESSIA?


Carlo Biancheri


I soliti Cacciari, filosofo del nulla e politico ad un tempo, sindaco di Venezia in occasione  del rogo de La Fenice, o il politologo Passigli, esponente della cultura radical chic, si chiedono che senso abbia esser votati per fare la minoranza e quindi spingono il Pd a concludere il governo con quelli del pianeta Gaia: a noi pare che i votanti si esprimano a sostegno di un partito e quel che avviene dopo dipende dal risultato del voto. Il ragionamento, tuttavia, si radica nella teoria hegeliana dell’Ottocento  per cui la Storia ha una sua razionalità  che va oltre i soggetti, essendo il farsi dell’Idea, ragione  per cui l’essenziale è essere protagonisti, gestire il potere…, altro che la Storia degli  ‘esclusi’ teorizzata dall’amato Manzoni! A questi si aggiunge l’irenista cardinale Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana in missione a Bruxelles, attentissimo a sostenere la linea papale che sta trasformando la Chiesa cattolica nella Compagnia di Gesù, inclusi i molti difetti di attivismo, autoritarismo e disinvoltura, specie nei confronti della Verità: bisogna fare un governo sostiene. Già, ma che governo? Si ricordi della Chiesa italiana che ha definito Mussolini “l’uomo della Provvidenza”; solo pochi intellettuali ed universitari cattolici (FUCI) salvarono l’onore della Chiesa stessa, opponendosi… Non è il caso di vedere i contenuti dell’azione politica ed il tipo di governo o è esercizio troppo difficile per i credenti?
Prescindiamo per un momento dal programma: abbiamo letto il Paper (paperino…) del prof. Della Cananea che in stile cassesiano giustappone, compara ed elimina i punti più controversi e qualificanti… inclusa la compatibilità economica delle proposte. Gli inglesi nei loro clubs comparano molto meglio perché aggiungono qualcosa, formulano proposte, diversamente dal tecnico (…) che, secondo la trovata del ragazzo Di Maio, come ‘esperto’ avrebbe dovuto sciogliere il nodo gordiano dei contrasti tra i partiti. Questo la dice lunga sulle idee confuse del capo politico pro-tempore della setta: le scelte le affidiamo ai tecnici perché noi non siamo capaci a farle!
Il Di Maio è arciconvinto (o fà finta) che gli italiani vogliano il governo del ‘suo’ cambiamento e critica il lepenista - dove sta l’antifascismo della Carnia?- Salvini che sta battendo il Friuli ma anche la Venezia Giulia che col Friuli non ha nulla a che fare, anzi… per convincere soprattutto i friulani gente laboriosa, indipendente, ma anche bizzarra, a votare lo scialbo Fedriga. Per Di Maio il Salvini, rifiutandosi di sacrificare Berlusconi, preferisce il bene dei suoi alleati al bene degli italiani che, secondo lui, consiste senz’altro nel realizzare il programma proposto dalla setta, omettendo di rilevare che il Salvini all’europeismo e all’atlantismo non ci crede… 
La setta che preconizza il pianeta Gaia è pura, come i Catari e cioè i Manichei (…) - tutto il bene da una parte, tutto il male dall’altra -, per cui non si allea; offre un ‘contratto’ con soggetti che sostengono tesi opposte; sarebbe  come dire: tu sei un mascalzone ma io ti affitto ugualmente il mio terreno con le dovute garanzie…; come premessa non c’è male, per il momento non c’è accordo sul canone ma neppure su chi voglia concludere con un proprietario così arrogante...
