domenica 29 settembre 2013

E CESSERA' L'ORGIA DEI DISSOLUTI...



Carlo Biancheri

Così ammonisce il profeta Amos gli spensierati di Sion… che si curano di banchettare, ma non di Giuseppe…
E chi sono gli spensierati oggi? Quelli che antepongono il loro personalissimo tornaconto, il loro ego malato al bene di tutti, quelli che corrompono con la menzogna sistematica e che hanno predicato  per lungo tempo idoli del potere, del denaro e del piacere come norma di vita, infischiandosene del prossimo e della giustizia o meglio… facendo la carità… alle ragazze piacenti da vent’anni in giù, leste a partecipare alle cene eleganti! Hanno approfittato prima di un papato  tutto centrato sulla caduta del comunismo e su una fede da stadio e poi di un papa debole nel governo,  professore di università con teorie discutibili, chiuso nel suo solipsismo e marcato da un agostinismo in cui non si riconoscerebbe neppure Agostino… Si son serviti di teste bizzarre, formate in organizzazioni di attivisti che confondono allegramente religione, politica, potere e che di fatto han violato molte leggi, attribuendo al potere un fine in sé… come Lenin. Han  potuto agganciare cardinali e vescovi che non esitiamo a definire  falsi fratelli, per il sostegno vergognoso che han dato ad una forza politica che non aveva nulla a che spartire con la dottrina sociale classica della Chiesa… ,in spregio al Concilio Vaticano II che affida ai laici il ruolo politico, in modo eminente. Hanno lentamente messo in crisi le fondamenta della moderna democrazia in Italia, con modifiche demenziali alla Costituzione, peraltro condivise da tutte le parti politiche, seguendo le mode del tempo; con leggi elettorali di comodo definite giustamente dagli stessi autori delle maialate; oppure  sgovernando l’economia, non facendo una riforma, dicesi una…, in vent’anni, degna di questo nome, nominando a capo degli organi di vigilanza indipendenti, sovente, loro compari, del tutto incompetenti nel settore e certo privi di quell’ autorevolezza ed integrità che la carica suppone. E ora che fanno? Muoia Sansone con tutti i Filistei… Le conseguenze che dovremo pagare tutti dopo tanti sacrifici saranno rilevanti: la tattica sembra essere quella del tanto peggio tanto meglio, a voler esser generosi… perché i consiglieri sembrano più esperti di cure di bellezza o di sfacciataggine nel linguaggio o di loschi traffici di influenze nelle banche, memori delle passate esperienze  nel commercio minuto (macelleria) che di strategia politica capace di durare. Governare è forse qualcosa che non è alla loro portata, ma che volete… agli italioti piacciono i piazzisti che promettono i circenses (neppure il pane…) e si capisce bene come mai un Michelangelo o un Leonardo non esitassero a manifestare disprezzo per tanti loro contemporanei, affatto simili agli attuali spensierati di Sion. Sì, chi non sa governare sé stesso non può neppure governare gli altri, diceva quel Tommaso d’Aquino, finalmente citato di nuovo dal papa nella sua intervista. Aggiungiamo con Geremia che chi corre dietro al nulla diventa nullità… Ma attenzione il prossimo passo può essere la sedizione, la trasformazione in insurrezione con l’ausilio del guru della Scientology italiana e dei suoi beta, incapaci di esprimersi in modo critico e ancora non adulti: la vita resta un gioco, un vaffa’…
Noi speriamo che con il nuovo papa, che pure giustamente pone una qualche distanza dalla vita politica quotidiana, e che, con la sua semplice presenza, fa impallidire gli ‘impiegati’ della Chiesa perché dice quel che vive…, come faceva San Benedetto ,i vescovi italiani, il cui coraggio ricorda quello di don Abbondio de I promessi sposi dell’amato Manzoni, dicano che è moralmente colpevole per i cattolici dare un voto a partiti di ‘venditori’ fraudolenti come Forza Italia o a sette come il Movimento 5S.

