sabato 27 luglio 2019

ELOGIO DELLA PRUDENZA


Rosa Elisa Giangoia

 La prudenza non è solo una delle quattro virtù cardinali della fede cattolica, ma è una sorta di “saggezza pratica”, individuata e teorizzata dalla filosofia della Grecia classica (Platone e Aristotele), che indica il saper agire rettamente, un’attitudine che valuta ciò che è bene per l’uomo. Dato che etimologicamente deriva da *pro-videre con il significato di comprendere quello che può accadere con anticipazione temporale, è senz’altro l’atteggiamento che più dovrebbe caratterizzare gli uomini politici, soprattutto quanti hanno responsabilità di governo, come già consigliava saggiamente Cicerone. Di tutto questo non hanno dato prova i nostri uomini politici che di fronte all’efferato omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega si sono subito gettati in manifestazioni di cordoglio con finalità di propaganda politica, senza avere la prudenza di accertare i fatti e i loro attori prima di rincorrersi nella mischia delle posizioni ideologiche precostituite.
Il peggio, naturalmente, è venuto da Matteo Salvini, che, appena appresa la notizia dell’uccisione del povero carabiniere, si è lanciato in twitter ed esternazioni davvero al di fuori del suo ruolo di Ministro della Repubblica, di cui evidentemente non è consapevole. Tono triviale, soliti vocaboli gergali (“bastardo”, “questi infami”, "stronzi") da discussioni al bar, non certo il linguaggio che si addice ad un vice-presidente del Consiglio dei Ministri e ministro, ma soprattutto affermazioni al di fuori delle sue competenze e della legislazione italiana: “lavori forzati in carcere finché campa”, “fargliela pagare cara”. Non spetta al Ministro degli Interni comminare pene senza processo e i “lavori forzati”, non sono una pena prevista dall’ordinamento della Repubblica Italiana, nel quale la pena deve avere funzione di recupero, non essere una vendetta.  
Ma cosa vuol dire tutto questo, aprioristicamente diretto contro un ipotetico “negro” assassino, nella precostituita certezza che tale fosse il colpevole?
Da un lato che Salvini si lancia imprudentemente in esternazioni estemporanee, senza sicure informazioni, il che per un Ministro degli Interni è davvero grave… Ma soprattutto indica che ha aspirazioni dittatoriali in cui lui, qualunque carica ricopra, può arrogarsi competenze e poteri a suo piacere, scavalcando anche la tripartizione tra potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario, cardine di tutte le moderne democrazie, dopo la teorizzazione di Montesquieu nello Spirito delle leggi (1748). Salvini dimentica che come Ministro della Repubblica Italiana ho solo il potere esecutivo nell’ambito del suo Ministero, cioè quello di rendere operative le decisioni del parlamento, in cui come componente può solo fare proposte che devono essere approvate. Ma chiaramente l’intento di Salvini nel fare queste esternazioni è ben altro: è quello della strumentalizzazione politica al fine di fomentare gli animi, soprattutto di configurare una categoria di persone, nel caso specifico gli immigrati di colore, come i nemici contro cui ci si deve coalizzare per combatterli. Atteggiamenti molto pericolosi, come ci insegna la Storia, in quanto in passato hanno portato solo a guerre, persecuzioni, stragi e genocidi. È l’atteggiamento di una mente squilibrata (di cui abbiamo esempi recenti nella storia europea) o chiaramente programmato per far leva sulla componente irrazionale delle persone al fine di compattarle contro un nemico comune, fomentando le divisioni nel tessuto sociale, invece di finalizzare la propria azione politica a quella tranquillitas ordinis, caratteristica di ogni buon governo. Questo comportamento, conflittuale e divisivo, è tipico dell’agire irrazionale degli animali che realizzano la coesione del branco per la contrapposizione contro gli avversari.
Tutte queste esternazioni sono poi risultate un'inutile fatica di Salvini, nel momento in cui si è appurato che gli aggressori del carabiniere erano cittadini americani, ricchi e drogati...
Al comportamento di Salvini si aggiunge, come aggravante, l’utilizzo da parte sua di simbolici cattolici, in quanto ostenta, oltre alle sue donne seminude, Bibbie e rosari e richiede l’intervento della Madonna per i suoi fini… Molto di più della religione come instrumentum regni, teorizzata dal Machiavelli con quell’acutezza e astuzia intellettuale che a Salvini manca. La sua è una vera e propria appropriazione indebita dei simboli del cattolicesimo, soprattutto di quelli più legati ad una devozione popolare, mentre si contrappone a papa Francesco, vero interprete del precetto evangelico “ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25, 35), scagliandosi contro i migranti. Con questo suo agire lancia un messaggio di regressione e di odio e corrompe il tessuto umano: di conseguenza dà scandalo e crea una divisione pericolosa anche all’interno della Chiesa. Gli pseudocattolici che lo votano e che si fanno sostenitori e diffusori delle sue posizioni sono dei falsi fratelli nei confronti dei quali solo l'ignavia e la pavidità della gerarchia impediscono di parlar chiaro ed esercitare il ruolo che dovrebbe esser il loro.
   