Come interpreti del ‘nuovo’ - anche Hitler era nuovo al suo tempo…, anche Lenin…, anche Maduro  in Venezuela… - si arrogano il diritto di ‘primogenitura’ per guidare il governo perché sono il primo partito… eppure nessuno  ha spiegato loro che in una democrazia parlamentare non siamo alle Olimpiadi e  prevale chi è in grado di raccogliere voti sufficienti per avere la maggioranza parlamentare…, altrimenti si fà un nuovo sistema in cui, come sostenuto  da Rousseau, per l’appunto…, qualcuno interpreta la ‘volontà generale’ ed elimina, ad esempio,  quell’impostura della proprietà privata -sempre Rousseau-…: altro che democrazia rappresentativa, altro che delega! Come si sa Rousseau è finito pazzo, ma non importa, serve sempre per uscire dal ‘pantano’…, come lo chiama il Di Maio, costretto a riconoscere che ‘nessuna forza politica può fare da sola’ nell’attuale quadro, con citazione implicita di  Monsieur de La Palisse…
Alleanza di governo, a casa nostra, significa  che i motivi di accordo sui contenuti sono superiori a quelli di contrasto per cui si lavora insieme per un progetto concordato che diviene comune e ciò comporta fiducia reciproca, necessaria in qualsiasi associazione di persone, in qualsiasi progetto. Ci sono problemi enormi incombenti che ci riguardano, come le scelte in Europa a giugno prossimo, l’attesa dei mercati finanziari, per ora sotto controllo ma non per sempre…, con rischi di turbolenza  grave che inciderebbero sulla nostra vita quotidiana. In sede internazionale, malgrado i peana del conte Gentiloni che invita l’Europa a non decidere senza l’Italia, il ruolo del paese è sempre più residuale: fanno senza di noi e questo dipende anche da chi saremo rappresentati; non è vero che tutti sono interscambiabili come sostiene la setta –si vede dove amministrano che risultati producono!- o negli ambienti massonici che considerano le persone come soldatini, ispirandosi alla gerarchia militare: ognuno, invece, ha il suo carisma, le sue qualità.
Un governo con soggetti così eterogenei non potrebbe durare perché le idee hanno bisogno di gambe  e le persone rilevano; del resto basta guardare alla storia, neanche lontana, del nostro paese ed ai governi cosiddetti ‘balneari’ della prima Repubblica per capirlo.
Il Partito Democratico deve ripensare quel che intende fare e rinunciare a divulgare in Italia un blairismo che ha fallito nel Regno Unito;  ci vuole tempo, fiducia ed un confronto ideologico e tecnico, senza scorciatoie. L’opposizione ad un governo populista, se si formasse, consentirebbe la sedimentazione delle tensioni e di ritrovare una ragione di unità. Se poi non ci fossero maggioranze idonee a  formare un governo, bisognerà prepararsi ad una campagna elettorale ben diversa da quella condotta dal Pd e cercare di spiegare a quelli del ‘contado’ –per contrasto con la popolazione  delle aree urbane…-  che hanno votato per protesta che se persistono ne va di mezzo il loro pane quotidiano.
Purtroppo pochi sofisticati conoscono Aristotele che nell’Etica grande scrive: «Il comandare non è possibile a tutti: tu non hai nell’anima nulla per cui tu possa comandare e governare» e Tommaso d’Aquino chioserà: «chi non sa governare sé stesso non può neppure governare gli altri». Et de hoc satis.


