mercoledì 30 ottobre 2024

PAESE SICURO: UNA MANICA DI INCOMPETENTI CHE FA DISPERARE SULLE SORTI DEL NOSTRO PAESE


Carlo Biancheri

A seguito della decisione del Tribunale di Roma che, in modo oscuro, ha disapplicato un provvedimento amministrativo, nell’assunto che gli emigranti inviati in Albania non potessero esser rimpatriati nel paese di origine in quanto i rispettivi paesi non sarebbero sicuri in tutte le loro parti, ai sensi della sentenza della Corte di Giustizia n. C406/22, emanata in risposta ad una questione pregiudiziale, sottoposta alla Corte dal Tribunale di Brno nella Repubblica Ceca e riguardante la richiesta d’asilo di un cittadino moldavo, avuto riguardo a quella parte della Moldavia, c.d, Repubblica di Transnistria, riconosciuta soltanto dalla Russia di Putin in ambito internazionale, in quanto occupata da truppe russe, dopo lo sfaldamento dell’Unione sovietica, ci siamo presi la briga di vedere la sentenza in questione.
Si tratta di argomento di urgente attualità in quando adesso il Tribunale di Bologna ha contestato dinanzi alla Corte di giustizia il decreto legge del governo sui paesi sicuri con dei quesiti che forse uno studente di legge che affronti il diritto comunitario al primo anno di giurisprudenza sarebbe reticente a formulare.
Preliminarmente avvertiamo che la sentenza in questione è disponibile soltanto in lingua ceca e in francese: non esiste la versione inglese.
Siamo certi che al Tribunale di Roma conoscano perfettamente la lingua ceca giuridica ed il diritto comunitario … per essersi formati un’opinione.
Conoscendo la piazza dubitiamo fortemente, peraltro, che capiscano il jargon del francese comunitario, oltre a non essere avvezzi a trattare di direttive e di regolamenti abrogati in parte o tuttora vigenti: né ci sono a Roma interpreti che in così breve tempo dalla pubblicazione siano in grado di tradurre correttamente in italiano giuridico una sentenza redatta in francese, peraltro complessa. Dagli anni ’70 in poi in Italia pochissimi conoscono il francese decentemente…
La prima conseguenza è: fischi per fiaschi.
In Egitto e Bangladesh quali sono le parti di territorio cui non si applichi la legislazione di tutela che vige nelle altre parti del Paese, giacché di questo si tratta? Che elementi hanno i giudici per avventurarsi in simili considerazioni? Qualche turista italiano in vacanza li ha informati?
A Bologna invece hanno scoperto l’acqua calda.
I giudici si chiedono: prevale il diritto comunitario o quello nazionale? È inquietante la domanda in quanto formulata da giudici che dovrebbero ben conoscere queste cose perché obbligati ad applicarle. Non staremo a citare tutte le sentenze della Corte di giustizia che affermano che i giudici nazionali debbono disapplicare le norme dello Stato membro quando siano contrastanti esplicitamente con la normativa comunitaria. Inoltre, i Regolamenti comunitari sono direttamente applicabili anche senza necessità di