mercoledì 2 gennaio 2019

CAPODANNO A 5STELLE


Carlo Biancheri

Robespierre alla pummarola  - 928.000 Euro incassati in Parlamento- e Che Guevara all’amatriciana -828.000 Euro incassati in Parlamento- dalle nevi di val di Fassa, sin verguenza,  dopo un lungo periodo di duro lavoro sulle amache del Centroamerica uno e a far pasticci nei ministeri l’altro, si sono ritrovati in un albergo mica male in val di Fassa.
Hanno parlato dei poveri, dei cittadini che in questo caso fà rima con cretini, dei privilegiati che hanno punito – sempre gli stessi, a ben vedere, cioè i pensionati, perché i privilegiati veri si guardano bene dallo sfiorarli- di quelli che puniranno perché loro sono i  puri, i ’catari’. La vacanza non gli è stata pagata dai genitori, perché uno ha il padre che non paga i dipendenti e che ha debiti con la sua azienda per 400.000 Euro, a leggere i giornali, mentre il padre dell’altro, che gli ha intestato il 50% dell’azienda di famiglia, non si capisce se ‘a sua insaputa’…, l’abbiamo visto alla gogna come in Cina a scusarsi con tutti per le sue malefatte e per i debiti col fisco. Eppure gli ineffabili, con improntitudine da scugnizzo napoletano o da uomo de panza romano, continuano con i loro proclami di vittoria sicura e del cambiamento. In un momento di difficoltà  per il paese, che è tornato in recessione e che paga salato ogni giorno il costo di questo governo di sciagurati – lo spread è stabile a oltre 250 punti, mentre con il governo Gentiloni il massimo era 130 punti! Scusate se è poco…- ci ricordano il pregiudicato e comico in disarmo che dal suo villone con vista mozzafiato impartisce lezioni agli altri, -come Rousseau? Ma… è finito pazzo…- o come Maria Antonietta: "non hanno pane, mangino brioches".
Mentre questi ragazzi se la spassano grazie a noi tutti, il paese va male, molto male: nessuno osa fiatare sul debito in scadenza che pochi sanno come verrà coperto. Ammonta a 400 miliardi di Euro e, se non si copre, altro che destino argentino per l’Italia! Si baloccano con Maduro o con l’Equador, un modello per noi dice l’elevato, assicurando che cambieranno l’Europa: se la cambiano come stanno facendo in Italia sarà un sicuro progresso...
Quel che impressiona è il chiaro emergere di una intenzione punitiva, la ricerca di capri espiatori, il  blocco di ogni iniziativa rilevante, insieme ad una smodata ricerca di poltrone da occupare; peraltro vi è una totale incapacità di formulare  proposte per lo sviluppo del paese.
E la Lega? Che amministra così bene -menzioneremo  soltanto la distruzione del paesaggio veneto- che fà? Se il Sud ha generato la mafia, ecc… il Nord non è meno sordido nel fregare gli altri…: la Lega tace. E’ corresponsabile di tutto.

3 commenti:

  1. E così ormai è tutto chiaro: pensioni bloccate, anziani puniti per dare il reddito di cittadinanza anche agli immigrati che stanno in Italia a non fare niente! Molto bene! Ci ricorderemo di queste cose alle prossime elezioni.

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  2. Perché Bagnasco tira la volata ai sindaci dissidenti e li invita
    all'obiezione di coscienza? Vera generosità nei confronti degli
    immigrati o timore di perdere le sovvenzioni dello stato per tutti gliimmigrati che riempiono le strutture della Chiesa, altrimenti deserte e passive?

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    1. Le Chiese sono deserte e passive perché coloro che si professano cristiani in molti non credono più all'altra vita. Sono contenti che le pietre stiano lì perché è rassicurante e perché evita di interrogarsi sull'assurdo di una vita conclusa qui dove ad alcuni va più o meno bene (ma sempre con angoscia) e per i più è drammatica... Non vogliono croci o sacrifici perché vivono l'istante e non l'eterno. Perchè il Bagnasco, che vuol imitare Siri, che per inciso mi ha cresimato, si sia schierato credo dipenda dall'applicazione della dottrina comune della Chiesa contro un ministro fascio-comunista anticristiano che non capirà facilmente cosa significhi: Se questo è un uomo... Non lo capiscono neppure i ruminanti della Santa alleanza (Maritain) alla Fontana che invece di applicare a sè il Vangelo ripetono ossessivamente le formule del passato, come sfida.

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