mercoledì 11 aprile 2018

L’APPARENZA VINCE SULLA SOSTANZA NELLA CRISI POLITICA

Carlo Biancheri

Scemo tu, mille volte più di me… Questo lo stile da scuola elementare degli ultimi scambi di cortesie del grosso Salvini e del ragazzo Di Maio.
Si continua con i proclami: il governo spetta a me perché sono arrivato primo (partito); non sai contare! Io ho preso il 37% con la  coalizione e poi ci vuole il 51% per governare… Io voglio fare il cambiamento come auspicano i cittadini e se tu vuoi la conservazione, accomodati. Già, ma quale cambiamento? Non è dato saperlo, non si esce dalle parole, anzi, come in tutte le sette che si rispettino, i contenuti non contano rispetto al rapporto gerarchico, alla guida che ‘sa’ cosa occorra al popolo.
Quando si va sui contenuti, peraltro, c’è da rabbrividire: il  Salvini annuncia che manderà via non si sa quanti immigrati, che abolirà la legge Fornero sulle pensioni, che diminuirà le tasse, che rispetterà le regole di Bruxelles solo se sono utili agli italiani.
Riflettiamo: gli immigrati dove li porta? Forse anche lui ha imparato che gli accordi di rimpatrio conclusi dall’Italia con i paesi di origine sono tre o quattro  e poi molti arrivano senza documenti e  l’identificazione è spesso difficilissima e poi i costi di rimpatrio e  i nuovi arrivi… Pensa davvero che in Italia si possa fare come  Orbàn con i nove milioni di ungheresi? La geografia la conosce? Crediamo di no, perché all’evidenza ignora che lo stivale è una penisola nel mar Mediterraneo, accessibile da tre lati… Mare nostrum lo chiamavano i Romani; un freno all’emigrazione è ipotizzabile solo insieme alla UE, non da soli, a meno che… non si spari sui barconi: è un’opzione, Salvini?
La legge Fornero. I conti li sa fare? È sostenibile? Il debito pubblico lo vuole consolidare? E poi crede che gli stranieri che ne detengono quasi il 50% continueranno a finanziarci? Dove lo ha imparato, al bar del Giambellino da Cerruti Gino? O glielo ha detto l’ economista - si parva licet- Giorgetti?
Vuole diminuire le tasse. E già… e poi gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni le paghiamo col ricavato della vendita dei diamanti della Lega, quei fondi che i magistrati cercano e non trovano…, aspettando gli aspetti benefici sulla ripresa che l’abbassamento delle tasse genererebbe?
A Bruxelles, nei suoi proclami, le regole sono  à la carte, cioè uno prende quel che vuole come al ristorante. Uhm… ma gli altri ci stanno? Sono donatori di sangue? Sarete contenti di essere rappresentati dal Salvini  in quelle sedi? Vi rassicura?
Un saggio ed anziano prete lombardo, denunciato dalla Lega che, come si sa, è cattolicissima, perché impugna rosario e Vangelo come corpi contundenti, ha finalmente detto ai bambini: o si è cristiani o si è con Salvini e non ritratta! Modestamente lo avevamo scritto anche noi su questo blog, nel silenzio vergognoso dei vescovi, specie quelli lombardi, veneti e liguri.