giovedì 12 settembre 2013

LE BOURGEOIS GENTILHOMME Carlo Biancheri

Al tempo di Luigi XIV, in Francia, il Re Sole credette di intimidire il nuovo ambasciatore del ‘Gran turco’, che gli presentava le credenziali, vestendosi di broccato d’oro tempestato di pietre preziose. All’uscita, l’ambasciatore ebbe a dire che nel suo paese il cavallo del sovrano sarebbe stato addobbato così, lasciando capire che il sovrano stesso si sarebbe vestito in modo ben più sontuoso. Per tutta risposta il Re Sole decise di ridicolizzare il personaggio affidando a Molière il compito di scrivere una pièce, musicata da Lully o Lulli che dir si voglia, nella quale il borghese, che smaniava di imitare i gentiluomini con maestri di buone maniere, di danza e… di filosofia, finiva per risultare assai comico. Leggendo l’ulteriore commento su “Repubblica” di oggi di Scalfari al papa Francesco, per associazione di idee, abbiamo pensato al Borghese gentiluomo di Molière. Si sa che, molto spesso, chi svolge una professione ritiene che la propria vocazione sarebbe stata un’altra e quando ci si avventura, ahimè, in quel settore non si brilla per competenza né per profondità. Abbiamo già avuto modo di segnalare che lo Scalfari sostiene di apprezzare Aristotele, Kant e Hegel, ciò che, quantomeno per il primo, risulta esser come i cavoli a merenda, come si suol dire. Se è vero che in filosofia o si è realisti o idealisti (sic Wittgenstein), come scelta di campo, Aristotele è realista e gli altri due no. Lo Scalfari, novello borghese gentiluomo, non solo si impanca a filosofo, ma anche a teologo. Così ci spiega che questo papa va ben oltre Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II, in contrasto con gli ultimi due papi che lo hanno preceduto. Infatti, udite, udite, si avverte in lui più Agostino, Bernardo, Benedetto che Tommaso e la Scolastica !Uhm… da dove incominciare? Diremo a Scalfari che, a ben vedere, l’agostiniano di ferro è Benedetto XVI, cui abbiamo attribuito più volte in questo blog la dimenticanza del rilievo delle realtà create e la loro autonomia relativa…, come insegna la Gaudium et Spes; agostinianamente, al contrario, nel suo magistero ordinario Benedetto poneva immediatamente… la necessità di un richiamo alla fede in Cristo, anche quando sarebbe stato più prudente lasciare all’ambito del lume naturale, la retta ragione, la scelta, una ricerca comune a credenti e non credenti. Agostino, si sa, era stato manicheo. Terrorizzato dalla presenza costante del male per la coesistenza dei due principi, bene e male, in ogni creatura terrestre, era portato a svalutare la creazione e a porre l’enfasi sulla Città di Dio, retta cioè dalla fede, lasciando al loro destino i regni umani…; storia della salvezza e storia umana sono due cose separate (v. H.I. Marrou). Bernardo è tutt’altra cosa e si inserisce nel quadro della vita monastica, come lo stesso fondatore del monachesimo occidentale, il santo padre Benedetto che conosciamo attraverso le opere del suo discepolo, san Gregorio Magno. Non vediamo come questi ultimi influenzino il pensiero del papa Francesco, formato ad una spiritualità ignaziana, se non nell’attitudine all’interiorità e alla trascendenza. Al contrario, nel discorso tenuto in occasione della veglia per la pace in Siria e nel mondo, che ha spiazzato, per il suo coraggio e chiaroveggenza, tutte le cancellerie, massoniche e non, del pianeta, ha iniziato citando il Genesi e, quindi, la bontà della creazione e la necessità della pace, della fraternità (Caino e Abele). San Tommaso, secondo Pieper, avrebbe dovuto esser chiamato Thomas a Deo Creatore…, proprio per la costante enfasi sulla bontà della creazione e sulla capacità umana di raggiungere certe verità, comuni appunto ai credenti e non credenti. Forse per questo, papa Francesco lo ha citato nella sua prima Enciclica, mentre il suo predecessore non lo faceva mai? La Gaudium et Spes ha avuto come estensore, per la gran parte, il padre domenicano M.D.Chenu, storico e profondo conoscitore di Tommaso, come il suo confratello Congar, gran tomista, ha redatto in gran parte la Costituzione Lumen Gentium, quella sulla Chiesa, nel Concilio Vaticano II. Che significa questo? Contrariamente a quel che pensa lo Scalfari, la Scolastica che, peraltro, non esiste più da un pezzo…, non genera solo dogmatici e reazionari… Di tutti i filosofi che cita il fondatore di “Repubblica”, Marx salvava solo Aristotele, specie nella parte relativa alla prassi… La retta coscienza di cui parla il papa Francesco non è propriamente una novità… Non significa, però, come crede lo Scalfari che ognuno la pensa come gli pare, ma, al contrario, che di fronte ad una ricerca sincera, si arriverà a distinguere ciò che è bene e ciò che è male; ad esempio, vale più vita che non vita, ciascuno ha diritto ad esistere e quindi i beni vanno condivisi, non si può imporre con la forza agli altri una convinzione, bisogna operare secondo i parametri della giustizia commutativa (a tutti lo stesso) e distributiva (a ciascuno in base a ciò a cui ha diritto). Il borghese non padroneggiava le conoscenze del gentiluomo… e quindi, per Molière, si rendeva ridicolo non è che lo Scalfari in questo nuovo ambito ripete come un mantra la famosa frase: “il cielo stellato sopra di me e la coscienza morale dentro di me…” che diviene la maieutica di tutto? Solo un dubbio…

