Io credo che il rispetto per le altrui idee sia buona norma, ma non possa prescindere da quel che si dice. Io non ho alcun rispetto per le idee di Hitler, di Mussolini, di Lenin o di chi teorizza la pedofilia, per fare qualche esempio… E’ una sciocchezza che deriva dall'errata convinzione che la verità sia dialettica e che, quindi, qualsiasi affermazione debba esser messa sullo stesso piano di un’altra. E’ un po’ come la volontà della maggioranza che non è criterio assoluto di verità: in un mondo di matti, dice Aristotele, i savi sono considerati matti. Ci vuole dunque un quadro di diritti universali, una sorta di quadro giuridico, cui più volte abbiamo fatto riferimento in questo blog e che sono quelli contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo; tutti i politici dovrebbero conoscerli e, invece, vengono contraddetti ad ogni piè sospinto… Purtroppo, va aggiunto, alcuni Stati membri dell’ONU, con larga parte di cittadini di religione musulmana, vorrebbero modificarli, in quanto non contribuirono, subito dopo la seconda guerra mondiale, ad elaborarli…, ma si può forse negare un’affermazione come ‘ogni uomo ha diritto alla vita’ o ‘ogni uomo nasce libero’?
Il Concilio ecumenico Vaticano II elaborò la nozione di dialogo interreligioso. Dialogo vuol dire ricerca insieme partendo da presupposti comuni, altrimenti non si dialoga, si vuole prevalere sull'altro. L’esito del dialogo non è predefinito, in quanto si tratta di un percorso. Ci sono dei valori che possono essere comuni, come il concetto di Dio trascendente, Dio misericordioso, la fraternità, la condivisione, la pietà per il povero. Su questo va fatto perno contro chi ha una visione integralista e cioè confonde religione e cosa pubblica. La bassa cultura corrente di intellettuali, anche di prestigio, sostiene che il rifiuto dell’integralismo è una conquista illuminista e liberale. Senza nulla togliere a questi signori, i principi di laicità hanno la loro base nel Medio Evo che ha preparato il Rinascimento. Solo la propaganda protestante ottocentesca lo ha dipinto come un’epoca buia; oggi nessuno lo sostiene più, tranne i nostri provincialotti che arrivano sempre in ritardo… Non tutti vogliono dialogare: è vero. Per ragioni di lavoro ho viaggiato per molti anni in Paesi musulmani e ricordo di aver sempre (o quasi) goduto di accoglienza ed amicizia, anche in periodi in cui iniziava l’avversione verso l’Occidente. Del resto, dopo la caduta del muro di Berlino, gli americani, che certo non sono dotati de l’ésprit de finesse, hanno rozzamente favorito un odio anti-occidentale, sparando, per così dire, nel mucchio e imponendo l’american way of life in contesti del tutto alieni. Ciò detto, da parte islamica vi è stata troppa tolleranza negli anni nei confronti di chi voleva l’imposizione universale della legge islamica con la forza, o vendicare imprecisati torti con la violenza selvaggia sugli inermi. Non c’è gerarchia nell’Islam e ci sono diverse ‘confessioni’ e questo impedisce un’azione organizzata. Anzi, basta un principe qualunque, carico di soldi, per finanziare per decenni il terrorismo organizzato.
Si invoca chiarezza da parte del papa e certi cristiani si sentono disorientati, come il convertito Messori. Forse i neofiti si aspettavano la parusia in quattro e quattrotto…
Chi si lamenta, perché non legge le lettere di Paolo o gli Atti degli Apostoli? Si accorgerà che nella Chiesa da subito vi sono state tensioni. Paolo dà dell’ipocrita a Pietro… per via del rapporto con i pagani. Che significa questo? Non si turbi il cuor vostro… Nella liturgia si legge in questi giorni la bellissima prima lettera di Giovanni che ricorda che Dio è amore e che chi dimora in Dio non ha timore. Basta essere perenni infanti, aspettando continue risposte dalla gerarchia, quasi fosse il papà. C’è anche la coscienza che va ‘informata’ nella comunità. Il sacerdote, se vive il suo carisma…, amministra i sacramenti ed è solo un po’ più avanti, ma non è il dominus.
L’inizio della Regola di S. Benedetto è: "Ausculta fili praecepta magistri" e cioè:"apri il cuore".
Secondo me prima della libertà di espressione c'è il rispetto verso gli altri.
RispondiEliminaSì, certo, anche se non c'è incompatibilità tra le due cose. Molte volte la libertà di espressione si traduce in aggressione, ma la risposta è forse uccidere?
EliminaRibadendo l’orrore per le stragi di Parigi, possiamo, nel nome di quella libertà che invochiamo per “Charlie Hebdo”, dire che “Charlie Hebdo” è un giornale orrendo, che vive sputando sulle cose più care per miliardi di persone? La linea editoriale può essere laica, atea e nihilista, ma un limite al buon gusto, alla civile convivenza e al rispetto per gli altri sarebbe auspicabile. La libertà di parola, come ogni forma di espressione, ha un limite, quello di non offendere gli altri e “Charlie Hebdo” ha offeso ebrei, cristiani e musulmani credenti.
RispondiEliminaMi pare che di cose offensive ce ne siano a iosa nella nostra società. Io mi sento più offeso dal mendacio dei politici, dal fatto che persone muoiano per strada nell'indifferenza generale, dalla carenza di paideia per le giovani generazioni, dal non sviluppare una cultura alternativa a quella edonistica corrente che porta appunto al nulla del rap e dell'omicidio stupido, crudele insieme... Sempre con l'esibizionismo del messaggio ai posteri... e questo dovrebbe far pensare: che caricatura dell'umano è questo? La parata dei potenti mediatizzati oggi a Parigi vi porrà rimedio? Temo proprio di no... Dipende da noi...
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