giovedì 16 agosto 2018

Il Vis-Conte dimezzato e suoi dioscuri e l'art. 187 ter del TUF (manipolazione del mercato)

Carlo Biancheri



Le dichiarazioni dell’Avvocato del popolo a Genova  e del giovinetto Di Maio, vice Presidente del Consiglio pro-tempore, spalleggiato dal corpulento Salvini, legato a Putin, alla Le Pen et similia, in merito al ritiro della concessione autostradale ad Atlantia, a seguito del crollo del viadotto  a Genova, hanno provocato una caduta in borsa della società quotata molto consistente con danno per tutti gli investitori/risparmiatori, inclusi i piccoli azionisti, e hanno bruciato in un sol giorno circa quattro miliardi di capitalizzazione della società stessa, estendendo la perdita ad altre società del comparto che con il crollo del ponte non c’entrano affatto. Gli investitori stanno, infatti, valutando l’impatto del rischio c.d. regolamentare sulla società in questione per verificare se esista ancora il  going concern  e cioè la capacità di continuare ad operare, a fronte delle minacce governative in merito al ritiro della concessione.
Come rilevato da parecchi commentatori, i ragazzi ed il Vis-Conte dimezzato sono stati un po’ precipitosi perché il ritiro della  concessione da parte dello Stato è una procedura complessa che comporta, tra l’altro, la verifica dei presupposti per il ritiro ed il pagamento di penali – il Vis-Conte più prudentemente ha parlato di ‘avvio’ della procedura…- e l’annuncio è stato dato prima ancora che siano stati accertati i fatti e cioè la causa del crollo, nell’assunto che la procedura penale sia troppo lenta e che loro non possono aspettare, come dire: intanto giustiziamo, poi vedremo chi ha ragione, come insegna Robespierre che introdusse il terrore nella Rivoluzione Francese.
Ora l’Avvocato del popolo, non foss’altro che per la sua frequentazione col prof. Guido Alpa, suo mentore, che conosce la materia borsistica, dovrebbe sapere che esiste un articolo,  il 187/ter del TUF, Testo Unico della Finanza, il quale prevede, tra l’altro, che chiunque  diffonde informazioni… (omissis) fuorvianti che forniscano o siano suscettibili di fornire indicazioni… (omissis) fuorvianti in merito agli strumenti finanziari (leggi: le azioni quotate di Atlantia ) sia punito ecc., ecc. Il Vis-Conte ha parlato d’«avvio della procedura …» ma il giovinetto di Pomigliano d’Arco, Vice-Presidente del Consiglio, ha invece detto che «verrà ritirata» la concessione ad Atlantia non senza aver chiesto le dimissioni dei membri del Consiglio di Amministrazione, cosa che può avvenire, trattandosi di un soggetto privato, solo nella Repubblica Popolare Cinese o a Cuba.
A giudizio di chi scrive, l’informazione è fuorviante, in quanto è stata recepita come una certezza da parte del mercato che ha, infatti, venduto in modo massiccio i titoli della società in questione e quelli del comparto autostradale. Premesso che i politici che dovrebbero occuparsi del bene comune ignorano il mercato finanziario, che pure è uno dei motori dell’economia, e che questi annunci si fanno a mercati borsistici chiusi, nella smania di raggiungere l’effetto-annuncio ci si è ben guardati dal precisare che il ritiro avverrà alle condizioni previste dalla Convenzione stessa e a condizione che l’onere a carico dello Stato sia compatibile con l’interesse generale, cosa che avrebbe reso l’informazione meno generica e fuorviante. Infatti, in serata è stato corretto il tiro, e l’ottimo Toninelli, di professione Saint-Just, si è accorto che esiste anche la Magistratura che dovrà accertare i fatti e che, ove ricorrano i presupposti, la concessione verrà ritirata!
Il Presidente della Consob, minacciato di incompatibilità nella carica, per conflitti di interesse, dal Vis-Conte dimezzato, probabilmente sarà «in altre faccende affaccendato», ma gli uffici non dovrebbero porsi il quesito se dette informazioni siano corrette oppure fuorvianti ai sensi dell’articolo succitato?
Intanto il guaio è stato fatto, come con lo spread che continua a salire…, e questi dilettanti, oltre a non imbroccarne una, non fanno quel che servirebbe veramente al paese: porre in opera strategie di sviluppo invece di propalare sciocchezze e favorire l’odio sociale.





