mercoledì 24 luglio 2019

UN GOVERNO DI BUGIARDI E DI CIALTRONI


Carlo Biancheri

Il voto folle ed autolesionista degli elettori che si sono recati alle urne -un poco più della maggioranza degli aventi diritto...-, lo scorso anno, ci ha messo nelle mani di gente al governo come non era mai avvenuto prima: la cuoca di Lenin, per intenderci.
Usciamo per un momento dalla narrativa dei ministri piazzisti di scope, aspirapolveri e migranti o degli azzeccagarbugli di manzoniana memoria che si spacciano per giuristi: si tratta di un racconto che non ha nulla a che vedere con la realtà e che è sostenuto da giornalisti servi o prezzolati, molti dei quali pagati dal contribuente.
L'Italia dopo oltre un anno di un governo di 'pellegrini' è a crescita zero, mentre tutti gli altri in Europa crescono, nonostante i problemi.
Il funzionario di Monti Moavero Milanesi, ora ministro degli Affari Esteri, dà del tu a tutti in Europa ma conta il due di picche perché conosce solo le procedure e non ha una strategia o è bloccato dall' amico dei russi, formatosi al bar Sport di Milano Rogoredo. La impostazione massonica ben presente in ambito internazionale e nell'amministrazione, in Italia, prende a modello la struttura militare per cui ciò che conta è eseguire gli ordini, rispettare le procedure, avere l'appoggio di chi comanda, mentre il merito è deciso altrove: «Vuolsi così colà dove si puote...». Ciò significa che il governo italiano non ha quasi mai una posizione propria, distinguibile, per lo più si barcamena e si adegua agli altri in un pragmatismo esasperato e questo sarebbe l'interesse nazionale che ascoltiamo declamato in televisione. Il governo, in Consiglio, e la setta, in Parlamento, hanno preferito la tedesca segaligna al pacioccone olandese Timmermans, ma non avremo ugualmente alcun ruolo di rilievo nella Commissione e men che meno lo avremmo avuto se avessimo seguito la lucida follia del sovranista putiniano, semi-fascista per propositi ed amicizie, totalmente isolato in Europa.
La TAV si farà ovviamente -lo capiva anche un cretino...- ma la Appendino non se ne va perché deve portare a termine qualche altro danno di modo che Torino non sia più distinguibile da Alessandria o da Vercelli: e brava la nostra signora Felicita che l'aveva votata sostenendo che le ricordava tanto la sua figliola ...
Il caso Russia è un fatto grave, altro che pettegolezzi giornalistici come con tempismo ed opportunismo perfetti si era espressa la Casellati -sotto gli orecchini nulla...- presidente del Senato. Il Salvini incontra a Mosca ministri che non possono mettere piede nella UE perché oggetto di sanzioni (!) a che scopo? A parlare di donne? Si fa assistere da gente di bassa caratura e di nessuna competenza specifica, che sostiene poi di non conoscere, alcuni dei quali figurano nel brindisi di Putin, in ricevimenti ufficiali, con l'Avvocato del popolo di San Giovanni Rotondo. Poi viene avviata una trattativa con l'assistenza di una banca d'affari sospetta: vedremo se la magistratura troverà le prove, ma quanto accaduto fino ad ora è sufficiente a porre in dubbio la politica estera del paese, mai discussa in Parlamento giacché quella del ministro degli esteri non è  quella vera.
Il Salvini scappa dal processo, si rifiuta, in spregio alla Costituzione, di riferire in Parlamento-Mussolini docet...?- perché non ha tempo da perdere, è sostenuto dal popolo, deve lavorare, cioè insultare sui social e far comizi approfittando delle inaugurazioni di Commissariati di polizia..., ovviamente usando l'aereo di Stato per gli spostamenti. Siccome i risultati di questo governo consistono nel blocco di tutto, in provvedimenti incostituzionali, nello scippo con destrezza ai pensionati, nel mettere periodicamente a rischio  i conti pubblici, nel favorire il rialzo dello spread a causa di dichiarazioni imbecilli, nel far fuggire gli investitori, nel non riuscire a risolvere, anzi nel peggiorare le crisi aziendali, nel fare annunci a cui non seguono i fatti, nel propalare forme di autonomia senza solidarietà  e che risultano essere una specie di secessione, nel pretendere di combattere le disuguaglianze con l'assistenzialismo... si cambia discorso e si afferma che i problemi non sono stati risolti da trent'anni...
Intanto Conte in Senato parlava a banchi vuoti del suo partito, i 5S, verosimilmente per una vendetta per l'assenso alla TAV...

Siamo all'asilo e la casa brucia ma nessuno interviene: questa è la morale.

2 commenti:

  1. Mi pare che la situazione politica si stia sfilacciando. I 5S devono ingoiare il rospo della TAV per cui fanno la sceneggiata di prendere le distanze da Conte e da Salvini, uscendo dall'aula, ma sanno benissimo che non possono ostacolare questa decisione anche se ci sarà un voto in parlamento perché molto probabilmente le opposizioni (PD e Forza Italia) voteranno a favore dell'opera. Loro stanno scatenando la piazza e questo è davvero un aspetto molto negativo della situazione. Comunque il governo (purtroppo!) non cadrà, perché Lega e 5S sono attaccati al potere e gli italiani sono distratti, assenti, apatici... In altri tempi, di fronte a sistuazioni del genere si sarebbe mossa la piazza,quella "vera" degli studenti, dei lavoratori... Perché adesso non avviene? Perché in fondo stanno tutti bene, anche se non guadagnanomolto, arrotondano con il lavoro in nero, hanno molte sovvenzioni, qualcuno magari arraffa pure...

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  2. Solo un paese che ha smarrito il più elementare alfabeto civile e costituzionale può assistere in silenzio a un vicepremier di minoranza di un esecutivo che apre la crisi di governo, convoca il Parlamento ed evoca lo scioglimento delle Camere, come se fosse contemporaneamente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica in carica.

    Solo un paese che ha perso ogni dignità può accettare senza battere ciglio che un capopartito chieda di essere investito di “pieni poteri”, neanche fossimo nell’ottobre del ‘22.

    Solo un paese che ha perduto completamente il senso delle istituzioni può rimanere zitto mentre un ministro si rivolge a parlamentari della Repubblica eletti invitandoli ad “alzare il c***” e presentarsi in Aula il prossimo lunedì, come se fossero pedine alle sue dipendenze.

    Non siamo più di fronte alle sbruffonate di un cialtrone sulla spiaggia con un Mojito in mano. Queste sono prove tecniche di regime. E, se può fare tutto questo, se può spingersi tanto in là, non è solo per i 10 milioni di italiani che lo applaudono, ma per i 50 che stanno zitti.

    Ogni nostro silenzio, ogni nostro arretramento, è un segnale di resa delle democrazia e delle istituzioni. È una tacca in più nella discesa verso l’abisso e un piccolo assaggio di quello che sarà. I campanelli d’allarme nella storia suonano sempre fortissimi, solo che non ci sono mai abbastanza orecchie ad ascoltarli.

    Lorenzo Tosa

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