Lo sapevate che Fico era di sinistra e che la setta ha raccolto tanti voti da chi ha di meno? Noi credevamo che la sinistra, dopo l’ubriacatura dittatoriale, rispettasse le regole democratiche e la tutela delle minoranze, ma la ripartizione delle poltrone ha dimostrato un’arroganza ed un disprezzo delle prassi di fair play impressionante: hanno spartito tutto col Salvini. Se questo è il nuovo…
Intanto, alla prima prova relativa alla condizione carceraria che, secondo la Costituzione italiana, la migliore del mondo (…), deve essere organizzata in modo che la pena debba tendere alla rieducazione del condannato, approvata dal governo uscente, non se ne farà nulla perché la Commissione speciale, secondo quanto deciso dai capigruppo, non se ne occuperà. Ci sono un po’ meno di cento bambini che vivono in carcere in Italia: come la chiamate questa, non è tortura sugli innocenti? Tale è lo stile della cosiddetta sinistra  5S e dei gonzi che li hanno sostenuti!
Già dal linguaggio tradiscono il modo di essere. Ci sono delle donzelle che sfoggiano un look molto curato, cambiano gli occhiali se costrette a portarli, che non esitano ad assicurare che loro sono contro le ‘ammucchiate’. Ora nel linguaggio comune l’ammucchiata, lo stiparsi, è per lo più usata con una connotazione erotica  e cioè come sinonimo di orgia particolarmente disordinata, senza distinzione di sessi. Esprimersi in questo modo, in televisione,  per una giovane donna che potrebbe esser madre è quantomeno inopportuno e certo non pedagogico nei confronti delle masse di votanti improvvidi loro seguaci. Va bene che siamo abituati ai vaffà, ma se si potesse uscire da un parlare da trivio, come si diceva nel Seicento, o da lupanare (v. ‘casino’…), non sarebbe male.
La sostanza è che per ora i mercati finanziari aspettano, ma presto, molto presto, verranno prese decisioni importanti in sede internazionale e voi credete veramente che i vincitori, novelli Pirro, siano capaci a far qualcosa? Si vede a Roma dove, dopo un mare di chiacchiere, la spazzatura si raccoglie nuovamente una volta la settimana, in certe zone, e gli alberi cascano, le macchine sprofondano nelle buche e il contenzioso con il Comune è elevatissimo. L’astuta donzella vuole mantenere il monopolio pubblico di un’azienda fallita – ATAC- che assicura un trasporto urbano ormai peggiore di quello del Cairo. E dopo due anni di incapacità nel governo della città, la colpa dei problemi risiede nella mancanza di fondi: un classico.
Siate certi che al governo nazionale sarà la stessa cosa, ma il rischio è che non essendo in grado di affrontare i problemi finiscano per imitare Orbàn o Erdogan.