domenica 18 agosto 2013

LA LINEA DEL COMPASSO Carlo Biancheri

Se voi andate ad Alexandria, raggiungibile con la metropolitana da Washington DC, troverete il Masonic Temple, aperto al pubblico, edificio lugubre sin dall’esterno; dentro ci sono le foto di molti fratelli americani con ruolo pubblico, tra cui quelle di tutti i presidenti degli Stati Uniti, Kennedy incluso! Se, per avventura, aveste mai partecipato a riunioni internazionali con rappresentanti di US Treasury o FMI o altri organismi internazionali a carattere economico, vi sareste immediatamente accorti che l’odg era già stabilito altrove (…) e che vigeva una gerarchia tra i partecipanti perché gli interventi di alcuni erano decisivi, per così dire… Il mondo è stato retto così e non dal 1950 in poi, ma da prima. Bisogna risalire all’epoca dei lumi, del regicidio, della trasgressione teorizzata, della filosofia del boudoir, della lotta a tutte le superstizioni, Chiesa inclusa, e della religione del progresso. Su cosa si fondava il progresso? Sulla ragione che coi suoi lumi avrebbe ricreato una sorta di Eden, elaborato dal Rousseau, in un periodo successivo, con lo stato di natura e col mito del buon selvaggio. Non si vogliono qui disconoscere i meriti acquisiti che hanno dato luogo alla definizione dei diritti e alla nascita dello Stato moderno e ad un uso meno arbitrario del potere. Ma, come Marx ebbe ad osservare, più che la democrazia, cioè il governo del popolo, si era introdotto il ‘democraticismo’, ben guidato da un gruppo di compari appartenenti ai vari circoli (del tennis, per caso?) che trasformarono il tutto in associazione di mutuo soccorso tra ricchi o carrieristi… Pensiamo all’unità d’Italia, fatta da un ristretto gruppo di politici, a tavolino, e sostenuta da un milione di uomini che per censo od altre ragioni avevano il diritto di voto… A centocinquant’anni di distanza si può affermare che sia stata realizzata? Lega a parte, non sembra proprio: continuano a sussistere comportamenti quotidiani diversissimi che si fondano su culture ancora patriarcali e contadine, da un lato,e commerciali o gianseniste/calviniste dall’altro, per rappresentare i due estremi. Se si guarda il rapporto con la cosa pubblica, sia lo Stato sia gli enti locali, tale diversità di atteggiamenti, fatte le debite proporzioni, salta agli occhi e si potrebbe continuare per ciò che attiene alla nozione stessa di legalità e come essa è percepita e il suo ambito (in molte aree d’Italia una violazione di norme è considerata tale solo all’interno di un contesto familiare, in senso allargato…). Eppure si è voluto fare l’unità perché gli italiani sarebbero stati fatti in un secondo momento: bravi! Non diverso è l’approccio col problema che sta vivendo l’Egitto. La nostra Bonino, grande esperta di mondo arabo avendo vissuto (un anno?) al Cairo per motivi personalissimi…, dove ha appreso l’arabo (non solo a dire Choukran, sia chiaro…) è per definizione un’autorità nella crisi medio-orientale. Questa signora aveva già pasticciato non poco come Commissario europeo, in una Commissione di chiara matrice massonica, sostenendo il Commissario Bolkenstein e la sua sciagurata direttiva sulla liberalizzazione dei servizi dove ne hanno beneficiato solo i paesi esportatori e non quelli importatori di servizi come l’Italia…; ha insistito su un