Il ministro dell'istruzione, professore di ginnastica, in quota setta 5S, Bussetti, ha approvato un decreto nel giugno scorso con cui si prevede nel triennio l'ssunzione di 203.434 bidelli.
Certamente questo consentirà di accrescere sensibilmente il livello culturale degli studenti ma, nel contempo, ci ricorda moltissimo i provvedimenti della Democrazia Cristiana che faceva questo tipo di assunzioni a pioggia , aumentando il debito pubblico, con provvedimenti improduttivi e clientelari. La Lega si vanta di comprendere le esigenze delle imprese ma evidentemente si è distratta quando colui che siede alla scrivania che fu di De Sanctis, Gentile e Croce ha adottato il decreto in questione di cui porta la responsabilità, in qiuanto fà parte dello stesso governo.
Condividiamo interamente quanto scritto dal professor Giuseppe Di Gaspare, ordinario alla Luiss ed autorità in materia di Diritto dell'Economia e di Diritto Amministrativo, ben oltre i confini nazionali.
Riportiamo il suo contributo con gratitudine e come oggetto di riflessione per comprendere quel che veramente fà questo governo, al di là degli annunci.
Degno di segnalazione il concorso per "11.655 bidelli in tutto il Lazio anno scolastico 2019.2020" (Roma Lavoro n302 del 20 giugno scorso). Il concorso per il momento solo annunciato oltre il Lazio riguarda a regime un organico di 203.434 personale amministrativo ATA per il triennio 2019 -2022 per tutto il territorio nazionale (decreto del MIUR del 3 giugno 2019. La maggior parte assegnati al profilo collaboratori scolastici ("i famosi bidelli" spiega l'annuncio).
Fatti due conti, supponendo un costo per addetto medio annuo di euro 20.000, moltiplicato per 200.000 unità, si arriva alla cifra di 4mld di euro. L'importo più o meno della manovra finanziaria di adeguamento del bilancio attualmente in discussione. Non si tratta però in questo caso di una misura una tantum. La spesa, espletati i concorsi, dopo il 2022 graverà stabilmente sul bilancio del MIUR per circa 4mld per tutta la durata lavorativa dei neoassunti, saturando il bilancio della pubblica istruzione almeno per il decennio successivo.
Data la situazione della finanza pubblica l'aggravio strutturale di bilancio sarebbe la pietra tombale per la ricerca universitaria (i cui fondi sono già mediamente 1/3 degli altri paesi europei. Se pensiamo che il costo di un ricercatore universitario è di circa 25.000 euro annui, non molto superiore al costo di un neo bidello, la scelta ministeriale lascia di stucco.
Ovviamente non solo ricercatori, ma anche borse di studio per "capaci e meritevoli", per i nostri asfittici dottorati, per i progetti di ricerca nei settori strategici in cui competere per l'innovazione ed il lavoro futuro. Meno "cervelli in fuga", più risorse per investimenti e quindi maggiori opportunità di arrestare il declino del paese. Il lavoro del prossimo ventennio deve essere inventato al 40% ed il luogo per farlo sembra essere - a giudizio unanime in tutto il mondo - il terreno della ricerca scientifica e della innovazione tecnologica. Dobbiamo esserci.
Anche per l'istruzione superiore e la scuola dell'obbligo le priorità sono altre e note da tempo: competenze per insegnare "inglese ed informatica", il sostegno alle scuole in zone disagiate per contrastare l'abbandono scolastico, l'assistenza a studenti con disabilità, la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica.
Tutto verrebbe da dire, senza polemica, fuorché i "collaboratori scolastici".
Figura scomparsa o in via di sparizione nei paesi più progrediti i cui compiti (Svezia e Giappone) sono svolti da pensionati attivi e pronti a dare una mano alla collettività di appartenenza in cui vivono figli e nipoti. Anche da noi sarebbe possibile fare affidamento su queste risorse spontanee della società civile con il collaudato metodo della cittadinanza attiva su base volontaria con la presenza anche delle famiglie.
Penso che dovremmo però darci da fare per chiedere un cambiamento di rotta. Innanzi tutto al ministro della pubblica istruzione e al presidente del Consiglio il prof. Conte - che probabilmente ignora il decreto ministeriale. Anche la conferenza dei rettori potrebbe dire qualcosa. Tutta la comunità scientifica avrebbe il diritto, forse anche il dovere, di dire qualcosa al riguardo. Vanno sollecitate prese di posizioni nell'università e nella politica e nei media per mettere tutti davanti alle proprie responsabilità.
Ne va del futuro del paese.
Diamoci da fare per quello che possiamo.
Prof. Avv. Giuseppe Di Gaspare
Ordinario di diritto dell'economia
Direttore del Centro di ricerca sulle amministrazioni pubbliche "Vittorio Bachelet"
Un. Luiss Guido Carli
Viale Romania 32 00197 Roma
COMMENTI
Questa vostra critica alla decisione del Ministero mi fa venire in mente
la storiella dell'uomo che aveva un asino, un figlio piccolo e un padre
anziano...
Raffaele Gallo
E' vero che non tutto può essere approvato da tutti, ma ci sono valutazioni di buon senso e di opportunità generale che devono essere fatte proprie da chi ha la responsabilità di governo.