martedì 3 aprile 2018

LA VOLONTA' GENERALE NEL SISTEMA ROUSSEAU



Carlo Biancheri

Siamo nell’era delle conseguenze o meglio del non senso a causa di decenni vissuti in ‘allegria’.
Se apriamo la televisione  vediamo ad ogni ora dei conduttori, non pochi semi-ebeti, che con fare sereno ci informano delle ultime sciocchezze del Di Maio o del Salvini, nonché dei gloriosi destini dell’ istituendo governo le cui trattative sono complesse ma, essendo la ‘dialettica’ la chiave della realtà (per loro si intende…), i conduttori sono beatamente certi che approderanno a qualcosa e quel qualcosa è il nuovo, positivo per forza, perché è la Storia la maieutica del reale, è il suo ‘farsi’…
Sempre sui media, sentiamo i seguaci del comico pregiudicato, quello che bestemmia e poi si scusa, ripetere come delle macchinette: «noi siamo il partito più votato dai cittadini e sarebbe un tradimento del voto popolare se non venisse affidato l’incarico di governo al nostro candidato…» Anni fa, molti anni fa, esistevano dei pupazzetti caricati a molla nella schiena che ripetevano sempre gli stessi gesti e questi giovani dell’era digitale li ricordano da vicino: anche loro sono eterodiretti.
Nell’interpretazione dei commentatori la politica si esaurisce in tattica; il Pd ripete inutilmente che vuol parlare di contenuti: fin de non recevoir si dice in francese e che si potrebbe tradurre con ‘non recepito’. Il Pd lascia fare un governo al Di Maio  e a quel Salvini? Non sia mai, dicono molti pseudoSoloni, deve partecipare, fare cioè il donatore di sangue di professione. E per quali contenuti? E vediamoli questi contenuti.
Il reddito di cittadinanza, anzi non più il reddito di cittadinanza, ma un ‘sussidio temporaneo in attesa di trovare un lavoro’, sic l’intellettuale Salvini, ma il lavoro produttivo  non c’è in quelle parti del territorio nazionale dove lo Stato comanda di meno delle cosche e dove la legge prima è quella delle relazioni… Si lavora in perdita?
Gli economisti seri - e non quelli che provengono da posti esotici (…)- si affannano a ripetere che con le cifre non ci siamo, in particolare con l’abolizione /ora … trasformazione  della legge Fornero, se non imponendo  un bagno di sangue ed abolendo tutte le agevolazioni fiscali in essere (quelle relative all’edilizia, al risparmio energetico, all’acquisto di mobili, i famosi 80 Euro… ecc.,ecc.), specie se combinata con la flat tax, cioè una o più aliquote uguali per tutti. Un vento di  giustizialismo simbolico –in quanto residuale negli effetti economici ma devastante nei principi- si abbatte nelle dichiarazioni degli interpreti della volontà generale. Il neopresidente della Camera ha annunciato una sorta di programma di governo mediante il quale  intende favorire il percorso delle leggi di iniziativa popolare, abolire i privilegi, ecc., ignorando che il suo ruolo consiste invece nell’assicurare il funzionamento ed il corretto dibattito del ramo del Parlamento da lui presieduto e non altro. Abolire i privilegi significa sopprimere i vitalizi dei parlamentari  adottando il sistema contributivo - salario in base ai contributi versati- ma… qui casca l’asino, giacché il sistema contributivo è stato adottato nel ’94, che fare del periodo precedente? Come computarlo? Lo stesso criterio dovrebbe valere per le pensioni?
La retroattività dei giustizieri corrisponde a quei periodi della Storia che nella rivoluzione francese chiamiamo ‘il Terrore’ o nella rivoluzione bolscevica  l’impronta leninista; la Corte Costituzionale si è già espressa sul punto riconoscendo che i diritti acquisiti corrispondono ad aspettative della persona e che non possono esser cancellati con un tratto di penna sull’altare della volontà generale; diverso è legiferare per il futuro.
Già la volontà generale. Chi l’ha inventata? Lo svizzero Rousseau, morto evitato da tutti (o quasi) e riportato in auge da Robespierre, naturalmente…; già calvinista poi cattolico, poi di nuovo calvinista e poi deista, era affetto, come Kant del resto, da paranoia sembra in ragione della porfiria o di una malattia venerea; Voltaire scrive di lui che era diventato pazzo. Avrebbe avuto cinque figli dalla lavandaia Thérèse Levasseur,  tutti affidati ad orfanotrofi… Era profondamente convinto che l’uomo nascesse buono e che la società fosse la fonte della corruzione, della prepotenza, dell’apparenza a scapito della realtà e che la proprietà fosse un arbitrio, un sopruso. Il popolo è sovrano e può esser soggetto solo a sé stesso, non a magistrati e tanto meno al diritto divino. La volontà popolare che assicura che ad ogni individuo venga attribuito quel che gli spetta ed il soddisfacimento dei bisogni non può essere delegata alla rappresentanza… Suona familiare tutto ciò? Ricordate i partiti moribondi e l’espressione della volontà popolare tramite un click magari di mille persone? Casaleggio docet…
Chi interpreta la volontà popolare? Il guru/garante (di che?)? Chi decide che vada introdotto in Costituzione il vincolo di mandato?
Mentre noi ci  concentriamo in queste… gravi questioni, a fine giugno  a Bruxelles ci sarà un Consiglio europeo in cui si discuterà dell’avvenire dell’Euro e delle sue regole, del Ministro dell’Economia europeo, dei confini esterni alla UE e di una sorta di Fondo monetario internazionale europeo… scusate se è poco! Ne risulterà la traccia di un avvenire per la futura generazione nel quadro internazionale dove la Cina, gli USA, l’India, la Russia (politicamente) sono i nuovi protagonisti.
Manderemo Salvini o Di Maio a discutere? Successivamente faremo una missione a Tirana per allearci con l’Albania se ci vuole…