19 commenti:

  1. Mi sembra che Salvini con questa sua crescente attitudine manipolatoria possa diventare davvero pericoloso. Comincia a preoccuparmi.

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    1. Spero che stia crescendo il numero di quanti si rendono conto di chi è veramente Salvini e della sua pochezza intellettuale e politica, ben evidenziata dall'intervista di ieri a UNO Mattina:

      https://www.nextquotidiano.it/come-hanno-intervistato-salvini-a-unomattina-carabiniere-ucciso/?fbclid=IwAR2LPf0SamhX6OVqRTl8jzzOImXozW-pnWQDOTT8Mwm9CKE6CkUxPp8PyJk

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  2. Questo l'avete visto in facebook?

    Pierluigi Sanna


    LE FOLLIE DEL BULLO
    Salvini rischia di rovinare il paese per decenni. Va fermato subito.

    di GIUSEPPE TURANI | 27/07/2019

    Difficile capire che cosa fare di Salvini. È imbarazzante oltre ogni limite, si capisce benissimo che la Costituzione non l’ha mai letta oppure non gliene frega niente. A un supposto delinquente commina i lavori forzati, che non esistono e che comunque non spetterebbe a lui decidere. Di una zingara uscita di prigione perché diventata madre ha detto che bisogna impedire a questa gente di fare figli. Altra cosa che non c’è e che, di nuovo, non toccherebbe a lui, ma a una lunga fila di magistrati.

    Non siamo scesi ieri dalla Val Brembana con la piena, e quindi sappiamo che queste cose Salvini le dice per consolidare la sua immagine di bullo presso il proprio elettorato: uomo tosto che in tre giorni sistemerebbe rom, immigrati e diversi. E infatti queste sue sparate piacciono persino a sinistra, dove si annidano anime belle che vorrebbero una società tutta di scolaretti con il grembiulino nero, le signore a casa a tirare la sfoglia, e così via.

    In realtà, se Salvini dovesse avere il potere, quelle cose che oggi appaiono solo come battute da bullo le farebbe davvero. La Costituzione, per lui, è un pezzo di carta di settant’anni fa, gli altri poteri (tipo magistratura) pure perdite di tempo. Se lui ha preso i voti, non serve altro. O no?

    Ma queste sono quasi lievi smagliature. Dove Salvini diventa davvero pericoloso è quando si parla di soldi. C’è una storia che ha la chiarezza di un teorema di matematica.

    1- Lui insiste perché vuole a tutti costi la flat tax (se non la fanno, ce la faremo da soli). La flat tax è una roba che gli ha inventato il suo amico (cacciato dal governo e bancarottiere Siri).

    2- In teoria la flat tax, tassa piatta, una sola aliquota, è proibita tassativamente dalla Costituzione, per la quale le imposte debbono essere progressive, come è in tutto il mondo civile.

    3- In pratica si potrebbe anche fare, ma recuperando la progressività sul lato dei servizi che lo Stato corrisponde ai cittadini. Nicola Rossi, che ha studiato con calma il problema, sostiene che servirebbero almeno cinque anni di lavori per riformare tutto il sistema del welfare che sta dietro le imposte.

    4- Ma Salvini la flat tax la vuole subito, prima di far saltare il governo e andare a elezioni. E, poiché non ci sono i soldi, si può fare anche a debito.

    E eccoci al teorema:

    a- Tria dice che Salvini insiste, ma non indica le coperture, cioè con quali soldi fare questa benedetta flat tax.

    b- Standard & Poor’s dice che con una flat tax senza coperture l’Italia rischia di fare la fine della Grecia.

