sabato 25 gennaio 2020

UNA DESTRA PERICOLOSA E DI CIALTRONI

Carlo Biancheri


Siamo nati qui, ci ricordiamo delle generazioni che ci hanno preceduti, ci interessiamo alla Storia del Paese, molto spesso non gloriosa, per comprendere le ragioni che ci hanno condotti in questo frangente e, tuttavia, non riusciamo a rassegnarci ad una decadenza che si manifesta sul piano culturale, religioso, economico e politico: in una parola umano. Non bastano più i grandi che sono vissuti otto o cinque secoli fa a renderci orgogliosi di questo paese se tra noi e loro non esiste alcuna soluzione di continuità, alcun aggancio. Sembra che la gente, oggi, si preoccupi solo della pastasciutta, del corpo, delle vacanze, dell’apparenza, del godimento, di trovare un capro espiatorio per l’aggressività quando le cose vanno male; si parla tanto, senza mai saper veramente ascoltare: vince la semplice affermazione senza la dimostrazione di quel che si dice.
Siamo alla vigilia di un voto importante in Emilia Romagna ed anche in Calabria per le conseguenze che può avere sull’Italia. Il governo è fragilissimo, influenzato  dalla zavorra dalla setta in disgregazione che non rinuncia ‘a quel che resta del giorno’… alla sua identità, costruita su sciocchezze colossali: l’approccio da giustizia sommaria, come l’idea che chi sta in carcere sia sempre colpevole; la sentenza di condanna prima ancora che si celebri il processo oppure ‘dagli all’untore’, come scriveva l’amato Manzoni ne I promessi sposi, e gli untori di oggi  sarebbero i ‘privilegiati’ da sopprimere, se possibile, la decrescita felice, i vaccini dannosi, gli investimenti da bloccare perché fonte di ruberie e via discorrendo. Il paese è sempre più irrilevante sul piano internazionale mentre in passato ha giocato un ruolo di rilievo, ponendosi come mediatore tra le istanze del Nord Europa e quelle del Sud ed i paesi terzi all’Unione. Il Partito Democratico, ‘personaggio in cerca d’autore’…, si comporta come il Conte zio nel dialogo con il padre provinciale dei Cappuccini e cioè: «sopire e troncare e… troncare e sopire» in assenza di una visione chiara, non semplicemente rivolta alle categorie  del passato, capace di   affrontare il tema centrale degli investimenti e della trasformazione del lavoro connessa alle nuove tecnologie e, quindi,fornendo  la formazione necessaria, la produttività nelle imprese,  il disegno di uno Stato  regolatore e non fabbricante di panettoni o d’acciaio o contenitore di società decotte, una visione volta a   rendere la burocrazia cosciente della propria funzione di servizio alla collettività e non trincerata  sul rispetto delle procedure, senza comprendere il merito dei problemi, e poi facilitare una giustizia che non sia denegata perché  prodotta in tempi biblici; in pratica, una politica non preoccupata di rincorrere gli umori degli elettori ma sufficientemente forte per affrontare  i problemi di tutti come si deve fare dinanzi ad una ‘cosa’ comune, anche a rischio di perdere le elezioni.
Ma il pericolo è chiaramente quello di una destra che se ne infischia del bene del paese e che pur di riacciuffare il potere inganna i poveretti e la maggioranza priva di cultura. Fra un po’ si chiederà ad una bravissima casalinga se sia meglio rimanere nell’Euro o uscirne..., un po’ come porre a me un quesito di matematica superiore. Lo stesso metodo e lo stesso inganno usato dal Mussolini con l’autarchia –oggi sentiamo: gli italiani prima di tutto…- la difesa dei confini come se fossimo dinanzi ad un’invasione quando gli sbarchi diminuiscono e non grazie ai porti chiusi del tizio del bar Sport di Milano Rogoredo. Difende gli ebrei, il Salvini, perché si dice a favore dello Stato di Israele e nel contempo si permette di suonare ai citofoni dei magrebini, di chieder loro se sono spacciatori, del resto anche nel periodo fascista agli oppositori si faceva bere l’olio di ricino e si bastonavano pure e qualcuno moriva: ricordate don Minzoni? Chi lo conosce? Ormai la maggioranza è composta da analfabeti di ritorno e per questo aggressivi. Tuttavia, questi analfabeti è bene che sappiano che i loro soldi spariranno se il tizio del bar Sport torna al governo, magari con la damigella che vuol fare il blocco navale –sparando ai canotti? Ci spieghi…- e con il Cavaliere delle cene eleganti che sta in piedi poco e male ma non perde occasione di parlare di ‘quella cosa’ che una procace candidata non gli avrebbe mai dato -una battuta divertente avrebbe commentato la sventurata…-! Se questo è un uomo…
Stiano bene attenti i cantori dell’alternativa che assicurano che nella Lega ci sono i competenti e moderati, come quello di Cazzago, il Giorgetti che sorride spesso: risus abundat… Bene questo signore ‘moderato’ è così integerrimo che scagiona il soggetto del bar Sport  per il caso Diciotti, nave militare italiana, tenuta ferma in un porto per cinque giorni senza poter sbarcare  migranti ed equipaggio, perché ‘la politica estera è fatta dal Ministro degli esteri’. Ma lui a palazzo Chigi cosa ha imparato? A parte il fatto che lo sbarco in questione era prerogativa del Ministro dell’Interno, dove stava l’avventore del Papeete (…), le questioni rilevanti di politica internazionale non si trattano forse in Consiglio dei Ministri? E il Presidente del Consiglio non ci mette bocca? Ma dove vive il Giorgetti? Meglio stare a Cazzago dove è nato. Salvini ha le idee chiare, sostiene, e per questo ha ottenuto risultati. Quali di grazia? Quando c’era lui lo spread era il doppio dell’attuale… Con quota 100 ha prosciugato tutte le risorse ed ha aumentato il debito pubblico italiano. La UE ha cambiato atteggiamento sui migranti grazie a Salvini! Questa poi… Chieda un po’ al Ministro dell’Interno del Lussemburgo che ha espresso l’opinione comune di tutti i paesi europei tranne un paio. Lui era all’Università quando c’era Craxi – evidentemente non capiva molto in quanto giovane- perché ha sostenuto che Craxi ha espresso la modernità. Chi è più vecchio di lui si ricorda, invece, benissimo la spregiudicatezza del personaggio che per far fuori la DC usava gli stessi metodi, cioè le tangenti e nominava tutti i suoi ‘clienti’ nei posti di potere. Non era il circo dei nani e delle ballerine ma qualcosa di comparabile al governo di Crispi. Il partito socialista, che aveva al suo interno fior di intellettuali del calibro di Lombardi, si trasformò sotto di lui in un sistema attivistico dove comandava solo uno, con consiglieri oscuri o preti tardivi e ‘fantasmagorici’ come Baget Bozzo: il dibattito interno era morto. Sempre il Giorgetti, grande economista…, ha sostenuto che alcune cose di Craxi erano positive come la scala mobile, omettendo di menzionare che sotto Craxi il debito pubblico passò dal 70 al 90% del PIL. Ma nel tempo in cui la gente non fa che dire: ovviamente, sicuramente, assolutamente, sostanzialmente…, tradendo insicurezza, queste affermazioni sono prese come arra per il futuro.
E già il futuro: noi siamo il futuro dice il Salvini, capo dei comunisti padani…, in Emilia con la facente funzione di segretaria e, infatti, proponiamo cose concrete, abbiamo un programma, questo: asili nido, punti nascita, infrastutture, agricoltura - e i fiori alla nonna o alla madonnina che cita sempre perché si sa che la sua fede è grande, dove sono?-. E va bene fatemi il processo: non è che abbia rubato soldi…; ah… la lingua batte dove il dente duole: i quarantanove milioni dove stanno? E Savoini, chi lo conosce? E la Russia, certi affari? Qui gioca la vera politica estera e la sua è stata quantomeno disastrosa.
Se vincerà il Salvini sarà peggio per noi, ma i mentecatti che lo voteranno non lo sanno.
La damigella, sua comare, che non ha dimestichezza, all’evidenza, con la religione non fà che dire: Dio, patria e famiglia. Ma tra i suoi amici notiamo che di famiglie ne hanno più di una e che il dio di cui parla sembra piuttosto il dio Baal, cioè sanguinario… quanto alla patria, beh…, su questo ne parleremo un’altra volta.