sabato 10 marzo 2018

Chi suggerisce al Pd di aderire ad un governo 5S rassomiglia a quelli che consigliarono a popolari e liberali di partecipare al primo governo Mussolini...



Carlo Biancheri

Uno degli ultimi racconti di Kafka  (1919) si intitola, nella traduzione italiana, La colonia penale. Un viaggiatore  che viene da un altro paese è, per così dire, chiamato a giudicare una procedura di punizione per i condannati basata su una macchina infernale con aghi  ed erpice che scrivono sul corpo del colpevole, steso su un letto coperto di bambagia, la frase della sua punizione. L'ufficiale spiega al viaggiatore, in presenza di un soldato e di un condannato reo -senza processo- di non essersi alzato ad ogni ora ed aver salutato la porta del suo comandante, il funzionamento della macchina che considera la perfezione della giustizia. Non riuscendo ad ottenere l'assenso del viaggiatore che, anzi, si ripromette di dire al comandante che quella macchina di tortura  è un'infamia, prende il posto del condannato, si stende nudo sul lettino e collabora con la macchina perché incida sul suo corpo la frase : “Sii giusto!”. La macchina si sfascia, gli ingranaggi vengono fuori dal loro meccanismo e l'ufficiale muore trafitto, con espressione estatica. Il viaggiatore parte e  si imbarca;  scaccia con una gomena dalla barca il soldato ed il condannato che lo avevano seguito e che volevano fuggire dalla colonia.
Questa è la sorte che si prefigura al partito democratico se si imbarcasse in una qualsivoglia trattativa di governo con la setta: la tortura ed il suicidio.
Eppure c'è una pletora di gente che, nell'interesse del paese (...), considera scandaloso che chi ha perso non corra al soccorso del vincitore!
In primis molti giornalisti che compaiono in televisione. Abbiamo capito che sanno una sola cosa: creare la notizia, anche inventandosela; sono dei persuasori. Tranne gli specializzati, non sanno  quasi nulla se non, a loro dire, che  la realtà è dialettica, dibattito e forse, si parva licet…, esse est percipi... Questi personaggi non capiscono che non ci può essere dialettica con chi non rispetta le regole del gioco. I bolscevichi erano una minoranza nella rivoluzione sovietica rispetto a menscevichi ed agli altri, eppure si imposero con la forza e trascinarono le masse. Mussolini con i suoi fasci di combattimento impose la sua legge, a difesa degli agrari emiliani, e poi prese il potere nel paese dando il ben servito a popolari e liberali, opportunisti o illusi, che avevano partecipato al suo primo governo. Vorremmo sapere da certi pseudo-soloni che scrivono sulla carta stampata o sul web -nulla di epocale...- se la dialettica debba esser con tutti anche con i jihadisti, puta caso? Come dialogare con gente i cui eletti non possono rilasciare dichiarazioni perché parlano solo il capetto Di Maio e i suoi scherani? Sono sotto tutela della Casaleggio e associati?
Come discutere seriamente con un movimento che scopiazza male il programma dagli altri e che dà cifre del tutto false? Come discutere con gente  tra la quale le decisioni sono prese da un capo non eletto, condannato penalmente in via definitiva, che stabilisce lui se si debbano fare a Torino le Olimpiadi oppure no? Ce ne informa, bontà sua...e questa è la democrazia diretta.
Ci sono naturalmente gli industriali che, pur di salvare la 'roba', come direbbe Mastro don Gesualdo ,sono disposti a sostenere chiunque, come fecero con i fascisti.
Ma ci sono anche quelli come il Cacciari che non si capisce se sia filosofo (crediamo di no), seguace di Gentile- omettendo di dire che dei guai provocati dall'idealismo ne abbiamo piene le tasche... - oppure un mezzo politico giacché si avventura a consigliare, descrivendo scenari alla Tintoretto, quel che dovrebbero fare le diverse forze politiche se si comportassero razionalmente- ognun sa che la ragione, la facoltà delle regole la chiamava Kant, porta a conclusioni univoche...-. Tutta gente che vuol passare alla Storia come il personaggio del Manzoni, governatore di Milano: Cacciari alla Storia ci passerà di certo giacché come sindaco di Venezia autorizzò  misure di sicurezza  tali nel restauro de La Fenice - probabilmente uno dei più bei teatri al mondo- che l'edificio andò a fuoco e fu distrutto. Persino Woody Allen rappresenta l'episodio in un film dove si vede il giovine Cacciari che ridacchia: risus abundat in ore stultorum...
Costui ora consiglia il Pd  di appoggiare i 5S.
E perché mai? Non è proprio possibile fare una proposta politica stando all'opposizione e mostrare, come insegna Aristotele, che l'errore è incomprensibile e che la realtà farà sbattere contro un muro chi propone fanfaluche, che siano i 5S o che sia l'estrema destra del Salvini, amico della fascista Le Pen? Lo ripetiamo: si tratta di ricostruire l'umano e di provare umilmente a prendere contatto con la gente che voglia ragionare. Del resto in tutto l'alto Medio Evo sono stati i monasteri benedettini a salvare la cultura e la vita della gente: piccole comunità, patrocinate dai potenti...
Per rinascere il Pd non ha bisogno di mettersi insieme a truffatori ed attori...: ci sono,però, le quinte colonne, come sempre.