Cosa le sembra prioritario, bidelli o i ricercatori?
Rosa Elisa Giangoia
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Voi siete di quella gente che sa solo criticare e non sa fare proposte
costruttive e utili. Per una volta che il ministero dà dei posti di
lavoro a della gente voi criticate perché non li dà a quelli che
interessano a voi.
Francesco Landi
Ma, secondo lei, per il futuro del paese sono più necessari i
bidelli o i ricercatori che vanno all'estero in decine di migliaia
all'anno? Le sembra sensato?
Carlo Biancheri
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Il Ministero dell'Istruzione dovrebbe tornare ad essere separato da quello dell'Università e della Ricerca Scientifica, ognuno con un suo bilancio, perché questo discorso che i bidelli, che poi i collaboratori scolastici non sono solo bidelli, sono meno utili dei ricercatori e dei dottorandi non sta in piedi.
Allora voi vi candidate per andare a fare le pulizie nelle scuole quando sarete in pensione?
Mario Trevigiani
Veramente ormai, quasi in dipendenza di tutte le Amministrazioni, le pulizie le fanno ditte specializzate.
Rosa Elisa Giangoia
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Il MIUR fa una stupidaggine dopo l'altra: bisognerebbe fare un'attenta
analisi del nuovo esame di stato con le buste a sorpresa, ora tira fuori
questa novità di gonfiare il numero dei collaboratori scolastici per
creare una base clientelare di consenso, mentre intanto il TAR del Lazio
annulla le prove già sostenute (scritti e orali, con notevoli spese...)
del concorso per dirigenti scolastici.
Luciano Garino
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Ma dove li trovano tutti 'sti soldi per tutti 'sti bidelli? Pare che la legge di bilancio al vaglio della Camera per l'approvazione definitiva, per il triennio 2019-2021, preveda una riduzione delle risorse per la scuola del 10%, pari a quasi 4 miliardi di euro. E allora?
Alessandro Fioravanti
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Non si può fare un discorso comparativo di spesa tra bidelli e ricercatori universitari, in quanto i primi sono retribuiti da fondi pubblici italiani, che possono essere dello Stato o degli enti locali
(Regioni, Province, Città Metropolitane) che molto probabilmente amplieranno le loro competenze se passerà la legge sulle autonomie sostenuta dalla Lega, mentre i ricercatori, nella stragrande maggioranza, fruiscono di fondi europei sulla base di progetti di ricerca debitamente elaborati e presentati, o talvolta sono sostenuti da Fondazioni private. Il problema è la "pigrizia" del personale delle Università italiane, a differenza di quelle europee, a elaborare questi progetti, per cui l'Italia finisce di non godere di tutti i fondi di cui potrebbe usufruire. Questo dipende dal fatto che poche Università italiane sono ben attrezzate da un punto di vista burocratico per sostenere i giovani nell'elaborazione formale e normativa di questi progetti e nell'inerzia soprattutto dell'area di ricerca
storico-letteraria, piuttosto ripetitiva e asfittica.
Salvatore Russo
analisi del nuovo esame di stato con le buste a sorpresa, ora tira fuori
questa novità di gonfiare il numero dei collaboratori scolastici per
creare una base clientelare di consenso, mentre intanto il TAR del Lazio
annulla le prove già sostenute (scritti e orali, con notevoli spese...)
del concorso per dirigenti scolastici.
Luciano Garino
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Ma dove li trovano tutti 'sti soldi per tutti 'sti bidelli? Pare che la legge di bilancio al vaglio della Camera per l'approvazione definitiva, per il triennio 2019-2021, preveda una riduzione delle risorse per la scuola del 10%, pari a quasi 4 miliardi di euro. E allora?
Alessandro Fioravanti
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Non si può fare un discorso comparativo di spesa tra bidelli e ricercatori universitari, in quanto i primi sono retribuiti da fondi pubblici italiani, che possono essere dello Stato o degli enti locali
(Regioni, Province, Città Metropolitane) che molto probabilmente amplieranno le loro competenze se passerà la legge sulle autonomie sostenuta dalla Lega, mentre i ricercatori, nella stragrande maggioranza, fruiscono di fondi europei sulla base di progetti di ricerca debitamente elaborati e presentati, o talvolta sono sostenuti da Fondazioni private. Il problema è la "pigrizia" del personale delle Università italiane, a differenza di quelle europee, a elaborare questi progetti, per cui l'Italia finisce di non godere di tutti i fondi di cui potrebbe usufruire. Questo dipende dal fatto che poche Università italiane sono ben attrezzate da un punto di vista burocratico per sostenere i giovani nell'elaborazione formale e normativa di questi progetti e nell'inerzia soprattutto dell'area di ricerca
storico-letteraria, piuttosto ripetitiva e asfittica.
Salvatore Russo
Sul fatto specifico dei finanziamenti ai ricercatori universitari, bisogna fare un esame attento della situazione, in quanto i contributi non provenienti dai fondi europei sono comunque rilevanti e la competitività a livello comunitario è molto alta.
Rosa Elisa Giangoia
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