Carlo Biancheri e Rosa Elisa Giangoia
I nostri venticinque lettori sono stati attivissimi nell’entrare nel nostro piccolo blog AMICUS PLATO SED MAGIS AMICA VERITAS perché abbiamo sfondato il muro delle centomila visualizzazioni.
Grazie.
Abbiamo cominciato così nel 2011, quasi per caso, per non poter tacere per amore della Verità dinanzi a tante ingiustizie e mistificazioni che vedevamo attorno a noi e per questo abbiamo scelto come nome del blog l’amicizia
della Verità che va oltre le amicizie personali perché è la stella
polare nelle scelte, la garanzia di mantenere la lucidità nel giudizio,
di non cercare il potere fine a sé stesso. Una Verità che ha il
fondamento nel rapporto (adequatio) tra le cose e l’intelletto, fondamentale in filosofia, così come il principio di identità o non contraddizione.
Regnavano allora Berlusconi
e Bossi quando cominciammo ed era già decadenza, ma adesso è crisi
umana, sociale, istituzionale, in un tempo di manichei in cui gente
senz’arte né parte ‘si impanca a maestro’ di morale con principi che si
applicano agli altri ma non a loro. Infatti, il manicheismo, tanto per
non dimenticare Bogomili e Catari – cioè i perfetti…- consiste nel
vedere tutto il male da una parte e nell’accusare i colpevoli
(privilegiati, ladri, lobbisti affaristi, corrotti ecc., ecc., in
pratica i nemici) e tutto il bene dall’altra (i prescelti che
libereranno gli altri, anche se non richiesti «giacché il bene, si sa,
bisogna farlo per forza», come afferma donna Prassede ne I promessi sposi dell’amato Manzoni).
La
gente è confusa e sbigottita e, anche se gli italiani sopportano
qualsiasi cosa (Mussolini dixit…), non si può stare alla finestra, ma
bisogna correre in aiuto della res publica, la nostra casa comune, e rifiutare di esser trattati da ‘cittadini’ che fà rima con ‘cretini’… cioè come dei sottoposti al comando di un meccanismo oscuro che pretende di governare tutti a colpi di like,
saltando il dibattito, la rappresentanza e le competenze,
infischiandosene delle regole, come se la volontà della maggioranza dei
votanti giustificasse qualsiasi cosa, financo la violazione dei diritti
umani, come avvenuto con i migranti e anche con i detenuti.
La
nostra ambizione è quella di fare un discorso sull’umano che sia la
premessa di scelte politiche giuste, prudenti e consapevoli. Non ci sono
compagni che sbagliano da recuperare, c’è da sfidare gli altri sulle
proposte, sul terreno del bene comune, non sugli schieramenti.
L’impresa
sembra quasi impossibile, perché non soccorrono istanze culturali e
spirituali. Gli intellettuali sono agnostici per la gran parte e vivono
nell’indifferenza: non c’è nessun engagement (impegno), come
dicono i francesi, ormai ridotti a nemici, – senza i quali, però, il
paese non sarebbe unito…-. La Chiesa molto secolarizzata è nell’era che
Jacques Maritain aveva profetizzato ne Le Paysan de la Garonne e
cioè divisa tra i montoni di Panurgo che vanno dritti nel precipizio,
seguendo il capo montone e lo spirito del mondo, e i ruminanti della
Santa Alleanza, tra Chiesa e potere. Maritain con Gilson erano uditori
laici al Concilio e la Costituzione conciliare Gaudium et Spes, redatta in buona parte dal domenicano Chenu, riecheggiava molti temi di Umanesimo integrale: è cristiano ciò che è ‘pienamente’ umano e qui sta il fondamento di ciò che si può definire bene comune come si ritrova nella Rerum Novarum di Leone XIII.
Ma
queste sono sottigliezze che i teologi contemporanei neppure
comprendono più, riducendo la fede/religione all’affettività che rasenta
la psicologia o la sociologia.
Siccome noi
abbiamo grande rispetto per la vita e per l’umano, anche degradato, che
costituisce il nostro essere, pensiamo che occorra:
- un confronto serio, nel quadro del contesto internazionale, per porre mano alle fragilità di un paese che non riesce a riconoscersi unito e solidale;
- investimenti pubblici e privati e non analisi fasulle in quanto politicamente orientate dei costi/benefici, nell’ipotesi che ci siano soltanto delinquenti da scoprire;
- la lotta alla malavita ed alla corruzione tanto diffusa, anche perché lo Stato è percepito come estraneo;
- lo sviluppo sostenibile che non è in alcun modo la decrescita, ma è la premessa per garantire una vita umana a tutti;
- l’equità fiscale che presuppone una lotta effettiva all’evasione che non si può fare senza una burocrazia efficiente e di qualità, non solo vigile sulle procedure, e non più basata sul principio borbonico dello Stato di polizia teorizzato dal Bodin: «sei tu, suddito, se vuoi un’autorizzazione o un documento, che devi dimostrare di non aver violato le leggi e non viceversa»;
- un’Europa democratica, necessaria per ragioni economiche ed ideali, specie nel quadro di grandi nuove potenze mondiali, più attenta alla solidarietà, come era prima dell’Atto Unico, senza scorciatoie federalistiche, ma con procedure rafforzate di cooperazione con chi ci sta e rispetta le regole;
- un’Italia europea e non illusa dalle manovre dell’autocrate Putin che regge il suo immenso paese, in via di sviluppo al di fuori delle grandi città e dei centri presidiati dall’esercito, con la forza e non certo con la democrazia;
- una scuola che non si limiti alla formazione professionale, senza appiattimento verso il basso, ma sia in grado di dare ai giovani una formazione culturale completa, con una scala di valori sicura, una piena capacità critica nei confronti della realtà e una possibilità di costante apprendimento nella vita a livello generale e in ambito professionale;
- un’università che formi professionisti di salde competenze nella prospettiva di quelle che sono le reali necessità del nostro paese;
- una ricerca scientifica sostenuta da finanziamenti pubblici e privati per evitare la fuga dei nostri giovani più preparati e capaci in paesi stranieri con depauperamento del nostro patrimonio intellettuale.