norma di recepimento interno, quando precisi e quando non necessitino di chiarimenti, mentre le direttive, anche se non recepite allorché dispongono obblighi specifici, possono essere direttamente applicate dal giudice, disattendendo le norme nazionali. Altro che emendamento della Lega per sancire la superiorità del diritto interno su quello comunitario; ciò comporterebbe l’uscita dai Trattati europei e in questo contesto internazionale solo degli amici di Putin possono proporre una simile sciocchezza.
Non solo, a Bologna chiedono anche di conoscere quali siano gli Stati sicuri per i richiedenti asilo. Evidentemente anche nella dotta Bologna non si parla ceco ma neppure il francese perché è tutto ben indicato nella sentenza succitata.
La sentenza fa tutta la storia dell’acquis comunitario al riguardo.
Si parte dalla direttiva del 2005/85/CE (poi abrogata dalla direttiva 2013/22) che al paragrafo 1 dà facoltà agli Stati membri di designare i paesi sicuri (…). Ma i giudici di Bologna cosa chiedono?
Si mettano l’animo in pace: vale il principio di sussidiarietà.
Esistono tuttavia dei criteri che sono gli art.29 e 30:
il richiedente asilo deve esser originario del paese in questione, oppure apolide ma con residenza in quel paese e non deve aver fatto valere ragioni personali specifiche che portino a non considerare quel paese come sicuro.
Le condizioni minime per pretendere lo statuto di rifugiati sono contenute in un’altra direttiva 2004/85/CE.
Con direttiva 2011/95/UE vengono indicai gli atti persecutori all’art.9 dove compaiono anche vessazioni a carattere psicologico e sessuale e quindi il quesito sui gay del tribunale di Bologna appare del tutto ultroneo.
C’è di più.
La direttiva 2013/32 all’art.37, scrive la Corte di giustizia, al par.1 indica:
un paese di origine è considerato sicuro allorché sulla base dell’applicazione della legge e del diritto nel quadro di un regime democratico e delle circostanze politiche generali, come definita dall’art.9 della direttiva 2011/95, si può dimostrare che in modo generale ed uniforme non si è mai fatto ricorso alla persecuzione, né alla tortura né a pene e trattamenti inumani e degradanti e che non sussistono minacce a motivo di una violenza cieca, determinata da situazioni di conflitto armato internazionale o interno. Inoltre, nella valutazione del paese si fa rinvio alle decisioni e alla Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura per il rispetto delle libertà fondamentali e se sussistano nel paese in questione sanzioni efficaci per punire eventuali violazioni.
Nel 2024 è stato, peraltro, approvato un Regolamento (2024/1348) che abroga la direttiva 2013/32 che consente agli Stati membri di considerare uno Stato sicuro anche se una delle sue parti non lo sia: quindi un allentamento della norma…
Detto Regolamento tuttavia entrerà in vigore il 12 giugno 2026,ne consegue che attualmente la normativa applicabile è ancora quella precedente.

