COMMENTO
Penso che serva poco rinvangare situazioni del passato e fare delle sterili contrapposizioni. La situazione che il Papa ha davanti è davvero molto difficile, in quanto la sfida da vincere è quella della secolarizzazione, che ha ormai pervaso l’Europa, soprattutto nelle aree prima legate all’URRS di tradizione ortodossa e in quelle del nord protestanti, e che si sta progressivamente infiltrando anche nell’area cattolica, soprattutto attraverso una serie di atti legislativi che separano e allontanano fortemente la legalità dalla morale cattolica. Infatti è stata secolarizzata la trasmissione della vita con la legalizzazione dell’aborto e con la possibilità della fecondazione assistita e dell’uso di embrioni umani, a scopo terapeutico, è stata secolarizzata la famiglia con la legalizzazione del divorzio e con la sua equiparazione ad altre forme di unione tra persone anche dello stesso sesso, è stata secolarizzata la sessualità, liberandola da ogni conseguenza procreativa e da ogni vincolo morale, è stata secolarizzata la morte con l’esclusione di ogni assistenza religiosa, con l’eutanasia ed il suicidio assistito. Tutto questo rappresenta una novità assoluta nella tradizione della civiltà europea, dato che si è imposta una frattura radicale tra ciò che è legale e ciò che è morale. Questo passaggio da un mondo cristiano a un mondo secolarizzato è in Europa un avvenimento talmente nuovo per l’avvenire del cristianesimo da esigere, da parte della Chiesa, una riflessione approfondita e creativa sui metodi di evangelizzazione che, in larga misura, sono ancora quelli del passato. Su queste tematiche penso sarebbe necessario un nuovo concilio ecumenico.
Valerio Colonna
RISPOSTA
Credo che questa lettera meriti una risposta perché per troppi anni posizioni come questa hanno svolto una funzione di leadership nella Chiesa, complice prima un papato da spettacolo e povero teologicamente, poi una linea debole e conservatrice, ad un tempo, che ha permesso a vescovi incolti e prepotenti di allearsi, in Italia, pervicacemente col Berlusconi e i suoi accoliti, in spregio agli ‘ambiti’ chiaramente definiti, tra l’altro, nella Costituzione conciliare Gaudium et Spes. Di questo i cardinali e vescovi in questione, per i credenti, dovranno render conto… Lo scandalo è stato grande e, soprattutto, ha annientato per lungo tempo lo spirito profetico nella Chiesa, postulato dal Concilio c.d. pastorale…, incentivando movimenti pasticcioni ed integralisti che cioè non avevano contezza della distinzione tra fede e costruzione del bene comune nella società, tutta imperniata sulle scelte di prudenza: bene maggiore/male minore, senza pretendere di raggiungere una perfetta coincidenza tra la città di Dio e la città degli uomini nel tempo storico. Questo è l’abc del tomismo che, diciamolo chiaro, ha avuto una rinascita in terra francese, specie negli anni Cinquanta/Sessanta, mentre in Italia conservatori alla Siri conoscevano il tomismo tramite pessimi manuali e, in pratica, sostenevano posizioni oscillanti tra una linea suareziana ed il volontarismo giansenista. E questi sono i maestri degli odierni campioni, spazzati via dall’elezione di papa Francesco… Tra bontadiniani (il povero San Tommaso ridotto ad un platonico per conciliare le cretinate idealiste…), rosminiani/sciacchiani, personalisti d’accatto, cripto-heideggeriani, il cattolicesimo italiano non ha riletto, in anni cruciali, San Tommaso in modo forte, e cioè nella dimensione aristotelica - come un Chenu, ad esempio - e specie di quell’ Aristotele del libro VII della Metafisica. L’esito è stato pessimo perché si è tradotto, per fare un esempio, nell’incapacità di dare risposte serie al fine vita (abbiamo più volte ricordato che le posizioni di Giovanni Paolo II, sollecitato dall’attivista Ruini, contraddicono quelle di Pio XII, molto più fondate e circonstanziate, v. il discorso agli anestesisti