Tutti
questi sono propositi, sono speranze, ma noi siamo convinti che anche
attraverso canali di non ampia portata, come il nostro, si possa fare un
lavoro capillare di penetrazione e di convincimento, per cui
continuiamo a pensare, a scrivere, a diffondere idee con fiducia nella
forza stessa della verità per una società migliore.
Pensiamo,
però, che per realizzare ciò le persone debbono acquisire una
consapevolezza umana diversa: dieci milioni di spettatori o quasi per
quattro sere (!) al festival di Sanremo fà riflettere…
Mancano tensione morale,
purtroppo, e un’attitudine al sacrificio, anche perché una parte
importante della Chiesa cattolica predica soltanto il secondo
comandamento –ama il prossimo tuo-, dimenticandosi del primo, e cioè
l’amor di Dio, che ne è la premessa, quasi che la vita fosse tutta qui… sulla terra.
Ai genitori del bambino andaluso di due anni, Julén, caduto nel pozzo di cento metri e morto, non
è di gran conforto la tesi di Leibniz che trova una giustificazione al
dolore individuale nel bene della specie umana… Il progresso umano e la solidarietà non
bastano proprio e Dostoevskij lo aveva capito molto bene.
Contiamo sui nostri venticinque lettori per questa battaglia e il prossimo fronte sarà quello delle elezioni europee.
Ce n’est qu’un début,continuons le combat!
Mi congratulo con voi per tutto il vostro intelligente impegno e vi
RispondiEliminaauguro di andare avanti con costanza e determinazione.
Buon lavoro!
RispondiEliminaCerto che se questo è il testo che ha vinto a Sanremo, chissà come dovevano essere gli altri? Non valeva certo la spesa di perdere tempo ad ascoltare le 4 serate del festival. Ma tutto questo è estremamente diseducativo, perché se con una serie di parole messe insieme a caso si vince, si diventa famosi, si guadagna, cosa vale impegnarsi e studiare?
Nicola Scotti
SOLDI
In periferia fa molto caldo
Mamma stai tranquilla sto arrivando
Te la prenderai per un bugiardo
Ti sembrava amore era altro
Beve champagne sotto Ramadan
Alla TV danno Jackie Chan
Fuma narghilè mi chiede come va
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei
È difficile stare al mondo quando perdi l’orgoglio lasci casa in un giorno
Tu dimmi se
Pensavi solo ai soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Dimmi se ti manco o te ne fotti
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Ciò che devi dire non l’hai detto
Tradire è una pallottola nel petto
Prendi tutta la tua carità
Menti a casa ma lo sai che lo sa
Su una sedia lei mi chiederà
Mi chiede come va come va come va
Sai già come va come va come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa sei
È difficile stare al mondo
Quando perdi l’orgoglio
Ho capito in un secondo che tu da me
Volevi solo soldi
Come se avessi avuto soldi
Prima mi parlavi fino a tardi
Mi chiedevi come va come va come va
Adesso come va come va come va
Waladi waladi habibi ta’aleena
Mi dicevi giocando giocando con aria fiera
Waladi waladi habibi sembrava vera
La voglia la voglia di tornare come prima
Io da te non ho voluto soldi…
È difficile stare al mondo
Quando perdi l’orgoglio
Lasci casa in un giorno
Tu dimmi se
Volevi solo soldi soldi
Come se avessi avuto soldi
Lasci la città ma nessuno lo sa
Ieri eri qua ora dove sei papà
Mi chiedi come va come va come va
Sai già come va come va come va
Non ho ascoltato le serate di Sanremo, per cui non posso fare valutazioni comparative, ma certo che questo testo dal punto di vista letterario non è un granché. Vuol essere un testo espressionista allusivo che prescinde dalla logica consequenziale, avvalendosi di metafore, di basso livello creativo, e di una sonorità ripetitiva, fortemente sostenuta dalla ritmicità fonica che diventa l'elemento rilevante della composizione nel suo insieme che rimane in sostanza espressione del nulla.
EliminaMa siete così bravi e simpatici che meritate altro che 100.000 accessi.
RispondiEliminaDatevi da fare sui social.