lunedì 13 novembre 2017

CONSOB/BANCA d'ITALIA: la chiave del problema è nella "unsolicited assistance" (aiuto non richiesto)


Carlo Biancheri

Sulla vicenda della vigilanza delle banche venete, commissariate e poi cedute, sono stati scritti fiumi di inchiostro ed abbiamo ascoltato profluvi di parole, la maggior parte a sproposito, come ormai avviene di consueto nelle analisi che si vogliono documentate o nei proclami politici del paese di Pulcinella.
Ne trattiamo, soprattutto, per svelare non ai nostri venticinque lettori che già lo sanno, ma a chi  si aggiungesse a loro che l’opinione pubblica è spesso sviata da faziosi, incompetenti o manipolatori.
Abbiamo sentito fino alla noia nei programmi televisivi dei moralizzatori della sinistra dura e pura, segnatamente la Gabanelli, ribadire che, se ci fossero stati i famosi scenari probabilistici nell’informazione contenuta nel prospetto di offerta dei titoli emessi dalle banche fallite, i poveri risparmiatori non sarebbero stati tratti in inganno. Di più, Giannini di Repubblica ha scritto che,  a fronte della risposta della Consob, in base alla quale gli scenari non si potevano inserire, in ragione delle disposizioni comunitarie -va ricordato agli immemori che la legge nazionale non può contrastare con quella europea, pena la condanna da parte della Corte di Giustizia e financo la disapplicazione  della norma in contrasto  con il diritto comunitario da parte degli stessi giudici italiani, a seguito della giurisprudenza della Corte Costituzionale- seppure non fossero previsti dalla normativa UE, nulla vietava che potessero esser aggiunti al prospetto.
Premesso che quasi nessun investitore legge i prospetti e se li legge sarebbe utile verificare quel che ha capito, le cose non stanno affatto come  hanno sostenuto i due giornalisti, evidentemente “imboccati” da qualche quinta colonna che mal conosce la regolamentazione europea, in quanto, in virtù della cosiddetta procedura Lamfalussy che regge ormai la normativa europea nel settore finanziario e cioè:
primo livello (Regolamento o direttiva comunitaria) dove si stabiliscono i principi; 
seguono le norme applicative e cioè il secondo  livello, in base al quale le Autorità europee di settore, ESMA nella fattispecie, propongono alla Commissione europea le disposizioni applicative e la Commissione normalmente le adotta e tutte le norme di cui sopra sono giustiziabili dinanzi alla Corte di Giustizia, la Consob ha chiesto di inserire gli scenari, fondati su ipotesi controverse, che nessuno applica in sede internazionale - negli Stati Uniti la SEC lo consente, ma vuole che i collocatori dei titoli, cioè gli intermediari, siano corresponsabili con l’emittente i titoli di quanto descritto, col risultato che nessuno si sogna di prevederli nel prospetto, temendo una class action – ma è rimasta completamente isolata in ambito ESMA e, pertanto, la Commissione europea non li ha previsti nell’emanare le norme di livello 2.
Perché non si può aggiungere nulla al prospetto? Perché il prospetto vale per tutta Europa senza bisogno di approvazione ulteriore da parte di un’altra autorità competente e cioè gode del passaporto europeo. Se i cosiddetti “opinionisti”, ma soprattutto i parlamentari pentastellati o della Lega che si sono lanciati nel dibattito della Commissione  bicamerale sulle banche con una serie di castronerie, studiassero e si documentassero – sono pagati per questo…- prima di scrivere o di parlare, ne godrebbe il paese. Basterebbe che dessero un’occhiata al considerando 4 del Regolamento 2017/1129  sul prospetto di offerta pubblica (che non aggiunge nulla di nuovo sul punto alla precedente direttiva 2003/71/CE, ora abrogata) e che qui riportiamo: ”Approcci divergenti determinerebbero la frammentazione del mercato interno, in quanto gli emittenti, gli offerenti e le persone che chiedono l’ammissione alla negoziazione su un mercato regolamentato sarebbero sottoposti a norme diverse nei diversi Stati membri, il che potrebbe impedire che i prospetti approvati in uno Stato membro possano essere utilizzati negli altri Stati membri”. Bisogna essere Einstein per capirlo? E tant’è…
Nella Commissione bicamerale in questione naturalmente i parlamentari di quel gruppo, che non riusciamo a definire e che cresce nei sondaggi nel paese dei… , questo argomento lo hanno ripreso, con la conoscenza e l’equilibrio che li contraddistingue.