8 commenti:

  1. Secondo il contratto anche in caso di accordo rescisso per colpa grave alla società controllata dalla famiglia Benetton spettano per anni versamenti miliardari. Non abbiamo idea del perché politici di diverso colore nel tempo abbiano accettato tutto questo. Sappiamo però che un accordo del genere autorizza le ipotesi peggiori che esulano dalla semplice incapacità e inettitudine di tanti governanti protagonisti dell’affare.

    Ora spetta al Parlamento il compito di trovare la strada legislativa e di diritto per annullare quella clausola sui soldi da versare ad Autostrade, fortemente vessatoria per i contribuenti italiani e la stampa italiana deve cessare le surreali acrobazie per non mettere nei titoli il cognome Benetton.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non abbiamo alcuna simpatia per la famiglia Benetton, per le loro magliette fatte dai poveri del mondo e per la pubblicità di Toscano. Ciò detto, se si fà un investimento colossale, si fanno due calcoli per far rendere il capitale investito, da qui le salvaguardie, altrimenti se le gestisce lo Stato le autostrade e, a ben vedere come va con Anas…, non è consigliabile.
      L’accordo di cui lei parla corrisponde alle clausole internazionali per questo tipo di business e Atlantia, se non andiamo errati, gestisce autostrade anche in altri paesi: sarebbe interessante verificare cosa si prevede in quelle concessioni.
      Quanto all’abolizione di dette clausole, lasci ai cialtroni queste proposte di intervento retroattivo…, quegli stessi che stanno facendo chiasso per distogliere l’attenzione dal post che parlava del crollo del ponte come una favoletta che serviva per propagandare la gronda!

      Elimina
  2. Vi segnalo questo interessante esame della convenzione:

    https://www.facebook.com/notes/christian-abbondanza/genova-seriet%C3%A0-e-rispetto-crollano-come-il-viadotto-morandi-integrata/10156812812054090/





    RispondiElimina
  3. Ma qualcuno mi sa spiegare perché una società strategica per l’Italia, come Autostrade, con un fatturato annuo di oltre 6 miliardi di euro e introiti sicuri –aumentati vertiginosamente negli anni- è stata ceduta a imprenditori privati dallo stato?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si vede che lei non ha conosciuto il tempo delle partecipazioni statali. Lei pensa che lo Stato sia in grado di gestire in modo efficiente alcunché? Provi a guardare quel che fà l'Anas con i viadotti che cascano e le strade loro affidate in condizioni pietose. Se le Ferrovie vanno meglio è solo per l'alta velocità ma le altre società a partecipazione pubblica sono spa quotate in borsa... e quindi non si differenziano da quelle prive di partecipazione pubblica a capitale diffuso... con obblighi di trasparenza e controlli sui conti.Ai tempi dell'Iri lo Stato doveva prelevare dalla fiscalità generale la bagatella... per l'epoca di 700 miliardi di lire all'anno. Autostrade se ben ricordo fu venduta per far cassa. I ragazzotti a cui tanti italiani che non sanno niente si sono affidati pensano che la soluzione sia lo Stato facendoci tornare indietro di trent'anni mentre ciò che rileva è il controllo serio che in Italia non si fà. Vedrà che anche nel crollo del ponte il Ministero e Anas saranno implicati... oltre ai responsabili.

      Elimina
  4. E Salvini si è pure fatto un selfie a Genova durante il funerale delle vittime del ponte crollato: ma è un ministro e vice-presidente del Consiglio dei Ministri?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto che Salvini si sia soffermato a fare un selfie è la prova della sua incapacità a trasformarsi da laeder di un movimento populista in uomo di Stato e del fatto che lui e Di Maio abbiamo cercato in ogni modo di trasformare la cerimonia funebre in una manifestazione di consenso a loro favore e di attacco al PD: anche di fronte ad appalusi e acclamazioni gli uomini di Stato procedono compunti, raccolti e composti e non si sbracciano a stringere mani e a dare pacche a destra e a manca. Tutto questo fa nascere il sospetto che applausi e fischi fossero stati orchestrati da un’apposita regia di movimentazione di fans, ipotesi a cui dà supporto l’sms inviato ai cronisti dei maggiori quotidiani nazionali da Rocco Casalino, grillino di ferro, ma responsabile della comunicazione di Palazzo Chigi, che durante lo svolgimento dei funerali si è preoccupato della risonanza che “plausi e botte” potessero avere sui giornali.

      Elimina