Carlo Biancheri
No, non ci riferiamo a quelli
della setta M5S, non vale la pena; è inutile sforzarsi a ridurre a logica
proposizioni del tutto insensate, anzi caratterizzate dal solo scopo di
insultare chi la pensa diversamente da loro. Ci riferiamo, invece, a due
interventi che abbiamo ascoltato in
Parlamento in occasione della discussione
della legge di bilancio: a quello della Gelmini di Forza Italia e a quello di Maria
Cecilia Guerra di art 1 MDP.
La Gelmini è stata abile Ministro
dell’istruzione nel peggiorare la crisi della scuola, come membro del
governo del Cavaliere che ha così ben operato. Ha passato l’esame da procuratore
legale in Calabria non per ragioni turistiche ma perché lì è più difficile… e così lei ne sa di più
degli altri.
Bene: dalla legge nelle province
calabresi al Ministero, ora passa all’economia e allora si lancia a
dire che non è il caso di vantarsi per la ripresa, perché l’Italia resta il
fanalino di coda dell’Europa. Ipse dixit. La lombarda evidentemente è
all’oscuro dei dati dell’ISTAT e dell’OCSE che ha appena rivisto al rialzo le proiezioni di
crescita dell’Italia per il 2017 e
2018 secondo le quali quest’anno superiamo la
Francia, la seconda economia europea, che si ferma all’1,5%, e questa è la prima
perla.
Non contenta, contesta la creazione
dei posti di lavoro in ragione del Jobs Act perché, secondo lei, si tratta di
lavori a termine e comunque il numero resta
di molto inferiore ai livelli del 2008. Ci
tocca ricordare alla sapiente procuratrice legale, già Ministra, che abbiamo
attraversato una crisi economica epocale, provocata dalla finanza anglosassone
deregolamenta
che il Governo Berlusconi, paladino della deregulation, non ha mai
contrastato, anzi, in sede europea, col non dimenticato Ministro Tremonti si è
sovente schierato su posizioni vicine agli inglesi, interessati
solo al libero mercato nell’Unione Europea e
non, come si è visto, all’Unione stessa.
Sappiamo tutti – si fà per
dire…- che il lavoro fisso, non in Italia, ma
financo nel modello tedesco, sta diminuendo, perché è il
lavoro che
si sta trasformando in modo sensibile e le imprese, oltre all’imposizione
fiscale e contributiva troppo elevata, se viene loro imposto un ulteriore
onere, non assumono o chiudono. Questo si vuole? E’ doloroso dirlo, ma con
questa realtà ci dobbiamo confrontare perché con la digitalizzazione stiamo
vivendo un periodo comparabile a quello del passaggio dal treno alla diligenza o
dal vapore alla elettricità. E’ chiaro?
La baggiana,come direbbe l’amato
Manzoni,si turba per la mancata ricostruzione
nelle zone terremotate –eh sì perché le case de L’Aquila con i balconi che
cascavano,costruite dal Governo del Cavaliere poi oggetto
di processi, se le ricorda?- fingendo di non sapere che molto del ritardo è
connesso alla scelta,per noi
sbagliata, di aver lasciato alle
comunità locali le decisioni su come
ricostruire e l’inventario dei
danni…
Non ricorderemo che sotto il
Governo del Cavaliere, impegnatissimo nelle cene eleganti, lo spread
aveva superato i 550 punti base e ciò rendeva il nostro debito pubblico
insostenibile… o quasi. Ci basta rilevare che la sig.ra mente altrimenti…
beh… è
pure peggio.
E parliamo della Guerra, seguace
del profondo pensiero di Speranza, allievo di D’Alema, il protettore di Mussari
alla guida di MPS (…) ora sotto
processo, e nel gruppo dell’esperto di
bocciofila dell’Emilia Romagna. Anche per lei siamo il fanalino di coda nella
crescita e un simile atteggiamento a Roma si chiama ‘esser di
coccio’… Soprattutto si lamenta che non abbiamo ancora raggiunto i livelli del
2008 in termini di PIL. Ma perché, lei ha la ricetta? Per caso la
nazionalizzazione dei beni di produzione oppure un nuovo miracolo della
moltiplicazione dei pani e dei pesci? In effetti la Guerra, che dall’accento
sembra esser mia conterranea, aggredisce il vice-Ministro Morando, uno dei pochi
tecnici seri che siedono in Parlamento, per non aver accolto la lista
della spesa. In un Parlamento rispettabile
uno che fà una proposta dovrebbe indicare nel
contempo dove si trovano le risorse, non descrivere il libro dei sogni. Ma, come
noto, in Italia basta l’enunciato non la verifica, non a caso siamo stati per
decenni sotto la dittatura crociana, di marca idealistica, in
cultura…
I posti di lavoro creati sono
fasulli perché a tempo determinato – sarebbe interessante che andasse un po’ in
Inghilterra e vedere quel che trova…-; lei vuole il posto fisso… ma… non c’è più
l’articolo 18, ricorda? E allora la differenza è sempre così grande quando si
può licenziare ad libitum?
Come si fà poi a pretendere per un
paese, che ha un debito pubblico al 130% del PIL ed una Pubblica Amministrazione
che funziona male e una giustizia di cui non parliamo, recuperare in fretta i
punti di PIL persi durante la più importante
crisi
economica dalla fine della seconda guerra
mondiale? L’affermazione che la ripresa è solo
dovuta ai bassi tassi d’interesse e alla
liquidità immessa dalla BCE è smentita da
tutti i centri di studio economici, tranne
Baldassarri, che hanno analizzato il
Paese, tanto che veniamo spronati da FMI e
dalla UE e dall’OCSE a “continuare” il processo di
riforme.
Non dire le cose chiaramente
equivale a mentire.
Ma cosa sta ancora a tirar fuori la questione dello spread che aveva l’Italia nei confronti della Germania, quando ormai si sa che è stata tutta una manovra delle Merkel e di Sarkozy di farlo salire per far cadere Berlusconi?
RispondiEliminaCapisco che lei sia influenzato da Mandrake, ma neppure Soros da solo riuscirebbe a far alzare lo spread in quel modo di un paese del G7... I flussi sono piuttosto importanti, signore.
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