Ma c’è di più, uno del M5S,dal tono un novello Torquemada, voleva a tutti i costi mettere in crisi una della due Autorità di vigilanza e quindi ha chiesto in tono perentorio al Direttore Generale della Consob, Apponi, perché mai la Consob stessa non avesse chiesto il parere alla Banca d’Italia nel 2012 in occasione dell’emissione di obbligazioni subordinate da parte di una delle banche, essendo la richiesta di parere obbligatoria ai sensi del Testo Unico sugli intermediari finanziari… ”Perché non lo abbiamo autorizzato noi quel prospetto”. La risposta ha spiazzato il deputato evidentemente provvisto di una conoscenza amatoriale del settore ed infatti, non fidandosi della risposta e credendo di esser stato ingannato, ha ripetuto la domanda al Direttore della Vigilanza di Banca d’Italia Barbagallo, il quale non aveva elementi per rispondere.
L’incauto gridava ma non conosceva la normativa europea che nella direttiva 2003/71 CE all’art.2 m (ii) prevede appunto che per i titoli diversi dal capitale – come le obbligazioni subordinate in questione – ammessi a negoziazione od offerti al pubblico è consentito all’emittente di scegliere lo Stato membro dove l’Autorità competente approverà il prospetto, in quanto, trattandosi di titoli di debito, sono considerati meno rischiosi della partecipazione al capitale come sono le azioni; solitamente  lo Stato è il Lussemburgo che approva tutto in quattro e quattrotto. La stessa disposizione, peraltro, si ritrova nel Regolamento del 2017 al considerando 69. Ragazzi, una ripassata?
Che è successo nella vigilanza? Guido Carli vedeva nel ruolo di Consob e di Banca d’Italia in materia di vigilanza l’esemplificazione dell’aquila a due teste degli Asburgo. E questo sarebbe anche vero se  le due Autorità si parlassero… Ma le autorità che vigilano sulla stabilità sono troppo preoccupate di tutelare i correntisti, come è stato giustamente scritto da qualcuno, e se ne infischiano degli investitori se l’intermediario non fallisce. Forse negli Stati Uniti il Comptroller of Currency che fà la vigilanza sulle banche  - non è la Federal Reserve come comunemente si crede in Italia…- dà informazioni alla SEC che vigila sui mercati ed intermediari di borsa? Si, col contagocce…
O nello stesso Bafin, Single Regulator, ci si passa agevolmente l’informazione tra chi vigila sulla stabilità degli intermediari – pensiamo al caso Deutsche Bank ed ai suoi investimenti in derivati…-  con quelli che vigilano sui mercati finanziari? Abbiamo ragioni per non crederlo… Non parliamo della Banque de France e della AMF. Si tratta di preoccupazioni e di finalità diverse dei vigilanti che nei decenni non si è riusciti a riconciliare, anche perché chi non è del settore ignora che il quadro cambia in continuazione… ”Pensavamo di risolvere noi il problema …” ha dichiarato Barbagallo.
Per questa ragione, tra l’altro, i principi internazionali della IOSCO-International Organization of Securities Commissions con i quali il FMI valuta gli Stati periodicamente, sia per quanto attiene alla legislazione che alla prassi di vigilanza per verificarne l’adeguatezza ed il rischio sistemico, prevedono che tra le autorità di vigilanza del settore bancario e di quello del mercato borsistico, vi sia la cosiddetta “unsolicited assistance” oltreché tra Autorità omologhe, nazionali ed internazionali. L’assistenza consiste nel fatto che se un’autorità trova nel corso, ad esempio, di un’ispezione una violazione della normativa di competenza dell’altra Autorità la debba informare, anche senza esserne stata richiesta. Detto approccio è contenuto nel famoso protocollo di cooperazione in essere tra la Consob e la Banca d’Italia che evidentemente non ha funzionato perché la Consob è stata informata con grave ritardo circa le violazioni nel metodo di determinazione del prezzo delle azioni offerte al pubblico di una delle banche in questione. La unsolicited assistance è confluita, peraltro, nella normativa comunitaria del settore dei servizi finanziari.
Questo è l’arcano. Certo la Consob poteva essere maggiormente proactive, avendone i mezzi…, ma si sconta la mentalità delle consorterie di questo povero paese che certo non merita  - o forse sì…- di cadere nelle mani di un Grillo o del Cavaliere che ha così ben operato o del Salvini…




