Carlo Biancheri
La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole,
Col suo fascio dell’erba; e reca in mano
Un mazzolin di rose e di viole,
Onde, siccome suole,
Ornare ella si appresta
Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Sic il sommo poeta. Il nostro Signor Presidente del Consiglio si è voluta presentare come la donzelletta, tutta sorridente e solenne, con un abbigliamento talora di colori un po’ chiassosi, nel suo incarico storico di Presidente, già contiguo, in anni passati, a Forza Nuova, noto gruppo di facinorosi.
Suscita tanta curiosità in quanto donna e, con tutto il rispetto per l’altro sesso a cui storicamente sono stati sottratti non di rado diritti e molte opportunità, a noi che sia uomo o donna non ce ne cale: ciò che conta è che sappia fare e faccia bene.
Ahimè, gli inizi non paiono propriamente brillanti.
Il suo governo sembra piuttosto formato da un gruppo di apprendisti, storditi da un imbonitore e cioè il Ministro del bar Sport di Milano Rogoredo o dai proclami di Tutankhamon che di tanto in tanto fa sapere di esserci e che ha un programma, mentre i dilettanti all’opera non paiono disporre di un disegno preciso, di una direzione che non sia quella di durare.
Il giornalista della cronaca romana de Il tempo, divenuto parlamentare forzaitaliota e poi Presidente del Parlamento europeo, grazie alle alternanze tra i gruppi e alla combine di quel tedesco spregiudicato, Weber, espressione di un tempo Merkelliano che non ci stancheremo di criticare, è ormai Ministro degli Affari Esteri. Vasta esperienza, si dice, ma scarsa presa, ci appare, in sede internazionale.
Abbiamo cominciato col decreto in materia dei raduni degli squinternati (rave), scritto con i piedi e che dovrà esser corretto in Parlamento, per diretta ammissione dei fratelli di non si sa bene chi… per proseguire con la questione migranti-Ong nel quale il Signor Presidente si è distinta, per l’ansia da prestazione, a bruciare il Presidente dell’Esagono con una profusione di ringraziamenti prima che quest’ultimo sistemasse la questione in casa propria. Da qui una tensione elettrica cui si è risposto con argomenti del tipo: non riceviamo lezioni da nessuno e voi guardate cosa fate a Ventimiglia: non c’è verso, mal comune mezzo gaudio è la norma normans e cioè quella fondamentale per molti nostri praticanti della politica i quali dimenticano che, nella lingua iberica, si dice, invece, che è un rimedio da cretini.
Era pronta la donzelletta in campagna elettorale ma ci sembra che l’intreccio si infittisca… e così le promesse si realizzeranno nell’arco di ben cinque anni e non subito: se ne deduce che il bengodi annunciato non arriva, mancano i quattrini, quelli stessi che dall’opposizione la donzelletta sosteneva che ce li dovesse dare l’Europa e il governo era inetto perché doveva sbattere i pugni sul tavolo per farsi valere. Già ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… e, infatti, i pugni sono rimasti in tasca e si predica prudenza perché altrimenti i mercati ci infilzano. Oh! Che bella scoperta dell’America!
La legge finanziaria è una ‘manovra coraggiosa e giusta’. Caspita! Ma… chi si loda si imbroda…e ‘giusto’ è un giudizio di valore e di conseguenza soggettivo… o, invece, lor Signori hanno la Verità in tasca? E la manovra è tanto giusta giacché per finanziare la pensione dei 48.000 che potrebbero andarci in via anticipata e cioè senza applicare la legge Fornero, si fa cassa con i pensionati che percepiscono oltre i 2000 Euro: dei nababbi, si intende. L’amato Manzoni scriveva che i colpi cascano sempre all’ingiù, in effetti i pensionati sono vecchi e non sono ben attrezzati a difendersi e quindi il maestro di morale Giorgetti non ha dubbi che ciò sia buono e giusto anche se si introduce, così, una nuova categoria di contribuenti e cioè quelli da tosare come pecore, in spregio al principio costituzionale di uguaglianza dei cittadini che dovrebbe rinviare alla fiscalità generale per il reperimento di risorse, magari gli evasori che girano in macchinoni ecc., non ad una categoria che è considerata di privilegiati: lo Stato ha fatto loro una promessa, a suo tempo, e ora tranquillamente la disattende. Pacta sunt servanda? Ma fatemi il piacere, la modernità non lo prevede: si fa e si disfa, ad libitum.
Ammettiamo pure che qualche misura sia ben studiata, specie gli sgravi fiscali per le assunzioni, per evitare gli abusi, tenuto conto dei pasticci del passato, ma nel complesso c’è davvero poco. Eh… ma le bollette, il costo dell’energia. Nulla di strutturale, roba da piccolo cabotaggio, elaborato a Varese, anzi Cazzago… e questi dovrebbero portare la voce italica nei consessi internazionali? Al massimo faranno come il Cavour che mandò il piccolo manipolo di soldati nella guerra di Crimea per sedersi, come imbucato…, al tavolo di quelli che contano.
Noi siamo nel G7 solo perché i 50 stati degli USA sono tutti insieme, altrimenti… Almeno ci fosse un superesperto come nel governo precedente: gli esperti attuali più che altro conoscono la coda alla vaccinara.
Il reddito di cittadinanza è un corpo contundente che il Vis-Conte dimezzato, erede del partito di Scientology, afferra per i suoi clientes ma vedremo se la donzelletta sarà capace di aiutare in modo efficace con un reddito di inclusione chi versa in condizioni di povertà.
Sulla Pubblica Amministrazione non si muove foglia eppure non funziona, la Sanità, beh… lasciamo perdere…
Dovremmo continuare cinque anni così?
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