approccio liberista ad oltranza, tipo Thatcher, come Ministro delle politiche comunitarie, gettando i presupposti, in ambito comunitario, per la piccola (…) crisi finanziaria che ha fatto fallire il sistema bancario inglese ed americano e di svariati altri paesi, come l’Irlanda, e messo in crisi il resto del mondo. Ci informa adesso che in Egitto i militari devono smettere di usare la forza e debbono accordarsi coi fratelli musulmani… usando il lume della ragione… La linea della Bonino è conforme a quella del Rappresentante dell’UE che si occupa di rapporti esterni, lady Ashton, quella gentile Sig.ra che fece persino arrabbiare il sedicente Ministro Frattini (c’è chi lo ricorda?) perché non diede alcun posto di rilievo all’Italia tra i diplomatici europei: Frattini l’aveva votata e pensava che la ‘sorella’ avrebbe trattato bene i suoi connazionali, superando il disprezzo che gli angli nutrono per noi… La Ashton, che sta in posizione chiave nell’UE, come quinta colonna di Washington, secondo la costante linea inglese, non assume mai una posizione diversa da quella degli Stati Uniti. Questi ultimi con Obama avevano sostenuto ampiamente Morsi perché aveva bloccato il confine con Hamas nella striscia di Gaza: il resto era irrilevante. Per chi ragiona, sembra che per stare insieme bisogna esser d’accordo…: come si fa ad andar d’accordo con chi si prefigge di introdurre nella legislazione la stretta applicazione della Sharia, islamizza le istituzioni e non è imparziale, che ha tra le sue fila terroristi, uno dei quali nominato governatore a Luxor, che dà fuoco agli edifici di culto di altre religioni (secondo il nostro vice-ministro degli Esteri Marta Dassu’, che è della partita,’ questo è una conseguenza dello scatenamento della violenza…’. Veramente, Sig.ra Dassu’, né i copti né i cattolici o protestanti c’entrano un fico secco con queste sollevazioni di masse di contadini che vengono dal basso Egitto e si accampano nei quartieri borghesi del Cairo o di Alessandria…, provocando reazioni di gruppi armati costituiti localmente…). Questa linea è ampiamente strombazzata dai giornalisti impreparati e settari: ci ha colpito in particolare quella di Rai-news che continuava ad ogni piè sospinto a ricordarci che Morsi era il presidente democraticamente eletto… Ma quali elezioni, Signora mia? Va bene che anche qui le elezioni… visto che la gente vota Berlusconi quali che siano atti di governo e gli altri… che compie…, però, prima di parlare di elezioni democratiche (!) in Egitto, bisognerebbe farsi un giretto per il paese, magari non adesso… Come volete esportare il sistema democratico in un contesto che segue naturalmente il ‘capo’…, a tutti i livelli…? La democrazia in tantissimi paesi del mondo riguarda una ristrettissima èlite e non le masse i cui comportamenti sono determinati da ben altri fattori. Torniamo alla Grecia. Nell’Assemblea dei cittadini, pochi partecipanti…, chi proponeva una legge che non fosse stata votata dalla maggioranza veniva sanzionato con la morte… La democrazia non è fatta di proclami, di disegni a tavolino, di scelte logico/matematiche, ma di ‘comportamenti’ quotidiani, di rispetto per l’altro, di obiettivi comuni, di solidarietà, di confronto: queste cose suppongono cultura… Prima di lanciare certi slogans, si consiglia di riflettere ed ascoltare…