10 commenti:

  1. Se lei, caro Biancheri, voleva spiegare e chiarire delle cose al grosso pubblico, sappia che ha fallito, perché il suo discorso è oscuro come le illustrazioni dei prodotti agli investitori.

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    1. Errare humanum est…, tuttavia non è semplicissimo spiegare questioni complesse e che richiedono anni di apprendistato, per così dire. Altrimenti si fà la figura di quel deputato 5S che ieri nell’audizione con i procuratori di Milano sul caso MPS alla Commissione bicamerale è riuscito a fare un tale macello, spiegando lui a due magistrati, molto competenti tecnicamente nel settore finanziario, la differenza tra un’operazione di pronti contro termine e quella mediante un investimento in prodotti derivati… Gli stessi magistrati sono dovuti intervenire per sbrogliare la matassa in cui il deputato, che credeva di ‘sapere’, si era cacciato. Non parliamo poi di uno della Lega che, in un italiano incerto, voleva a tutti i costi sostenere che il caso delle banche venete e quello di MPS erano equivalenti, perché in sostanza si trattava di occultare la reale consistenza del capitale. I poveri magistrati hanno provato a spiegargli per un po’ che si trattava di un caso ben diverso, perché MPS non era fallita e che interpretare lo IAS 39 (principio contabile internazionale… una cabala per certi astanti che volevano tutto chiaro e subito… e magari la pistola fumante…) nel contratto Santorini era questione molto, molto complessa che richiede una specializzazione da analista finanziario… Ma tant’è… Attenzione che per esser semplici non si diventi semplicioni.

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  2. Ma perché i prospetti illustrativi sono così oscuri, tanto che lei stesso dice che anche se qualcuno li legge non è detto che ci capisca?
    Non si potrebbe dire pane al pane e vino al vino?

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    1. E’ quel che si sta cercando di fare da qualche decennio, non solo in sede europea, ma mondiale…
      Il fatto è che i consulenti legali delle società vogliono metter più informazioni possibili per evitare guai successivi col risultato di inflazionare il lettore, anche se va detto che il contenuto del prospetto è stabilito da Regolamento comunitario e quindi non modificabile da nessuna autorità nazionale.
      C’è una parte iniziale con delle avvertenze del tipo:se fai questo investimento puoi perdere l’intero capitale, ma la gente non sa scegliere e sarebbe meglio che si facesse consigliare (non dall’oste che vende il vino, si intende!). Insieme al prospetto c’è il comportamento che i venditori dei prodotti debbono seguire e la situazione migliorerà il prossimo anno con l’entrata in vigore della Mifid 2 che consentirà, tra l’altro, alla Consob di vietare la vendita ai piccoli investitori di prodotti reputati troppo rischiosi ed imporrà maggiore trasparenza. Si tratta di contemperare la libertà di mercato, senza la quale cadiamo in un regime statalista, e la protezione dei piccoli investitori – i grandi si tutelano da sé. Però attenzione: non si possono impedire le frodi così come impedire ad un uomo armato di pistola di salire su un autobus e fare una strage… Lo sceriffo arriva sempre a cose fatte… nonostante il deterrente dell’impiccagione. Del resto solo nei paesi comunisti si può garantire il buon fine di un investimento…: succedeva così in Cina, tempo fa…: quando le società non producevano utili, si cambiavano le regole contabili per consentire loro di farlo!



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  3. Ma allora in definitiva, secondo lei, la Consob e la Banca d’Italia l’hanno fatto o no il loro dovere? e i poveri risparmiatori possono stare tranquilli che non succederanno più imbrogli negli investimenti in banca o, per quello che rendono, è meglio tenersi i risparmi nel materasso?

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    1. Una domanda da un milione di Euro.
      Nel paese delle meraviglie i controllori dovrebbero agire nell’interesse generale, avere autonomia da tutte le forze politiche e non esser guidati da chi era implicato nei partiti o nei clubs (…) fino al giorno prima dell’assunzione della carica. Ci vorrebbe uno staff numericamente sufficiente, competente ed interessato al proprio lavoro e conscio di agire nell’interesse generale e, soprattutto, non autoreferenziale. I controllori dovrebbero esser in grado di interfacciarsi efficacemente con le altre autorità di settore in tutto il mondo, perché viviamo in un’era di liberalizzazione dei movimenti di capitali; non dovrebbero esserci zone oscure, come i paradisi fiscali (e di vigilanza!), perché ciò vanifica le indagini nazionali quando uno dei soggetti sia estero. Dovrebbe cessare il contrasto tra finalità di vigilanza per cui sull’altare della stabilità finanziaria e per la protezione dei depositanti si lasciano correre certe frodi agli investitori… Ma questo nel paese delle meraviglie…

