venerdì 5 luglio 2019

IL CAPITAN FRACASSA E IL VIS-CONTE NOVELLO VISCONTI VENOSTA IN EUROPA

Carlo Biancheri

Il Capitan Fracassa che bolla e sbolla senza mai portare argomenti seri, forte di un pubblico plaudente di beoti, come li chiamavano i Greci, è riuscito col suo segretario Vis-Conte dimezzato, alias Visconti Venosta, ad uscire dalla trattiva europea con le ossa rotte.
Non è contento il capitano perché in Europa era stata annunciata una rivoluzione come quella italiana che avrebbe cambiato tutto: in effetti il cambiamento c’è stato, ma in peggio rispetto ai suoi desiderata. Invece dell’ubriacone, come lo definisce lui, del Granducato da operetta da cinquecentomila abitanti,  il Lussemburgo, avremo una donna segaligna tedesca di una nobiltà minore, ma con piena coscienza della sua infallibilità. Nominata al vertice della Commissione grazie ad un’altra donna e questa volta dell’Est europeo, la Merkel, particolare trascurato dai media, tranne qualche eccezione, ma di fondamentale importanza non tanto per la sua appartenenza alla Stasi in gioventù  - alla Nomenklatura di certo, perché non vincevano sotto Honecker il primo premio di lingua russa quelli che non erano in qualche modo inseriti nel regime… - ma per la durezza umana, l’atteggiamento cinico che trova riscontro solo in uno come Putin; Mutte la chiamavano in Germania, ma di ‘madre punitiva’ si trattava… Ursula non capirà neppure le sbruffonate del bar Sport di Milano Rogoredo, né quelle dei fuoriusciti dalla val Brembana o dal Varesotto: le chiacchiere con lei stanno a zero, mentre le cifre contano. Il Capitano ha messo il veto all’olandese Timmermans, un buontempone che parla italiano, perché socialdemocratico così come – ricordate: gli italiani prima di tutto!- ha votato contro David Sassoli al Parlamento europeo –continuerà a sostenere di parlare a nome di sessanta milioni di italiani?- e così lo stivale è rimasto all’asciutto, se non fosse stato per Sassoli, da lui avversato.
Il fine diplomatico, dal canto suo, Vis-Conte dimezzato, novello Visconti Venosta, non ha ancora capito che all’estero non ci si tocca come si fa a san Giovanni Rotondo quando si va al bar a prendere un caffè, assicura che non è andata  così e che l’Italia avrà un posto nel Board della BCE e qui … casca l’asino, fragorosamente. Dovete sapere che alla creazione della Banca Centrale Europea ci fu un accordo in  base al quale i tre grandi paesi: Germania, Francia e Italia avrebbero avuto sempre un rappresentante nel Board, quindi il Vis-Conte sappia che il posto non lo ha guadagnato lui, ma ci spetta di diritto. Quanto poi alla Vice-Presidenza della Commissione –  vice-presidente era anche la Mogherini, una un’idiozia di Renzi aver brigato per quel posto, forse suggerito da Veltroni…- ce ne sono tante e non significano quasi nulla e vedremo se il Giorgetti di Cazzago, che non si comprende quando parla in italiano (figurarsi in inglese), sarà accettato come Commissario alla concorrenza: crediamo di no.
In mancanza di argomenti, mentre nel paese non si muove foglia, anzi aumentano le crisi industriali e la stagnazione perdura, ora c’è l’accusa alla barca a vela di pirateria, con cinquanta migranti a bordo. Non pretendiamo che il Capitano conosca Montesquieu (per lui sarà come Riciliù, come  chiamavano Richelieu,  in altri tempi, in certe terre lombarde…) e la separazione dei poteri, ma le sentenze della magistratura in attesa della sua Demokratura le deve rispettare e, per giunta, fanno giurisprudenza, per cui né la Libia né la Tunisia sono porti sicuri: ops… l’intreccio si infittisce… Meno male che soccorre Malta, svillaneggiata fino a ieri…
Un caso psicologico, secondo noi, con dei sostenitori sulla sua lunghezza d’onda.



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