mercoledì 7 agosto 2013

FETICISTI

COMMENTO
Penso che serva poco rinvangare situazioni del passato e fare delle sterili contrapposizioni. La situazione che il Papa ha davanti è davvero molto difficile, in quanto la sfida da vincere è quella della secolarizzazione, che ha ormai pervaso l’Europa, soprattutto nelle aree prima legate all’URRS di tradizione ortodossa e in quelle del nord protestanti, e che si sta progressivamente infiltrando anche nell’area cattolica, soprattutto attraverso una serie di atti legislativi che separano e allontanano fortemente la legalità dalla morale cattolica. Infatti è stata secolarizzata la trasmissione della vita con la legalizzazione dell’aborto e con la possibilità della fecondazione assistita e dell’uso di embrioni umani, a scopo terapeutico, è stata secolarizzata la famiglia con la legalizzazione del divorzio e con la sua equiparazione ad altre forme di unione tra persone anche dello stesso sesso, è stata secolarizzata la sessualità, liberandola da ogni conseguenza procreativa e da ogni vincolo morale, è stata secolarizzata la morte con l’esclusione di ogni assistenza religiosa, con l’eutanasia ed il suicidio assistito. Tutto questo rappresenta una novità assoluta nella tradizione della civiltà europea, dato che si è imposta una frattura radicale tra ciò che è legale e ciò che è morale. Questo passaggio da un mondo cristiano a un mondo secolarizzato è in Europa un avvenimento talmente nuovo per l’avvenire del cristianesimo da esigere, da parte della Chiesa, una riflessione approfondita e creativa sui metodi di evangelizzazione che, in larga misura, sono ancora quelli del passato. Su queste tematiche penso sarebbe necessario un nuovo concilio ecumenico.
 Valerio Colonna