    Ecco, il re dei bulli del quartiere, scemenza dopo scemenza, rischia di rovinare l’Italia per decenni. E questo perché si impiccia di cose che non sa e i suoi consiglieri sono piccoli commercialisti senza clienti e senza cervello, già noti peraltro alle cronache giudiziarie.

    Che cosa fare di un simile soggetto? Un paese normale lo avrebbe già espulso. Noi rischiamo di consegnargli il paese.

    Poi, sarà inutile lamentarsi. Come sarà inutile attendere l’alternativa promessa da Zingaretti. L’alternativa è impedire, subito, a Salvini di fare altri danni, di trascinare il paese in un tunnel Grecia. Questa battaglia si vince o si perde adesso, non l’anno prossimo.

    Per tutto il resto, abbiamo tempo.

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  3. Federico Roccatagliata29 luglio 2019 alle ore 13:48

    Sulla questione della TAV l'ala più movimentista dei 5S potrebbe anche far cadere il governo, perché loro hanno veramente perso la faccia ma certo che corrono il grosso rischio di perdere molti voti ad eventuali elezioni: sono ad un punto di non ritorno.


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  4. Mi pare che il terrore del voto sia tale che la setta beve qualsiasi cosa.

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  5. Perfino facebook se n'è accorto dell'inopportunità di molti post di
    Salvini e giudicandoli razzisti li ha oscurati.


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    1. Meno male... e quelli della Meloni sono ok?

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  6. Cosa possiamo fare per toglierci Salvini dai piedi?


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    1. Cambiare gli italiani che, nella maggioranza, come nel Medio Evo, sono dediti all' arte di Michelaccio...

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  7. Basta con le reciproche quotidiane banalità di 5S e PD: che
    l'odontotecnico Zingaretti si tolga il dente, dia il buon esempio e
    presenti un programma degno della storia della Sinistra italiana.

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    1. Il fatto è che il Pd non ha mai amalgamato le componenti diverse che lo compongono e la scelta veltroniana è stata wishful thinking, come dicono gli anglosassoni e cioè velleitarismo superficiale. Ci sono quelli che ripetono un mantra marxista, alla Cacciari, il filosofo nichilista, che il Pd si deve alleare ai 5S vagheggiando una solidarietà di classi sociali che non corrisponde più ad una società atomistica, frantumata come la nostra. Per fare un programma serio bisognerebbe ritrovarsi su valori comuni e non solo sui programmi di governo perché di mero pragmatismo si tratterebbe. Le ideologie non sono morte, come tutti sostengono, papa argentino incluso, se si confrontano con la realtà e non si trasformano in ideologismi. E i valori sono quelli costituzionali di libertà individuale ed economica, di solidarietà per consentire pari opportunità ma senza populismi, senza casi esemplari, consapevoli del contesto internazionale che comporta una cessione di sovranità all'Europa, pur bisognosa di riforme; ciò è tanto più vero nel quadro degli equilibri mondiali dove i fascio-sovranisti sono ridicoli ed irrilevanti. Oltre al nostro debito pubblico, tremenda palla al piede, eredità di quasi tutti i governi dagli anni 70 in poi, c'è l'evasione fiscale incredibile, un'amministrazione pubblica pletorica ed inefficace, un autonomismo egoista e separatista ed in generale l'assenza di controlli incisivi che applicano leggi fatte con i piedi da fanciulle e ragazzetti in grado solo di ingessare l'amministrazione. Si aggiunga l'assenza di stimolo agli investimenti e la commistione tra la cosa pubblica e la malavita organizzata... È sufficiente?


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  8. Non finirà mica che dovremo affidarci a Berlusconi per sfuggire dal
    peggio? Lui ci conta e tenta disperamente di riciclarsi come nuovo...


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    1. Lo so bene. È astuto e ha capito che si sta rischiando parecchio... ma è in buonissima parte responsabile del disordine del paese col suo operare nei suoi tanti anni di governo, pieni di illegalità, mafie e massoneria.

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  9. L'elettorato dei 5stelle li sta abbandonando di fronte alla loro
    incapacità (impossibilità?) di mantenere le promesse elettorali, ma loro sono così attaccati al potere che se gli tolgono la sedia di sotto al sedere si aggrappano al tavolo.