cattolici), di portare argomenti congrui in merito all’equiparazione dei generi nella famiglia (ci fosse uno che avesse rilevato la differenza tra una scelta istintuale e la scelta che caratterizza l’uomo! Quest’ultima si configura sempre come scelta di beni che impattano naturalmente sulla vita sociale… L’uomo è un animale ‘razionale’, dice Aristotele, e San Tommaso parla di governo di sé tramite l’habitus, il comportamento costante…, che favorisce la pienezza dell’uomo, il suo ‘attuarsi’... Se io, per soddisfare l’istinto, non cesso di mangiare, che mi succede dopo due ore?), di contrastare in modo argomentato la diffusione dell’aborto che spesso si riduce ad un metodo contraccettivo: a parte le foto dei feti, c’è chi ha proposto argomenti (non gli slogans cretini) a favore della vita che vuol dire solidarietà, che vuol dire giustizia sociale, che vuol dire soprattutto accoglienza e speranza insieme...? Le critiche al papa Francesco dei tradizionalisti, da un lato, para-scismatici, come quelli del blog messa in latino, fiancheggiatori dei lefevriani, quelli sì scismatici, nella sostanza, nonostante il ritiro della scomunica da parte del debole papa Benedetto, e dei massoni, dall’altro, che lo qualificano demagogo, interpellano i cattolici consapevoli, se ve ne sono rimasti… I primi si rifiutano di guardare in faccia la realtà: vogliono che il papa indossi il camauro, usi pastorali d’oro, crocioni, scarpette rosse e anelloni d’oro, perché il papa rappresenta il successore di Pietro che per la verità era un pescatore illetterato… il cui Maestro diceva di non avere neppure una tana come le volpi dove dormire… Sapete cosa risponde San Domenico al papa che, indicandogli il suo fastoso palazzo, gli dice: “Pietro non potrà più dire: non ho né oro né argento?” “Ma nemmeno potrà più dire: alzati e cammina…!” Come la mettiamo, signori feticisti, attaccati ai fiocchi e ai filatteri, con San Domenico nemico degli albigesi? Questi erano dei manichei, perché pensavano che il mondo fisico fosse male… e, come Plotino, volevano fuggire al Padre, perché la realtà attuale è ‘samsara’… E così i calvinisti, più tardi. Sostengono, infatti, sulla stessa linea, che l’uomo fa la volontà di Dio dannandosi, cioè seguendo il male inevitabile…: c’è chi si salva e c’è chi si danna: è già scritto. Quell’agostinismo oltre Agostino, cioè Plotino, da noi criticato, è portato a svalutare grandemente la Creazione e quindi il Genesi V. Il sesso è male (ma il matrimonio??? Il Cantico dei Cantici?); la storia umana è votata all’insuccesso e solo la fede può salvarci: ma la ragione, dono di Dio, resta una luce naturale o no? Conta solo l’intelletto che ha già inscritto in sé le Verità necessarie? C’è dell’idealismo ante-litteram in questo… A parte doni speciali che non neghiamo…, normalmente la conoscenza non avviene a partire dai sensi o invece la natura è ‘samsara’? I sensi sono un mero accidente? O il Signore ‘poverello’ ha assunto ‘questa’ natura (seppur decaduta) nella sua bontà, nelle sue potenzialità? Vien da ricordare l’Agostino che diceva che i peccati dello spirito sono ben più gravi di quelli della carne perché fondati sull’orgoglio, sull’amor proprio come il primo peccato, quello di origine… I feticisti della messa in latino (ma il Signore ‘poverello’ parlava in aramaico e non consta che Pietro conoscesse il latino…, senza fare dell’archeologismo…) non sono interessati al kerygma, al convertirsi, al dono della fede ma al rito, al loro rito che diviene un fine in sé: jam recepisti mercedem tuam, verrebbe da dir loro. Degli altri la critica è connessa alla preoccupazione di salvare la loro ‘gnosi’: se questo papa fa sul serio è un problema… Quanti lo seguiranno? Ma lo Spirito soffia dove vuole e i segni dei tempi di cui ci parlano il Concilio e il magistero di questo papa, un dono di Dio, costituiscono le tracce… del compiersi della Storia della Salvezza.