      Nel post si dice chiaramente che la Banca d’Italia doveva esser meno criptica nell’informare la Consob,per quanto riguarda le banche venete;è ipotizzabile, come è stato scritto,che abbia subito pressioni da certe Autorità “semi-indipendentiste”… locali (Zonin nessuno lo conosceva?).La Consob avrebbe forse dovuto esser maggiormente proactive, invece di applicare pedissequamente il cd risk based approach, ma anche qui,si fà presto a dire ispezioni…Un’ispezione con la guardia di finanza blocca il lavoro della società controllata per molto tempo perché i funzionari e i dirigenti debbono continuamente essere a disposizione degli ispettori che necessitano di una quantità di dati…Se manca il fumus – i reclami,i primi anni, erano pochi,checché ne dicano le cosiddette(…)associazioni di protezione degli investitori -non si può provocare un danno.E’ un processo lungo e del resto negli Stati Uniti la famosa SEC (Securities and Exchange Commission) è stata istituita solo dopo il disastro del 1929…

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  4. Gianfranco Dellepiane17 novembre 2017 alle ore 13:48

    E cosi Carige rischia di finire come il Monte dei Paschi, con lo spetto che, se non ci fossero alternative, a Genova sia attivato il bail-in, con Carige sospesa dalla Consob dalle contrattazioni a Piazza Affari. Anche questo, come Monte Paschi è un misto di politica e malaffare, in cui entrano tutti, destra, sinistra e Curia genovese, ma questa volta Grillo tace (eppure Genova è la sua città!) e il Movimento non cavalca la situazione. Come mai?

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    1. Buona questione. Questo movimento si sta rivelando per quel che è: uno specchietto per le allodole/gonzi che giusto certi personaggi della sinistra saccente hanno sdoganato a lungo e, tuttora, foglietti come il Fatto quotidiano continuano a sostenerli!

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  5. Lei che se ne intende di queste cose potrebbe dire qualcosa sulle diverse competenze di Consob e Bankitalia sulla vigilanza a proposito del Monte dei Paschi e di Banca Veneta...

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    1. La Banca d’Italia si occupa della stabilità degli intermediari finanziari ed è compito delicatissimo perché se un intermediario fallisce i depositi superiori a 100.000 Euro vanno in fumo e anche per quelli inferiori non è detto che il Fondo di garanzia, se il fallimento è di grandi proporzioni, disponga di tutte le risorse in breve tempo per far fronte alle richieste di rimborso: il Fondo è alimentato dagli intermediari stessi…
      Proprio questo suo compito fa sì che tenda a non far circolare troppe informazioni perché, contrariamente a quel che credono i molti asini che siedono nella Commissione bicamerale sulle banche, un intermediario, specie se diverso da una banca come una Sim, può saltare rapidamente e quindi la situazione va monitorata giornalmente. La Banca d’Italia dispone di un software che controlla direttamente nei conti dei vigilati che gli intermediari rispettino i requisiti di capitale, ma se uno scientemente fà una truffa, cioè modifica le scritture, come in Parmalat, che si può fare?
      La Banca d’Italia non aveva comunicato alla Consob che il sistema di determinazione del prezzo delle azioni delle banche venete era del tutto mistificatorio – va detto che il metodo seguito dalle banche popolari non corrisponde solitamente ai valori di mercato …- e questo ha fatto sì che l’offerta potesse aver luogo…
      La Consob deve, altresì, assicurare la trasparenza dell’informazione – uno può vendere mele marce ma deve dirlo- soprattutto nel prospetto di offerta pubblica di titoli o di ammissione alla quotazione. Nessuno legge i prospetti se non dopo la perdita… e anche i prospetti sono un po’ come quello dei medicinali… mica possono prevedere tutto. Certamente il prospetto deve assicurare che l’informazione sia completa, chiara e non contraddittoria con altre informazioni; non si può garantire che quel che è scritto sia vero. La Consob americana, la famosa SEC, fà di solito questo esempio: se uno scrive nel prospetto che ha duemila camions mica si può chiedere al controllore di mandare qualcuno a contarli… Per questo ci sono i sindaci e soprattutto le società di revisione…quando si comportano correttamente(…). La Consob vigila sui revisori e sui sindaci.
      La Consob deve controllare anche il rispetto delle norme di comportamento dei funzionari delle banche e degli intermediari mobiliari in generale che non possono vendere prodotti che il cliente non sia in grado di comprenderli e quindi troppo rischiosi per il suo profilo… ma… vige la libertà contrattuale, prevista in Costituzione che resta un ostacolo ad interventi troppo invasivi…
      Infine la Consob assicura la correttezza, la c.d. fairness, e la trasparenza dei mercati dove si negoziano i titoli, per evitare manipolazioni dei prezzi, e che qualcuno si avvalga di informazioni riservate…



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