    Fabrizio Lombardo

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    1. Ma c'è anche una componente ideologica che è patologica e che si traduce nel progetto di democrazia 'diretta'- da chi...?-nel rifiuto di quella rappresentativa (diminuzione del numero dei parlamentari, disegni di legge di iniziativa popolare senza quorum...) che resta una garanzia per controllare un governo che, come si vede dalle dichiarazioni di quasi tutti i suoi esponenti, si incammina verso una manipolazione autoritaria; oppure nella riforma della giustizia dove il processo diventa linciaggio-Beccaria, il Bonafede al suo paese non lo ha letto... -. Le poltrone c'entrano, ma questi ragazzotti che parlano, parlano, seguono un copione prefissato dalla setta e l'Italia ne paga le conseguenze nell'indifferenza generale.

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  10. E' chiaro che non c'è la volontà politica di eliminare l'evasione fiscale e il lavoro nero ad essa collegato, in quanto il mezzo tecnico sicuro c'è. Infatti basterebbe eliminare l'uso del denaro contante e tutto andrebbe a posto, oltre ad azzerare le cospicue spese della zecca di Stato.



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    1. Sembra che l'eliminazione dell'uso del contante porterebbe ad un ulteriore freno dell'economia, attesa l'abitudine consolidata di larghe fasce della popolazione: non siamo in Svezia... Per combattere l'evasione il divieto aiuterebbe, ma occorrerebbe anche intervenire nel diritto societario: le barche da milioni di Euro, i Suv diffusissimi da oltre centomila Euro spesso figurano di proprietà societaria, in uso a nullatenenti... La furbizia italica...

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  11. Come molti altri che alzano la loro voce sui social anch'io sono
    dell'idea che papa Francesco dovrebbe comminare la scomunica a Salvini che si avvale a fini propagandistici di simboli, azioni e pratiche della fede cristiana, mentre poi si fa promotore di leggi che si contrappongono e negano i precetti evangelici ed esprime e diffondesentimenti di odio.

    Alessandro Bianchi

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    1. Non sono molto numerosi i casi celebri di scomunica ad esponenti politici per i quali dobbiamo tornare indietro nel Medio Evo, quando,nell'ambito della "lotta per le investiture" Gregorio VII scomunicò Enrico IV, o quando la scomunica cadde su Federico II di Svevia, reo di continuare a rimandare la promessa crociata. Poi furono scomunicate intere città, prima la repubblica di Venezia (1309), poi Firenze (1376).
      Anche alcuni sovrani moderni furono scomunicati, Elisabetta d'Inghilterra (1570), per essersi fatta capo della Chiesa del suo regno, e Vittorio Emanuele II, per l'annessione dello Stato pontificio al Regno d'Italia, sanzione poi revocatagli in punto di morte. In tempi più recenti la scomunica è stata inflitta ai comunisti (1949), poi commutata da papa Giovanni XXIII, e a personaggi interni alla Chiesa per comportamenti non in linea con le direttive del Pontefice, come Marcel Lefebvre (1988) e Emmanuel Milingo (2006). Oggi, in base alla realizzata separazione post-illuminista tra sfera politica e sfera religiosa, potrebbe apparire fuori luogo la scomunica ad un personaggio politico per il suo comportamento, ma il caso di Salvini si configura davvero come particolare, in quanto lui non si pone al di fuori della Chiesa, ma con comportamenti personali, prese di posizione politica, idee manifestate si allontana dai dettami del cattolicesimo, di cui, per altro, utilizza simboli e ritualità per personali vantaggi politico-elettorali. In questo modo si potrebbe dire che stia delineando un cattolicesimo contrapposto a quello di papa Francesco, in quanto esprime idee completamente diverse su alcune tematiche, come quella dell'assitenza a chi si trova in situazioni di difficoltà, di bisogno d'aiuto e di pericolo. Certo che da parte del papa ci vorrebbe davvero il coraggio di evidenziare con fermezza e chiarezza l'errore di questo personaggio politico, non in quanto tale, perché le idee possono essere varie, diverse e contrastanti, ma proprio in relazione al cattolicesimo di cui per altro si avvale. E' una questione di coraggio, quel coraggio che, come argutamente fa dire il Manzoni, a don Abbondio, se uno non ce l'ha, non se lo può dare...

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