Renzi
ha detto che se vince il NO si torna indietro di 30 anni. Ma si rende conto di
come si viveva meglio allora? Va beh, lui aveva solo 10 anni, ma la storia
dovrebbe conoscerla...
Allora non esistevano i contratti cococo, a progetto, lo jobact, la partita iva, i voucher, si andava in pensione ad un’ età decorosa con una pensione soddisfacente, c'era l'articolo 18 e le tutele per il lavoratore, la benzina costava £1.258 tradotto in €0,65 al litro, c'erano tanti concorsi per i posti pubblici, non c'era il ticket nella sanità pubblica, a 25 anni ci si poteva permettere di metter su famiglia perché non c’era la disoccupazione giovanile di adesso. E chi ha rovinato tutto?
Allora non esistevano i contratti cococo, a progetto, lo jobact, la partita iva, i voucher, si andava in pensione ad un’ età decorosa con una pensione soddisfacente, c'era l'articolo 18 e le tutele per il lavoratore, la benzina costava £1.258 tradotto in €0,65 al litro, c'erano tanti concorsi per i posti pubblici, non c'era il ticket nella sanità pubblica, a 25 anni ci si poteva permettere di metter su famiglia perché non c’era la disoccupazione giovanile di adesso. E chi ha rovinato tutto?
Andrea
Finotti
Carlo Biancheri
Guardi
noi non amiamo Renzi che consideriamo espressione della decadenza del paese.
Abbiamo
sentito il dibattito in Parlamento oggi e ci è parso, però, che gli altri siano
molto peggio.
Se
vince il no non è vero affatto che non accadrà nulla, come dicono
mentendo degli insipienti. Viviamo in un contesto eccessivamente condizionato
dagli eventi internazionali – a ben vedere forse è sempre stato così nella
Storia…- e la vittoria del no verrà presa all’estero come il rifiuto di
cambiare o meglio come la volontà di affidarsi a dei poveretti che non
conoscono neppure l’abc della gestione della cosa pubblica e che
proferiscono in continuazione propositi da squilibrati.
Il
Grillo si è persino avventurato a contestare le cifre fornite da Padoan, forte
della sua cultura economica da avanspettacolo: lui sa come si deve governare…
All’estero
il pregiudizio nei confronti del paese è ormai atavico: italiano è, salvo
eccezione, sinonimo di chiacchierone, superficiale, orecchiante da tener
fuori dai consessi che contano perché inaffidabile. Al massimo è un buon
albergatore…
Lei
ricorda gli aspetti positivi di trent’anni fa ma omette di dire che il governo
si cambiava annualmente fino a Craxi, la svalutazione della lira, prima
dell’aggancio al marco, per cifre superiori al 20% avveniva periodicamente ed
il Tesoro non riusciva a collocare il cospicuo debito pubblico nelle aste. Il
tasso d’interesse era alto e anche con l’inflazione… Inoltre, la bolla
immobiliare cominciava a crescere. Negli anni Settanta la situazione era quasi
insurrezionale e nel periodo successivo seguirono gli scandali, il patto stato/
malavita organizzata, un partito comunista al governo ed all’opposizione al
tempo stesso (il compromesso storico…), i sindacati che contribuivano
allegramente ad aumentare il macigno del debito pubblico che ci ritroviamo ora,
il cui aumento serviva ad assicurare la pace sociale. L’Europa era residuale
(diversamente da come la consideravano i centroeuropei che la gestivano); la
normativa della UE non la rispettavamo: eravamo il paese col maggior numero di
condanne per mancato recepimento della legislazione europea. Senza far parte di
confraternite laicissime… non si faceva carriera nel paese e poi la
commistione del potere politico con i servizi segreti, il parastato…,gli
attentati, più tardi, contro i magistrati, le bombe a S. Giovanni in
Laterano, agli Uffizi, alla basilica paleocristiana attigua all’arco di
Giano… Gli anni ’80 ci hanno poi regalato il governo del ben operare col
cavaliere cantante per ben vent’anni, dopo il fattarello di Gelli…
È difficile comparare epoche storiche
anche perché il contesto varia ed oggi noi ci confrontiamo con una crisi
economica superiore a quella del 1929. Dopo la crisi della finanza determinata
dagli anglosassoni che hanno voluto ed imposto un mercato mobiliare senza
regole e senza controlli per decenni, in sede OCSE, FMI, Basel Committe, UE, G7,
G20 abbiamo subito un liberismo darwiniano scriteriato in economia che ha
portato ai demenziali accordi GATS e GATT - approvati da quel Tremonti
amico della Lega che ora li disconosce! – dove in pratica si privilegiava solo
il minor costo: come faceva l’Italia a competere con paesi che garantivano un
salario mensile di 150 dollari? Senza pensione e senza assistenza sanitaria? Tutto
ciò è stato fatto sull’altare delle multinazionali, fregandosene del futuro e
dell’equilibrio dei paesi. I politici pensavano: tanto io duro per dieci anni e
après moi…
Come
vede non c’è da brindare né si può lodare il tempo che fu, quando in
Confindustria comandava la FIAT e l’Amministrazione, sempre inefficiente…, prendeva
ordini… C’era chi diceva che Gianni Agnelli dicesse sciocchezze in tre lingue e
dai risultati… forse non aveva torto. Adesso noi ci troviamo in una fase di
profondo cambiamento del sistema produttivo e del modo di vivere e la gente, gli
investitori sono nell’incertezza sulla piega che si prenderà. In un tempo di
cambiamento ci vorrebbero degli umanisti al comando cioè gente veramente
dedita a salvare ciò che è umano e invece si vedono tanti saccenti presuntuosi
incapaci di sintesi, purtroppo… dei demagoghi.
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