Come appare a nostro debol parere, la quasi totalità dei quesiti dei giudici è contenuta nella famosa sentenza in questione che dubitiamo sia stata letta e compresa.

Ma questo è gravissimo per il Paese.

 

...

 

domenica 1 settembre 2024

IL MINISTRO DEGLI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE NOVELLO CHAMBERLAIN

Carlo Biancheri


Nell’ultima riunione del Consiglio degli Affari Esteri Informale della UE il ben noto Vice Presidente del Consiglio italiano, nonché Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On.le Tajani, si è opposto, a nome nostro, alla proposta di togliere restrizioni all’uso di armi, consegnate all’Ucraina per difendersi dall’invasione russa, nel territorio del paese invasore.
Noi difendiamo l’Ucraina, non siamo in guerra con la Russia ha dichiarato in modo solenne, forse per passare alla Storia come voleva fare il governatore dello Stato di Milano ne I promessi sposi dell’amato Manzoni: ci passò alla Storia ma non per aver preso Casale dopo l’assedio, come sperava, anzi la sua carrozza fu presa a sassate dai ragazzi quando se n’andò da Milano.
Il giorno dopo la sua roboante dichiarazione il catalano Borrell, Alto rappresentante UE per gli Affari Internazionali, ha sommessamente rilevato che si trattava di affermazione ridicola, peraltro in linea con quella della quinta colonna della UE, l’ungherese Orbàn, che fa di tutto per aiutare l’amico Putin ed ostacolare gli aiuti al paese aggredito.
Si suppone che un Ministro degli Esteri conosca il diritto internazionale (…) anche se la sua formazione è quella di giornalista della cronaca di Roma del giornale Il Tempo, cioè omicidi, incendi et similia. Proprio questo diritto consente che lo Stato oggetto di aggressione risponda in modo proporzionato colpendo gli obiettivi militari nel territorio dell’aggressore. Una dichiarazione siffatta che ha poco fondamento con la realtà, in quanto l’On.le Ministro dovrebbe mandare i carabinieri italiani al confine russo-ucraino per verificare se le nostre bombe hanno passato il confine dell’Ucraina, denota quell’ambiguità tutta italiana di cercare sempre di tenere il piede in due scarpe, come si suol dire, per non scegliere mai: non si tratta di cinismo machiavellico ma piuttosto dell’arte di Michelaccio: altro che popolo di ‘eroi, santi, navigatori’ ecc…
Ricorderemo al Signor Ministro che non disdegna, da romano qual è, di richiamare la tradizione cattolica, per quanto sia stato famigliare per lustri del Berlusconi, massone piduista e quindi incompatibile per prassi di vita e credenze con il cattolicesimo, anche se ci ricordava di avere la zia suora (…), che sant’Agostino, Dottore della Chiesa – per non citare Tommaso d’Aquino…- nel De Civitate (Lb IV,4) scrive: Se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri? Perché anche le bande dei briganti che cosa sono se non dei piccoli Stati? È pur sempre un gruppo di individui che è retto dal comando di un capo, è vincolato da un patto sociale, e il bottino si divide secondo la legge della convenzione. Se la banda malvagia aumenta…possiede territori, occupa città, sottomette popoli, assume più apertamente il nome di Stato…’. Se ne deduce che non c’è nessuna pace vera senza giustizia e che un nuovo Consiglio di Vienna non sarebbe affatto la garanzia di una pace giusta dove l’aggressore ritiri le sue truppe e ripaghi, per quanto possibile, i danni inferti all’aggredito. La giustizia non è quella del sofista nella Repubblica di Platone, che definisce giusto il volere del più forte, ma suppone piuttosto concetti come quello di giustizia commutativa – a tutti lo stesso- e distributiva -ad ognuno ciò che gli spetta- come scrive bene Aristotele: in una parola è il rispetto della persona.
Per far la pace occorre essere in due e non sembra proprio che Putin intenda o possa fermarsi senza aver ottenuto quel che vuole: prima la Georgia, poi la Crimea, ora l’Ucraina e …poi?
Per la Corte penale internazionale Putin è ricercato come criminale di guerra, dopo le stragi compiute in Ucraina, e non è forse puro irenismo prefigurare accordi di pace con un soggetto che non sembra diverso da Hitler o Stalin – che, per inciso, ammira tanto…-?
Non è forse la logica condannata dalla prima lettera di san Giacomo a proposito della fede senza le opere: Se un fratello o una sorella sono nudi e hanno bisogno del pane quotidiano e uno di voi dice loro:’ Andate in pace, riscaldatevi nutritevi’, senza aver dato loro il necessario per il corpo, a che giova? (1,14-17). Lo stesso vale per gli aggrediti che non hanno bisogno di parole di incoraggiamento ma di aiuto per difendersi.
Chamberlain credeva di poter trattare con Hitler incominciando a lasciar correre sull’occupazione dei Sudeti e poi si è visto come andata.
Come scriveva don Milani, a proposito della Resistenza, la legittima difesa esiste e va applicata anche all’Ucraina senza ipocrisie o convenienze di coalizione, avendo in barca personaggi come Salvini.





...

domenica 25 agosto 2024

IL GOVERNO AMATORIALE IN UN TEMPO DI CRISI

 Carlo Biancheri

Il livello della nostra classe politica corrisponde generalmente a quello di una società che non spera più in un futuro migliore ma bada soltanto ad eternizzare l’istante e a parare i colpi che derivano dal contingente.

Sembra che dopo la sbandierata e ricorrente morte di Dio  – anche al tempo dei presocratici si annunciava che le selve erano vuote e che il gran dio Pan era morto – adesso l’uomo non se la passi bene.

