sabato 25 dicembre 2021

LETTERE

 Caro Biancheri,


la spero bene in questi tempi difficili, anche se vedo che da tempo non scrive più nulla sul blog e devo dire che in verità le sue riflessioni e considerazioni mi mancano! Ora vorrei confrontarmi con lei su una
questione: il papa Francesco, anche nella Messa di Natale (chissà perché anticipata?) ha pregato per tanti infelici e sofferenti, ma non ha detto una parola per chi, come me, ha perso persone care per il covid, non ha detto una preghiera perché il Signore ci liberi da questo male, come mai se ne dicono nelle Preghiere dei fedeli alla domenica nelle varie chiese. Neppure una parola sul covid, neppure un accenno, nemmeno
nominato. Eppure è un problema, una ragione di ansia, di soffrenza, di preoccupazione che al momento ci travaglia tutti in tutto il mondo. Lei ha qualche idea riguardo a questo silenzio?

Auguri di felicità in questo Natale.

Renato Santoro



Grazie per le sue parole e anche a lei un augurio di Buon Natale con buona pace dell'ideologia massonica della Commissione europea che suggeriva di dire buone feste... Buone feste di che? Perché  il tempo passa? E c'è  un nuovo anno? Noi abbiamo una speranza diversa e cioè che il dolore cessi e che il velo cada... Ricorda? Il lupo e l'agnello si abbracceranno,pace e giustizia regneranno... e  poi beati coloro che piangono perché  saranno consolati .. .non qui nell'Eskaton...
Per comprendere questo papa bisogna conoscere i gesuiti, molti dei quali col loro volontarismo prometeico rischiano l'eresia pelagiana: ci si salva con il solo sforzo umano e la grazia di Dio è una superfetazione. Il papa cita la leggenda del grande Inquisitore ma non dice che Dostoevskij scrive, non a caso, che il cardinale, che rinfaccia a Cristo di essere tornato, è un gesuita e gli dice: ci pensiamo noi a questa gente che ci ubbidirà... Se la prende col clericalismo ma lui forse non è clericale col suo autoritarismo e l' autoreferenzialità?
Predica il secondo comandamento e cioè  l'amore del prossimo ma dimenticando spesso il primo e cioè  l'amore di Dio; il secondo comandamento da solo non si regge e, infatti, tutti i modernisti predicano l'amore con l'odio per gli avversari, esattamente come gli immanentisti che promettono l'utopia, cioè  l'Eden in terra.
Ciò  detto, non dobbiamo diventare donatisti o catari o bogomili (che è la stessa cosa...): nessuno è perfetto perché  siamo umani anche se il popolo di cui io faccio parte e che non conta nulla nella Chiesa vorrebbe  pastori come san Benedetto che parla della vita di Dio e cioè  al cuore e non delle cose da fare  trasformando  la religione in etica: i gesuiti il Vangelo di Giovanni non lo citano quasi mai, papa incluso.
San Filippo Neri, il secondo apostolo di Roma, diceva ai suoi di non predicare con lo stile 'parisino', cioè  gesuitico, e metteva al centro della vita spirituale degli oratoriani l'umiltà (non la volontà...) come Francesco piccolino sposava Madonna povertà.
Ma di grandi santi ce n'è  uno per secolo, se va bene, e, quindi, ci basti ricordacene e frequentarli con quello che ci hanno lasciato.

Carlo Biancheri



3 commenti:

  1. Il Papa ormai ha adottato la morale del comune sentire, del diffuso
    consenso: sostiene e consiglia tutto quello che tutti ritengono bene,
    anche se poi non lo fanno: aiutare i poveri, promuovere la pace, ecc.
    ecc. Più niente di quello che si diceva 50/70 anni fa: se parlasse di
    verginità prematrimoniale, di fedeltà nel matrimonio, di astinenza, di
    digiuno, di fioretti, ecc. ecc., avrebbe tutti contro e che così va su
    altre strade... Intanto al messaggio cristiano non ci crede più nessuno:
    perché ci hanno tolto Gesù Bambino e hanno imposto Babbo Natale? Ma chi
    è Babbo Natale? cosa rappresenta? Anche questo il papa dovrebbe dirlo.


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  2. Ha proprio ragione sul volontarismo di papa Francesco: parla solo di quello che possono fare gli uomini per migliorare la vita nel mondo, come la lotta ai femminicidi, l'eliminazione delle guerre, i vaccini ai paesi poveri... E po? Verranno altri mali... Lo sappiamo.


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    1. L'avvento di questo papa ha creato uno scompiglio quanto meno nella Chiesa italiana. I vescovi, immemori della sinodalità, si affrettano a scimmiottarlo nelle omelie con riferimento alle disuguaglianze, ai conflitti sociali, agli emarginati, assunti come vessillo, più che concreto impegno di solidarietà: sembra che pochissime parrocchie e pochissimi conventi abbiano risposto alla richiesta del papa di accogliere i migranti...
      La 'carriera ecclesiastica', aborrita da san Filippo Neri, è percepita come un munus, una sorta di funzionariato e questo impedisce ai pastori di chiedersi: in cosa credo? Dite quello che credete veramente, fà dire a Francesco ai suoi Liliana Cavani nel film...
      E questo è il punto. La conversione è una metanoia, non è l'adesione al Club Maradona o l'azione buona della settimana come la visita ai nonni.
      A tutto queste deviazioni si aggiunge l'acquisizione di tradizioni del tutto estranee al cristianesimo, come appunto quella di Babbo Natale, figura legata ai paesi nordici, al freddo e alla neve che, purtroppo, ci ha tolto l'immagine della Natività.

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