6 commenti:

  1. Siamo nelle mani di quelli che domani votano. Speriamo bene!

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    1. Speriamo bene ma prepariamoci anche a vivere un tempo che Aristotele descriveva così: in un mondo di matti i savi sono considerati matti... e non bisogna andare tanto indietro nella Storia per vedere se avesse ragione!

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  2. Se aveste evitato di fare propaganda elettorale il giorno del silenzio pre-elettorale stato meglio.
    Filippo Medici

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    1. Egregio Signore, questa non è propaganda è, invece, amarissima constatazione dello stato del paese e se lei non lo comprende, ci rincresce per lei, innanzitutto.

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  3. Per fortuna il PD è in ripresa, grazie anche alle sardine, ma le insidie delle alleanze a destra sono ancora forti. Cosa si può fare per aiutarli?

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    1. Il Pd deve capire che all’Italia serve con urgenza di tornare a crescere, di favorire gli investimenti, di aumentare la produttività delle imprese, di cambiare la pubblica amministrazione rendendola più efficace ed intelligente e meno burocratica, di far funzionare la giustizia, di combattere l’evasione fiscale, di fare controlli seri e non demagogici. Inutile voler redistribuire la ricchezza senza crescita: si creano nuovi scontenti e talora non è neppure equo. Occorre coraggio e guardare in faccia ai problemi quando si pongono. Sapere che certi territori sono appannaggio della malavita e questo non è accettabile. Non serve a nulla citare Gramsci e la crisi organica, le urgenze sono diverse e gli schemi del primo Novecento non aiutano in un contesto di trasformazione del lavoro. Bisogna aprire alle competenze ed al merito, solo così si trovano soluzioni e non con schemi prefissati o provvedimenti di legge studiati da esperti parcellizzati, cioè senza una visione di insieme. Si può aiutare il Pd solo se il Pd è disposto a farsi aiutare: stare vicini alla gente, come si sente dire adesso, non vuol dire far finta di ascoltare, ma discutere nelle sezioni come si faceva in alcuni partiti cinquant’anni fa.

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