Le Chiese che dovevano fornire un ‘supplemento d’anima’, in ambito cristiano, quelle ortodosse autoctone sono guidate da membri del servizio segreto locale, come ai tempi dell’URSS, del resto: i patriarchi di Bulgaria e Romania lo erano e Ceaucescu  perseguitò ed uccise tutti i vescovi cattolici, perché si rifiutarono di fondersi con la Chiesa ortodossa, prona al potere, in linea con la tradizione cesaropapista di quelle Chiese. Il patriarca di Mosca, altrimenti definito ‘chierichetto di Putin’, non fa eccezione, anzi ne è la conferma, e usa nella sua Chiesa gli stessi metodi dell’amico, criminale di guerra, Putin: il paradosso del Vangelo d’amore che proclamano porta la guerra e la morte ad altri esseri umani.

La Chiesa cattolica, sotto la gestione gesuitica, è ridotta ad attivismo politico inconcludente e per lo più errato.

La predicazione è principalmente orizzontale col risultato che la Trascendenza e l’altra Vita si confondono, per lo più, col progresso umano.

Del resto il papa cita nelle sue Encicliche Teilhard de Chardin, gesuita antropologo arrogante, come spesso sono i membri della piccola nobiltà francese, quale egli era. Ora Teilhard con la sua teoria di Alfa ed Omega sembra far coincidere l’evoluzione con la terra nuova e i cieli nuovi del Vangelo. Cita anche il gesuita Rahner, il papa, che si affanna a descrivere la Trinità, il più alto mistero cristiano, nella relazionalità delle persone, ad extra, cioè la manifestazione storica del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, senza parlare della Trinità ab intra, cioè della vita di Dio, in altre parole della Trascendenza. Bisogna proprio esser dei seguaci di Prometeo o come Pelagio, fregarsene della grazia divina, per pensare di cambiare il mondo con la semplice volontà umana. I martiri del nostro tempo, per lo più dei Paesi emergenti, sono coloro che non esitano a dare la propria vita, perché credono sinceramente alla presenza di Dio e del Cristo, non gli attivisti che per sentirsi buoni (e ammirati come i farisei?) operano con la logica di donna Prassede de I Promessi sposi: ‘il bene si sa, bisogna farlo per forza…’

Nel mondo intellettuale il grigiore è plumbeo: romanzetti, filosofi definiti tali nei talk show, prodighi di castronerie, soprattutto quel che impera è l’affermare, mai il dimostrare la propria affermazione, come se il sentire individuale fosse di per sé sufficiente: il regno della doxa, dell’opinione. L’eternizzazione dell’istante provoca l’assenza d’aria perché non c’è il futuro, la speranza.

Nessuno lo dice ma l’idolatria dell’io di Ottocento e Novecento  e la riduzione dell’essere all’esistente ci ha portato a questo.

In questo ambito noi siamo affidati a dei reggitori che sembrano gli attori di una compagnia da avanspettacolo o teatro di provincia. Non ci avventureremo ad affermare che Arianna abbia avuto un peso nelle nomine alle Ferrovie, né se il cognato di Giorgia detto ‘Lollo’, che cambia i dirigenti del suo ministero con la velocità della trottola, sia un valente ministro dell’Agricoltura e quant’altro. Non ci interessa che si siano lasciati con Arianna: fatti loro.

Sulle nomine che conosciamo possiamo tranquillamente dire che i Commissari alla Consob, la Commissione che controlla le società che fanno ricorso al pubblico risparmio e la borsa, da loro nominati non sono adeguati: una è la sorella del ben noto Alemanno la cui professionalità era legata alle tasse, avendo lavorato all’Agenzia delle Entrate – come dire i cavoli a merenda con il mercato di borsa – l’altro non sembra  che abbia lo standing, e cioè quella esperienza professionale dei mercati mobiliari che vanno dal diritto societario, incluse le OPA, e la corporate governance, alla trasparenza informativa, agli abusi di mercato, alla negoziazione di borsa, al clearing e al settlement delle transazioni, ai principi contabili sottostanti ai bilanci, al lavoro dei revisori contabili ed ai loro principi di revisione e che un Commissario deve avere alla Consob: aver lavorato nell’istituzione stessa non è garanzia sufficiente. Sembra anche che il giornalista Ministro Sangiuliano, devoto di Croce -noi siamo felicissimi che sia finita la iattura della dittatura crociana – e solerte negli svarioni, allorché confonde un secolo con l’altro, faccia delle nomine curiose in ambito culturale, attribuendo responsabilità a  gestori di servizi di autonoleggio... Lo spoil system amatoriale dei neogovernanti ha conseguenze negative sull’interesse generale.