RISPOSTA
Credo che questa lettera meriti una risposta perché per troppi anni posizioni come questa hanno svolto una funzione di leadership nella Chiesa, complice prima un papato da spettacolo e povero teologicamente, poi una linea debole e conservatrice, ad un tempo, che ha permesso a vescovi incolti e prepotenti di allearsi, in Italia, pervicacemente col Berlusconi e i suoi accoliti, in spregio agli ‘ambiti’ chiaramente definiti, tra l’altro, nella Costituzione conciliare Gaudium et Spes. Di questo i cardinali e vescovi in questione, per i credenti, dovranno render conto… Lo scandalo è stato grande e, soprattutto, ha annientato per lungo tempo lo spirito profetico nella Chiesa, postulato dal Concilio c.d. pastorale…, incentivando movimenti pasticcioni ed integralisti che cioè non avevano contezza della distinzione tra fede e costruzione del bene comune nella società, tutta imperniata sulle scelte di prudenza: bene maggiore/male minore, senza pretendere di raggiungere una perfetta coincidenza tra la città di Dio e la città degli uomini nel tempo storico. Questo è l’abc del tomismo che, diciamolo chiaro, ha avuto una rinascita in terra francese, specie negli anni Cinquanta/Sessanta, mentre in Italia conservatori alla Siri conoscevano il tomismo tramite pessimi manuali e, in pratica, sostenevano posizioni oscillanti tra una linea suareziana ed il volontarismo giansenista. E questi sono i maestri degli odierni campioni, spazzati via dall’elezione di papa Francesco… Tra bontadiniani (il povero San Tommaso ridotto ad un platonico per conciliare le cretinate idealiste…), rosminiani/sciacchiani, personalisti d’accatto, cripto-heideggeriani, il cattolicesimo italiano non ha riletto, in anni cruciali, San Tommaso in modo forte, e cioè nella dimensione aristotelica - come un Chenu, ad esempio - e specie di quell’ Aristotele del libro VII della Metafisica. L’esito è stato pessimo perché si è tradotto, per fare un esempio, nell’incapacità di dare risposte serie al fine vita (abbiamo più volte ricordato che le posizioni di Giovanni Paolo II, sollecitato dall’attivista Ruini, contraddicono quelle di Pio XII, molto più fondate e circonstanziate, v. il discorso agli anestesisti cattolici), di portare argomenti congrui in merito all’equiparazione dei generi nella famiglia (ci fosse uno che avesse rilevato la differenza tra una scelta istintuale e la scelta che caratterizza l’uomo! Quest’ultima si configura sempre come scelta di beni che impattano naturalmente sulla vita sociale… L’uomo è un animale ‘razionale’, dice Aristotele, e San Tommaso parla di governo di sé tramite l’habitus, il comportamento costante…, che favorisce la pienezza dell’uomo, il suo ‘attuarsi’... Se io, per soddisfare l’istinto, non cesso di mangiare, che mi succede dopo due ore?), di contrastare in modo argomentato la diffusione dell’aborto che spesso si riduce ad un metodo contraccettivo: a parte le foto dei feti, c’è chi ha proposto argomenti (non gli slogans cretini) a favore della vita che vuol dire solidarietà, che vuol dire giustizia sociale, che vuol dire soprattutto accoglienza e speranza insieme...? Le critiche al papa Francesco dei tradizionalisti, da un lato, para-scismatici, come quelli del blog messa in latino, fiancheggiatori dei lefevriani, quelli sì scismatici, nella sostanza, nonostante il ritiro della scomunica da parte del debole papa Benedetto, e dei massoni, dall’altro, che lo qualificano demagogo, interpellano i cattolici consapevoli, se ve ne sono rimasti… I primi si rifiutano di guardare in faccia la realtà: vogliono che il papa indossi il camauro, usi pastorali d’oro, crocioni, scarpette rosse e anelloni d’oro, perché il papa rappresenta il successore di Pietro che per la verità era un pescatore illetterato… il cui Maestro diceva di non avere neppure una tana come le volpi dove dormire… Sapete cosa risponde San Domenico al papa che, indicandogli il suo fastoso palazzo, gli dice: “Pietro non potrà più dire: non ho né oro né argento?” “Ma nemmeno potrà più dire: alzati e cammina…!” Come la mettiamo, signori feticisti, attaccati ai fiocchi e ai filatteri, con San Domenico nemico degli albigesi? Questi erano dei manichei, perché pensavano che il mondo fisico fosse male… e, come Plotino, volevano fuggire al Padre, perché la realtà attuale è ‘samsara’… E così i calvinisti, più tardi. Sostengono, infatti, sulla stessa linea, che l’uomo fa la volontà di Dio dannandosi, cioè seguendo il male inevitabile…: c’è chi si salva e c’è chi si danna: è già scritto. Quell’agostinismo oltre Agostino, cioè Plotino, da noi criticato, è portato a svalutare grandemente la Creazione e quindi il Genesi V. Il sesso è male (ma il matrimonio??? Il Cantico dei Cantici?); la storia umana è votata all’insuccesso e solo la fede può salvarci: ma la ragione, dono di Dio, resta una luce naturale o no? Conta solo l’intelletto che ha già inscritto in sé le Verità necessarie? C’è dell’idealismo ante-litteram in questo… A parte doni speciali che non neghiamo…, normalmente la conoscenza non avviene a partire dai sensi o invece la natura è ‘samsara’? I sensi sono un mero accidente? O il Signore ‘poverello’ ha assunto ‘questa’ natura (seppur decaduta) nella sua bontà, nelle sue potenzialità? Vien da ricordare l’Agostino che diceva che i peccati dello spirito sono ben più gravi di quelli della carne perché fondati sull’orgoglio, sull’amor proprio come il primo peccato, quello di origine… I feticisti della messa in latino (ma il Signore ‘poverello’ parlava in aramaico e non consta che Pietro conoscesse il latino…, senza fare dell’archeologismo…) non sono interessati al kerygma, al convertirsi, al dono della fede ma al rito, al loro rito che diviene un fine in sé: jam recepisti mercedem tuam, verrebbe da dir loro. Degli altri la critica è connessa alla preoccupazione di salvare la loro ‘gnosi’: se questo papa fa sul serio è un problema… Quanti lo seguiranno? Ma lo Spirito soffia dove vuole e i segni dei tempi di cui ci parlano il Concilio e il magistero di questo papa, un dono di Dio, costituiscono le tracce… del compiersi della Storia della Salvezza.
Carlo Biancheri