Carlo Biancheri
Egregio Biancheri,
RispondiEliminala ringrazio per l’attenzione che ha riservato al mio commento e per la sua così ampiamente argomentata risposta, ma, in realtà, mi pare che tra di noi non ci sia contrapposizione. Io mi sono limitato ad enunciare una serie di problemi che la Chiesa dovrebbe affrontare nel momento storico attuale, di fronte ai quali ritengo che occorra una profonda elaborazione dottrinale per attuare una rinnovata pastorale e lei individua e propone una via, davvero molto interessante, quella del ritorno ad un tomismo autentico e filologicamente corretto, che lei ritiene in grado di fornire le risposte agli interrogativi che il mondo attuale pone al cristianesimo. Molto bene! Occorre soltanto fare questa elaborazione…
Lascia un po’ perplessi quest’idea del Biancheri che in San Tommaso d’
RispondiEliminaAquino, vissuto ottocento anni fa, si possano trovare le risposte ai problemi morali dell’uomo d’oggi che la Chiesa dovrebbe fornire, cancellando le altre elaborazioni dottrinali che sono venute dopo. Non capisco proprio cosa possa dire San Tommaso sulle cellule staminali o sulla fecondazione assistita… Bisognerebbe che questa elaborazione di sintesi di risposte ai problemi morali dell’uomo d’oggi si facesse. Ma a chi compete? Al Papa? E papa Francesco è tomista autentico o alla Bellarmino?
Veramente ci si basa anche e molto su Aristotele che è vissuto molto prima e lui diceva:le cose più antiche sono le più vere... Basta leggerlo e non parlarne soltanto e si comprende come sia attualissimo e lo stesso vale per san Tommaso, che ha non pochi seguaci ed estimatori, non ultima l'allieva di Wittgenstein, già professore a Cambridge, Anscombe. Del resto gli avversari non si rifanno a Platone o peggio ai sofisti? E non è vero che in filosofia o si è idealisti o si è realisti (Wittgenstein, Tractatus...)?
EliminaChe ne dice lei di riaprire il problema dell'ossessivo(per non dire paranoico...) Kant sul rapporto tra intelletto e ragione, la facoltà dei principi e quella delle regole? Ha mai pensato che noi oggi ragioniamo sulla base della mera facoltà delle regole(misurabilità ecc...), perché abbiamo messo tra parentesi i primi principi che non si dimostrano, si colgono, dice Aristotele? Come vivere... Non potendo accedere al noumeno ma al solo fenomeno, oggi contano solo le regole che si fondano su una convenzione o no?E allora i valori come si scelgono, mi dica? La democrazia è la norma normans nella vita sociale?E se la maggioranza decide un giorno di sopprimere tutti i bambini perché siamo troppi al mondo? Che si fa? O di sopprimere tutti i Rom e tutti i diversi? Esistono dei principi fondamentali? E quali? Come si scelgono, dica, dica... Al bar, come dice il pensiero debole? Lei cita il Bellarmino che giocò un ruolo non minore nella riforma cattolica... Non siamo affatto interessati alla Scolastica del suo tempo anche perché il tomismo è come un grande dormitorio pubblico dove tutti vanno e vengono: si sa vicino a chi ci si addormenta ma non si sa vicino a chi ci si sveglia (quale filosofo...).