Il Ministro dell’Economia è evasivo, cerca di scaricare la responsabilità sugli altri a fronte di una finanziaria dove mancano i soldi: un consiglio, li prenda di nuovo dal bancomat di quei ricconi dei pensionati: sono deboli! Le tasse non si riescono a far pagare e lo sbandierato aumento delle entrate è dovuto ad altri fattori, diversi da quello che consiste nello scovare gli evasori. Si lamenta anche del PNRR perché per lui è un Gosplan dell’era sovietica… L’Europa ci dà anche soldi a fondo perduto per fare cose necessarie a civilizzare un paese anarchico, incapace di fare opere che languono da decenni e i nostri eroi rispondono col tratto che li contraddistingue.

Si dà naturalmente la colpa, se le cose non vanno bene e se cresciamo troppo poco, alla Commissione Europea – brava Giorgia che ci ha isolati di nuovo!- e alle regole comunitarie, approvate peraltro dal Ministro di Cazzago (dov’era?). Avevamo capito che crescevamo più degli altri ma sembra che tra i G7 adesso, nel trimestre, siamo penultimi.

Non basta dire: gli italiani ci hanno votato e noi realizziamo il programma (pessimo). La percentuale degli italiani che vi hanno votato, visto il tasso di astensione, è bassa e la vostra performance al Governo è negativa.

Apprendiamo, altresì, che il candidato Commissario europeo Fitto sta approfondendo l’inglese tecnico. Confessiamo di non capirlo bene neppure quando parla in italiano, quindi temiamo che l’apprendistato cui si è sottoposto produrrà i suoi frutti fra qualche anno e non ora che sarebbe necessario.

Per noi poverini la politica è quella del quadro del buon governo a Siena e non l’apparenza e la declamazione e, pertanto, cerchiamo chi dica il vero e sia competente: vaste programme avrebbe detto il generale De Gaulle!

venerdì 19 luglio 2024

UN GOVERNO INETTO HA MESSO L' ITALIA ALL' ANGOLO IN EUROPA

Carlo Biancheri

Lo avevamo scritto: non si passa impunemente dalla Garbatella, quartiere di Roma, allo scenario internazionale prima di conoscerlo veramente. Il governo è riuscito ad isolare l'Italia in Europa presumendo di sé e continuando con la cantilena che la Von der Leyen non ha colto il presunto messaggio che sarebbe venuto dalle elezioni europee anche se i numeri non lo confermano. Così la donzelletta ha votato contro la candidata del partito popolare europeo che è uscita lo stesso e bene, senza i fratelli della c.d. Italia con l'ottimo risultato che bisognerà vedere cosa ci avrà guadagnato il paese in Europa per questa bella sceneggiata da 'impuniti' si direbbe a Roma, sfacciati si dice al Nord.
Noi siamo forti perché il governo è stabile? Davvero? Votando in modo diverso su temi tanto importanti con componenti che stanno col lupo invece che con l'agnello, cioè con l'aggressore e contro l'aggredito cui si chiede di difendersi con una mano legata dietro alla schiena: armi sì ma possibilmente da usarsi solo nei poligoni di tiro non contro chi spara missili supersonici su ospedali pediatrici o compie crimini di guerra.
Vedremo quale posto di prestigio avremo in Commissione e quali grandiosi rapporti con la Commissione intratterrà il governo. Certo a Bruxelles il messaggio del tipo: “mò te faccio vedere io...” risulta non pervenuto.
E, mentre il quadro internazionale si degrada, ci vorrebbe gente capace a rappresentarci e invece ritornano i soliti scandali endemici in un paese dove i colpi cascano sempre all'ingiù -scriveva l'amato Manzoni- e i controlli colpiscono soprattutto i rubagalline o quelli che ben sanno quanto i controlli latitino ma esagerano nel fare i loro affari: Genova e Venezia saranno solo gli epigoni, temiamo.
Difficile far tornare gli elettori al voto quando anche nell'opposizione il PD in buona parte, gli adepti della setta e i c.d. verdi e sinistri vogliono la resa di un paese aggredito come se l'aggressore si fermasse lì: forse nei loro sogni o nel paese delle meraviglie di Alice...
Il paese non è fatto di santi e di navigatori (...) ma non merita questo.