mercoledì 7 marzo 2018

ANALFABETI DI RITORNO


 Rosa Elisa Giangoia
Dal mondo classico, superando d’un balzo l’arco di oltre due millenni, ci giunge un monito che oggi mi pare di grande attualità: «rem tene, verba sequentur». Sono le parole che l’austero e severo Catone il Censore rivolge al figlio Marco per educarlo alla vita politica nella Roma repubblicana, in quei tempi in cui i genitori si occupavano di educare i figli in base a solidi valori… Certamente molti altri saranno stati gli ammonimenti, ma a noi è giunto solo questo frammento, questo relitto ad indicarci che, prima di parlare, bisogna aver pieno possesso dell’argomento di cui si vuol trattare, poi le parole verranno da sé, di conseguenza, funzionali a quanto si vuol sostenere…
Che questo avvertimento oggi sia completamente dimenticato, o meglio ignorato,  ce ne rendiamo subito conto se assistiamo ai tanti dibattiti che si intrecciano in TV a seguito dei risultati elettorali: dibattitti che non possono che suscitare raccapriccio in chi ha la forma mentis di avere idee chiare su quello che deve dire e di pensare seriamente prima di parlare, basandosi sulla sua pregressa buona formazione linguistica e letteraria.
In questi dibattitti è tutto diverso, tutto va al contrario: gli intervenuti parlano sul nulla e, specie se al di sotto dei quarant’anni, non controllano il linguaggio di cui usano quasi esclusivamente stereotipi in maniera del tutto acritica e ripetitiva. Innanzitutto si servono di frasi e di parole di appoggio il cui valore semantico è caricato oltre ogni limite con perdita della reale funzione espressiva. Uno, ad esempio, è rappresentato dalla parola magica “percorso”. È termine di lontana reminiscenza hegeliana nel senso che, se tutto è storia, tutto è divenire, sviluppo, ma chi lo usa gli dà una sorta di significato conclusivo: il percorso è la soluzione, il cammino è la meta… col risultato che non esprime alcun contenuto, se non uno stato d’animo.
Altro modo corrente è calcare forzatamente sull’asseverativo con la formula oggi dilagante di “assolutamente sì!”. Sembra che non basti dire sì, perché sentito come  troppo debole. Bisogna rafforzarlo come se chi dicesse sì lo dicesse solo per scherzo, per cui, per ottenere credibilità, occorre rafforzarlo, sempre...
Tanti altri esempi si potrebbero portare, dall’aggettivo “particolare”, usato come “sublime”, per non parlare dell’uso insistito, quasi sfacciato, del sostantivo “condivisione”, termine non certo da usare a cuor leggere, in quanto implicherebbe impegno e azione… E ancora quelle parole alterate senza nessuna necessità e soprattutto senza nessuna modifica di significato, come l’abusato “attimino” che nulla aggiunge ad “attimo” che già include l’idea di istantaneità,  e poi  l’aggettivo “squisitissimo”, un vezzo di superlativo, davvero lezioso.
 Fino ad arrivare a espressioni che sfiorano il ridicolo, anche se denotano piuttosto insicurezza e senso della provvisorietà, come “metterci la faccia”: è ovvio, chi parla… ce la mette sempre la faccia, in quanto parla rivolgendosi ai suoi interlocutori e la mimesi facciale dice molto di colui che parla…
Ma la cosa più sconcertante è che a questo lessico si attengono tutti, al di là degli schieramenti politici, per cui viene a decadere l’affermazione di Buffon secondo cui «Le style est l'homme même»: tutti ugualmente banali a dire cose che non hanno fondamento. Il linguaggio, come sempre, è la spia di una realtà sottostante profonda  e, in questo caso, rivela che, sotto le parole, c’è il nulla, per cui il linguaggio si perde in suoni privi di contenuto. Quella che manca è una visione del mondo, un’antropologia a cui la politica si deve ancorare. La politica infatti –Aristotele docet- non è una scienza a sé stante, ma è l’applicazione organizzativa di una concezione filosofica alla vita di una comunità. Mancando questo rapporto non si riescono più a fare affermazioni assolute, ma tutto diventa relativo e provvisorio. Molti sono gli esempi che ce lo confermano: un esame che va male è pur sempre un “mettersi alla prova” o ancor meglio un “mettersi in gioco”, intanto tutto può essere “gioco”, occasionale e ripetibile; il suicidio assistito non è frutto di una decisione determinata e determinante, ma una semplice scelta personale dettata dal benessere fisico. Importanti sono le “esperienze”, sempre all’insegna della provvisorio e del momentaneo. Così, ad esempio, anche per l’omosessualità , il cui divulgarsi diventa interessante pure per gli eterosessuali, potendo rappresentare pur sempre un’esperienza!
Molto ci sarebbe ancora da dire sul linguaggio non verbale, soprattutto quello che coinvolge il corpo e che si adegua a ben precisi dettami della moda. E qui si va dal taglio dei capelli come quello degli indiani uroni per gli uomini, al tingerseli di viola, di rosso carmino, di verde o di giallo, come i pagliacci del circo, per le donne. E non parliamo dei funerali… Al di là del ripetitivo e privo di senso “partecipare al dolore di qualunque sconosciuto come se fosse il proprio”, cosa psicologicamente impossibile  per l’animo umano, tutti, anche quelli religiosi, si trasformano in un non sempre giustificato panegirico del defunto, invece di diventare occasione di riflessione sulla vita, sulla morte e sulla conseguente vita eterna, ovviamente in cielo, quel cielo verso cui ormai è uso far librare tanti palloncini bianchi, quasi potessero raggiungere il caro estinto e portargli il nostro ricordo… O forse ci si illude che sia così?
Riprendiamoci la nostra individualità, proponiamoci di pensare prima di parlare e auguriamoci che lo facciano anche i politici, soprattutto su solide fondamenta, in quanto decidono sulla vita di tutti...