Lei peraltro, hegelianamente, crede alla modernità (come Berlusconi?): chi lo dice che c'è un progresso nella Storia? Hitler era forse un progresso? E Stalin? E Berlusconi(si parva licet...)? Il progresso tecnico non aggiunge nulla all'uomo. Proponiamo San Tommaso e possiamo anche ragionare sulle staminali, perché Tommaso rappresenta un approccio corretto dinanzi al reale. Sostiene che il vero non è convenzionale, spiega qual è il rapporto tra uno, vero, buono ed essere e ne cerca il fondamento. In una parola crede in una scienza che si chiama metafisica. Sa lei perché si chiama così? Perché i libri che trattavano di questa scienza, quando fu riscoperto Aristotele dopo secoli di oblio, venivano dopo quelli della Fisica e, non sapendo come chiamarli, vennero detti Metafisica, metà ta fusicà dopo i libri della fisica....(Kant non era al corrente di questo...). Fa uso dell'astrazione, come facciamo tutti del resto(!), e astratto non è sinonimo di irreale, come viene detto comunemente! L'alternativa è il nulla oppure divinizzare l'esperienza che diviene la totalità dell'esistere, ma lascia inappagati; per tutti valga "La noia" di Moravia. Cominceremo ad affrontare qualche tema e poi ne riparliamo.
Il problema vero, secondo me, è di tipo antropologico, riguarda cioè la concezione che si ha dell’uomo. Se si pensa che per l’uomo la cosa più importante sia soddisfare i suoi piaceri, facendo le esperienze che desidera, nell’ottica che l’unica regola è la realizzazione del proprio piacere, in quanto con la morte tutto finisce, ci si pone in una posizione egoistica, individualistica che può trovare l’unico limite nel non danneggiare gli altri. Se invece si pensa che l’uomo deve salvarsi per conseguire la vita eterna, allora ci si mette nell’ottica che tutta la vita dell’uomo vada costruita per questo fine, rispondendo all’antica concezione dell’”edificare”, cioè costruire quanto serve per la vita futura.
RispondiEliminaSì, ma attenzione a non svalutare la creazione (il famoso Pieper sostenne nel 1974 che se San Tommaso fosse stato carmelitano, si sarebbe chiamato Thomas a Deo creatore...). Maritain insiste nell'"Umanesimo integrale" sulla 'convenienza' umana ad una piena attuazione della natura umana. Sul piano antropologico il piacere..., come l'istinto..., come Sade insegna portano pure all'autodistruzione... come la droga. Perché limitarsi? Questo è il motivo della nostra polemica con la teologia del papa emerito: sottovalutare la densità del creato privilegiando un intellettualismo platonizzante, non pienamente umano... Almeno per noi...
EliminaMa allora se tu Biancheri pensi che il papa Benedetto XVI sbagliava essendo agostiniano invece che tomista, vuol dire che non credi nell’infallibilità del papa e così a sbagliare sei tu.
RispondiEliminaPer incominciare va detto che abbiamo rispetto per il papa emerito,grande omileta. Come noto, nella Chiesa esiste il pluralismo teologico fino a che non si nega una Verità dogmatica. Il magistero ordinario va seguito con rispetto ma si può dissentire quando in coscienza ci sono forti argomenti teologici che vanno in senso contrario. Se così non fosse avremmo dovuto approvare la condanna al rogo di Savonarola da parte di Alessandro VI... di cui si chiede oggi la beatificazione. Come dice il papa Francesco bisogna fare attenzione alla papolatria, già denunziata in "Gargantua et Pantagruel" con l'isola dei papiomani... Il credente in buona fede distingue perfettamente gli ambiti e noi non crediamo che un agostinismo alla H.I. Marrou interpreti correttamente il nostro tempo perché in contrasto con la "Gaudium et Spes": non dà il giusto peso alle realtà create. E poi anche il papa emerito sa bene che il San Tommaso che non citava mai fu ben messo sull'altare, la "Summa Theologiae", durante il Concilio di Trento... Come vede la questione è più complessa di quel che lei ritiene...