 

 

 

 


lunedì 8 luglio 2024

IL MINISTRO DI FORMAZIONE BAR SPORT HA PERSO UNA BUONA OCCASIONE PER TACERE

 Carlo Biancheri



Abbiamo ascoltato con raccapriccio quanto il Salvini ha obiettato alle considerazioni assennate del Capo dello Stato in occasione della settimana sociale dei cattolici a Trieste.
Il Presidente Mattarella aveva rilevato quel che i cattolici di formazione – di altri tempi…- sanno benissimo e cioè che la volontà della maggioranza incontra dei limiti precisi e che tutto va sussunto nell’ambito del bene comune.
Il Ministro, scuola bar Sport Milano Rogoredo, si è affrettato a dichiarare che ci mancherebbe altro che la minoranza divenisse dittatura della maggioranza. Parole al vento…
L’ignaro non sa, ma glielo spieghiamo noi, che innanzitutto la sua maggioranza non è proprio rappresentativa atteso che un votante su due non si reca al voto… e quindi sarebbe bene finirla con la retorica degli italiani hanno votato ergo facciamo quello che ci pare ma se anche lo fosse, la maggioranza opera nel quadro della Costituzione dove ci sono dei principi fondamentali inviolabili a cominciare dalla dignità della persona umana. Si aggiunga che l’Italia, sempre in base alla Costituzione, aderisce alle Organizzazioni internazionali e si conforma al diritto internazionale generalmente riconosciuto (art.10 Cost.) e noi abbiamo sottoscritto la Dichiarazione Universale sui Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite, redatta in gran parte da Jacques Maritain, che certamente al bar Sport sarà stata oggetto di dibattito giacché sancisce, tra l’altro l’uguaglianza di ogni uomo, le libertà fondamentali, la non discriminazione ecc. ecc.
Supponiamo che la maggioranza decida che i bambini di religione ebraica o musulmana non possono frequentare la scuola: è legittimo?
Oppure che i bambini di colore nero debbano giocare in campi separati da quelli di colore bianco: si può fare?
Oppure che non si debbano più soccorrere gli emigranti in difficoltà in mare: nessuna obiezione?
Ancora, se si decidesse che è vietato, come in Cina (ma anche in Russia e il Salvini lo sa bene dati i suoi contatti), insegnare nelle scuole la religione cattolica: tutto a posto?
È proprio anche sulla base della volontà della maggioranza che personaggi come Hitler, Stalin e il nostro squallido Mussolini hanno giustificato l’eliminazione/morte di milioni di ebrei, Rom, disabili ed omosessuali oppure la soppressione dei contadini ucraini (coincidenza…) oppure delitti politici (Matteotti) o gli inviati al confino per idee politiche ed altro, senza omettere le stragi nelle colonie.
Segnaliamo infine che sul punto esistono intere biblioteche di giuristi e filosofi del diritto: non si sa mai che tra una partita e l’altra al bar Sport si riesca a dare un’occhiata e se ne parli.







.