domenica 28 luglio 2013

UN ALTRO MONDO

Carlo Biancheri

Abbiamo letto finalmente qualcuno segnalare la distanza stellare tra i talk shows salottieri che  subiamo sui media sulla visita di papa Francesco in Brasile ed il linguaggio autentico del papa stesso.
Va detto che nella maggior parte dei casi e in conseguenza del mezzo televisivo che non sopporta silenzi, i giornalisti debbono parlare in continuazione, dicendo però fior di sciocchezze e lanciandosi in argomenti che non conoscono, non padroneggiano e che si traducono alla fine in messaggi del tutto falsi. Uno diventa autorità nel mondo immaginario odierno per il solo fatto di parlare in televisione: esce dall’anonimato, è uno che vale… Quel che dice è meno rilevante… Basta esserci, esistere… che consiste nell’ affermare il proprio io...
Dai resoconti emergono, a nostro debol parere, i seguenti aspetti per chi approfitta della visita del papa:
  1. La fede diviene propaganda di apparato :il papa trascina tanti giovani, ne consegue che l’organismo di cui io faccio parte ne beneficerà. Chi parla, nella maggior parte dei casi, si tratti di preti o di laici, descrive la fede come qualcosa che va conosciuta e spiegata e venduta come un prodotto: vieni con noi…; del mistero, dell’indicibilità di Dio non c’è traccia: sembra che sia sufficiente fare un po’ di bene…,come esigenza morale, finché dura la fantasia…, dicono a Roma. Quel che conta è l’appartenenza. Ritroviamo lo stesso schema nelle omelie delle chiese, frequentate da ambienti borghesi: grandi esortazioni morali, parafrasi delle Scritture e tira a campare…A voglia il papa a dire, citando Francesco piccolino, che bisogna predicare ‘anche’ con le parole, che vuol dire predicate in primis con la vita! Abbiamo citato più volte il discepolo di San Benedetto, il papa San Gregorio Magno, che sintetizza la vita del Santo, nei Dialoghi, con queste parole: “non predicò diversamente da come visse…” Avete l’impressione di sentir questo nelle liturgie domenicali? E nel sacramento della penitenza vi è mai capitato di sentirvi ringraziare, se mai vi confessate, dal sacerdote per il dono che gli fate riconoscendovi peccatori dinanzi a lui che rappresenta il Cristo poverello, come diceva Francesco piccolino? Nella Chiesa ortodossa la Confessione si fa in fila dinanzi all’icona: prima si prega insieme con il pope, poi questi legge un foglietto che gli dà il penitente dove ha scritto i peccati;  strappa il foglietto e poi gli mette la propria grande stola sulle mani e traccia il segno della croce: libera le mani, lo libera…Questo è quello che i cristiani chiamano Tradizione…cioè la fede vissuta e un simbolismo riconosciuto, significativo.
  2. Giovanni Paolo II, con la sua teologia che osiamo dire debole, cui è seguito un agostinismo che va persino al di là di Agostino con Ratzinger, si è appoggiato troppo ai ‘movimenti’ che spesso confondono la fede con l’affettività, che dura poco e si trasforma nel ‘fare delle cose’…Non c’è chi si chieda nelle folle di ragazzi festanti che vediamo in tv e di preti agit-prop, quando dice ‘Padre nostro’, se veramente creda che il Dio che sta pregando esista…o quando si comunica che vi sia presenza reale in quel pane, come il prete di Bolsena… e cosa voglia dire il Dio con noi, sempre ripetuto...Han mai letto  nella Histoire d’une âme di Teresa del Bambin Gesù, quella che scriveva di sentirsi come una palla abbandonata tra i giocattoli dismessi perché Gesù bambino non giocava più con quella palla, cioè con lei…,l’oscurità  degli ultimi momenti? Sanno che significa ‘fede nuda’ e non gioco perenne, evasione…,auto-gratificazione? Incentivare questa formazione attivistica, incentrata nel far numero, stile CL, o sulla mera volontà…  genera  spostati o persone insincere; pensiamo ai  tanti preti reclutati dai vescovi (per far carriera?)che poi si sono scoperti incapaci di mantenere i voti o addirittura malati…e soprattutto genera una piattezza e una filosofia di vita  fatta di luoghi comuni e di pseudo-buonsenso.