EliminaIl fatto è che oggi la coscienza personale rifiuta qualsiasi fondamento
RispondiEliminaesterno a se stessa, nega così la possibilità di una verità oggettiva e
di uno scopo oltre l’autodeterminazione che la coscienza fa di se
stessa. Di qui nasce un neo-paganesimo in cui dominano persuasori più o
meno occulti, manipolatori delle coscienze, che si fondano su ampia
letteratura di divulgazione psicologica, la cui validità è quanto mai
dubbia.
Oggi l’attenzione è quanto mai polarizzata sulla sfera dell’
RispondiEliminaaffettività, che sembra sfuggire al controllo razionale, per il fatto
che la ragione “debole”, filosofica e scientifica, decide ciò che va
bene o non va bene affettivamente, ma senza altre considerazioni che
vadano oltre i limiti di un benessere chiuso entro i confini dell’
ordine materiale. Ci si scontra con il rifiuto implicito di ogni
dimensione trascendente della persona.
Certo la moneta corrente è l'immanentismo ed un approccio materialistico che è reputato essere la Verità tout court, salvo esser completamente smarriti al primo scacco o dinanzi alla morte quando tutto si risolve in una mozione di affetti o in un sentimento di ingiustizia... Mai che ci si chieda qualcosa sul senso/non senso di tutto ciò... La nostra ambizione è di mostrare che mediante il lume naturale si possa ipotizzare che tutto ciò abbia un fine...
EliminaE così, caro Biancheri, anche papa Francesco con la sua lettera di risposta a Scalfari, facendo appello alla coscienza personale, sembra andare verso il relativismo soggettivo e verso l’agostinianesimo platonizzante!
RispondiEliminaChi forma la coscienza per un laico? a quali valori si rifà? guardando dentro di sé si scopre sempre e davvero la verità o si ritrova il proprio egoismo?
Ho letto l'intervento e la risposta di Scalfari, quello che mette insieme Aristotele, Kant e Hegel, mirabile sintesi(!!). Non ha ovviamente capito quanto scritto da papa Francesco. Infatti, in modo immanentista, intendo come weltanschauung..., gli dà fastidio che Dio possa essere Uno e Trino, che Cristo abbia superato quella che per lui è dicotomia tra spirito e carne. Vedremo cosa scriverà, come annunciato, ma temiamo che siano concetti affastellati in quanto non affronta i testi. L'Aristotele che lui disse in passato di stimare aveva bene affrontato il rapporto corpo/anima. Sul punto, se lei legge anche il commentario di Tommaso alla Metafisica di Aristotele ci sono argomenti di profondità impressionante, tutti persi con quel razionalismo illuminista compilatorio e semplificatorio ad un tempo, tutto teso alle dichiarazioni di libertà che giustamente Marx, successivamente, chiamerà libertà formali come opposte a quelle sostanziali. La ragione di cui parla lo Scalfari è razionalismo e non è la medesima cui si riferisce papa Francesco. Dopo Kant la ragione è la facoltà delle regole, del convenzionale, non potendosi conoscere la realtà... Non così per Aristotele dove la ragione sta sotto l'intelletto che è la facoltà dei principi: i primi principi si colgono, non si dimostrano, come, ad esempio, vivere... Quanto al papa Francesco è presto per dire che sia neo-platonico anche se parla di relazionalità (ma in senso costitutivo, cioè ontologico?) del Vero. Certo no, l'umanità non esaurirà la comprensione di tutta... la Verità, ma ci sono verità che non cambiano..., come, ad esempio, il fatto che io non posso esser Carlo e Giovanni al tempo stesso...
EliminaNell'intervento per la pace in Siria, il papa ha iniziato con la bontà della creazione che è il “Genesi” e questo è un leit motiv di Tommaso contro i manichei/catari...Vedremo.
PS. Quanto alla coscienza, è un dato consolidato, purché sia 'retta'... “Quaerentibus in bona fide, Deus non denegat gratiam”... Da qui il riferimento costante agli uomini di “buona volonta” nei testi del Concilio Vaticano II.