  3. Certo l’imperfezione umana, a cominciare dalla nostra, è l’esito del peccato di origine per un credente…,ma questo non esime dal  prendere in considerazione la grande tradizione dei santi, dei testimoni veri, presenti nella memoria di chi cerca. Prendete Filippo Neri, “Pippo bono” come lo chiamavano in una Roma violenta dove un Orsini poteva uccidere impunemente il marito della propria amante in un crocicchio, sotto il suo palazzo, per andarsene con lei; dove i colti, come Vittoria Colonna, erano cripticamente filo-riformati… o comunque indipendenti come i francesi…, anche in dottrina: da non dimenticare che il fondatore dei cappuccini andò a morire vicino a Ginevra dov’era Calvino e per questo non è santo….Ignazio coi suoi amici intellettuali e nobili tirava tardi la sera per pianificare, organizzare come conquistare il mondo alla fede. Pippo no: anche lui portava in giro per Roma migliaia di persone con un panino e una fiaschetta di vino ciascuno che cantavano nel loro cammino per le sette chiese, le sette basiliche: Vanità, vanità, tutto il mondo è vanità. I ragazzi di strada, all’epoca, quando c’era un giovane predicatore andavano in Chiesa per beffeggiarlo e ci provarono con lui, ma rimasero ammutoliti perché quando parlava diceva quel che viveva; era lieto Pippo. Non va dimenticato che un giorno, da giovane, uscendo dalla messa a piazza Santi Apostoli a Roma fu circondato da un gruppo di giovani che volevano violentarlo(il mondo gay non è una scoperta del secolo scorso…):era biondo e un bell’uomo come si vede ancora nella maschera mortuaria alla Chiesa Nuova a Roma: lui parlò loro di Cristo e i giovani se ne andarono vergognandosi…Non di solo pane vive l’uomo…, ce lo ricorda Dostojevski, nella Leggenda del Grande Inquisitore nei Fratelli Karamazov. Volevano farlo cardinale ma sempre rifiutò e ai suoi che gli dicevano di esser stati nominati arcivescovi rispondeva: e poi? E poi?
  4. Il papa emerito criticava il relativismo, ampiamente sviluppatosi nel pensiero tedesco di cui lui, peraltro, era tributario ed estimatore…,ed è probabilmente qui un aspetto non insignificante della crisi contemporanea. L’esistenza precede l’essenza e ne costituisce la natura diceva Heidegger… e le idee, come nelle classi sociali scendono  a vari livelli fino a giungere all’uomo della strada…Così, in televisione un seguace di Morsi, in Egitto, non fa che ripeterti che lui difende la ‘democrazia’, la ‘sua’ democrazia…che deve imporre a tutti: ricordate ‘Il bene si sa bisogna farlo per forza…’?.Il grillino deputato, adepto di Scientology, nella sostanza…,dirà che deve liberare il sistema dal letame per introdurre il sistema buono: il suo; o bisogna dare il reddito di cittadinanza (con quali soldi? Boh…);o bisogna togliere le pensioni troppo alte (si… ma così si fa come Robespierre  - lo conoscono?- in quanto non c’è certezza del diritto: si cambiano le regole ad libitum…);o bisogna abolire i partiti (per convertire tutti in adepti?);oppure, tutta la colpa è dei mercati finanziari (si…ma bisogna tornare al baratto?).Per secoli si è discusso sui fini e sui mezzi per intervenire nella società. Per ottenere un fine buono è giusto usare un mezzo cattivo? Per esempio mentire, come vediamo fare dai più in televisione? Siamo sicuri che i mezzi non pre-giudichino il fine, il risultato? E che quindi risultino inefficaci, per usare la categoria dell’efficacia di cui parlava Marx? Asserire equivale oggi ad ’esistere’ (cioè ad ‘essere’ per Heidegger…) perché il ‘reale’ è per te…
La fede è un dono, insistono i riformati, non può esser trasformata in propaganda ma comporta adesione vissuta. Come papa Francesco, appunto, e non come i suoi sciocchi commentatori.