Carlo Biancheri
E l’essere
buono consiste nel possedere le virtù…
Chi l’ha
detto? Un baciapile, come si diceva un tempo? Purtroppo
nell’analfabetismo del tipo 4.0 che caratterizza la nostra epoca, pochi
sanno che chi l’ha scritto è Aristotele, vissuto nel IV secolo a. C.,
all’inizio della Grande Etica.
Marx aveva
un gran rispetto per Aristotele, anche se il marxismo-leninismo in morale
sgancia i fini dai mezzi e Lenin teorizza che qualsiasi mezzo è lecito pur di
conquistare il potere, con i risultati che la storia ha ampiamente
mostrato… in quanto, contrariamente a quel che lui pensava, i mezzi
adoperati pre-giudicano il fine che si vuole raggiungere…, lo precostituiscono,
con buona pace del Machiavelli…
Se guardiamo
ai politici che ci assicurano di voler cambiare l’Italia –chi glielo ha
chiesto? In democrazia si fanno programmi che si sottopongono al voto non si
prefigura uno Stato etico, cioè voler cambiare le persone, come sembrano volere
quei due della setta, e cioè il giovine Di Maio e il Casaleggio figlio oppure
il Salvini o la sorella dell’Italia fascista, Meloni – dove stanno i buoni?
Sempre per
Aristotele la virtù è, tra l’altro, praticare la giustizia. E praticano forse
la giustizia quelli della setta, scaricati dal comico in disarmo con tempistica
perfetta? Cosa c’è di giusto nel ricalcolare tutte le pensioni in essere, fissando
per le minime cifre insostenibili per il sistema? Cosa c’è di giusto nello
stabilire un reddito di cittadinanza che uno Stato indebitato come il nostro
non si può permettere? Cosa c’è di giusto nel promettere che si rivedrà il
Trattato di Dublino sulla destinazione dei migranti di primo sbarco, approvato
dallo sciagurato governo Berlusconi, duce il Frattini che rispunta, non si
capisce come(…), ad ogni pie’ sospinto, senza indicare come si farà ad ottenere
la maggioranza richiesta nel Consiglio Europeo o in Parlamento? Cosa c’è di
giusto nell’annunciare la riduzione drastica della disoccupazione giovanile con
investimenti in innovazione tecnologica ad alto moltiplicatore occupazionale,
riducendo nel contempo le tasse su imprese e lavoro, senza indicare con quali
risorse? Cosa c’è di giusto nel contestare il PIL come criterio di
valutazione dell’andamento economico di un paese, chiamando un economista ,
proveniente dal Sud Africa di Zuma, senza saper sostituire altri
indicatori sufficientemente affidabili? Cosa c’è di giusto nel ventilare
un’Europa senza austerità, prospettando un’alleanza (il famoso Club Med di
altri tempi…) tra i paesi del Sud Europa che è di là da venire, specie se si
afferma gente come loro? Cosa c’è di giusto nel cambiare le regole in continuazione
nel movimento, annunciare oscure competizioni per i candidati, tutte
contestate, mancare di trasparenza ed affidarsi all’insindacabile giudizio di
una persona, di un guru/garante? Questa non è virtù, è menzogna e manipolazione
dei deboli.
E cosa c’è
di giusto nel riproporre un programma politico mai realizzato come quello del
famoso Cavaliere anfitrione delle cene eleganti? Si ricorda che si è dovuto
dimettere in tutta fretta perché il paese affondava? Un complotto politico
internazionale? Ma quando uno si avventura in certe acque deve pur prendere
contezza della realtà oppure no? Oppure si comporta come la Raggi che,
poveretta, ha ereditato una situazione tremenda a cui – pazientate…- sta
mettendo mano…, anche senza l’aiuto di Marra? Non lo sapeva quando si è
presentata com’era la situazione della città? È così sprovveduta?
È giusto,
come fà il Salvini, sfruttare una situazione di emergenza come una migrazione
epocale per seminare zizzania? È forse giusto negare l’uscita dall’Euro, come
propone la sua amica Le Pen, quando invece ci si prefigge fin d’ora di mettersi
in rotta di collisione con l’Europa, annunciando che non si rispetteranno
unilateralmente i limiti decisi da ventotto Stati membri? Vuole fare comunella
con Putin lo zar di un paese la cui economia è a dir poco problematica? È
giusto che, dopo aver aizzato alla disobbedienza delle regole europee i
produttori di latte, ora dica che a Bruxelles sono degli aguzzini in
relazione alla condanna giusta dell’Italia per la frode sulle quote
latte? È giusto disinteressarsi del tutto del bene del paese che sta uscendo da
una crisi epocale per motivi di propaganda elettorale da trivio?
È giusto che
certi giornalisti e giornali, ad incominciare da Il fatto quotidiano, La 7, Il
Corriere della Sera, tacciano su tutto questo, per non parlare dei
professionisti della sinistra cosiddetta intellettuale? Facciamo grazia agli
esperti di bocciofila della bassa modenese che continuano a dichiarare che
vogliono conoscere gli argomenti degli esponenti della setta… e che propongono
la ristrutturazione del debito italiano (Fassina), aprendo scenari
all’Argentina. Resta il fatto che è mentire al Paese proporre qualcosa che non
si realizzerà e lasciarsi guidare dall’intemperanza, come direbbe Aristotele,
nel fare di tutto per far perdere il partito da cui sono usciti. L’alternativa
qual è?
Errare
humanum est sed perseverare diabolicum.
«È dunque intorno al bene che dobbiamo parlare e non intorno al bene
generale ma intorno a ciò che è bene per noi», così Aristotele nella Grande Etica
(cap I).
E questi
parlano del bene per noi?
Si parla di un'alleanza del PD con Mdp per raccattare qualche voto nei collegi; sarebbe un biglietto senza ritorno per un viaggio nel passato e il tradimento del progetto di rinnovamento liberal-democratico del PD portato avanti con fatica da Renzi. Sarebbe la resa a D'Alema, Bersani, Speranza: personaggi che hanno lavorato, lavorano e lavoreranno per sconfiggere qualsiasi istanza di rinnovamento di questo Paese. Altro che rottamazione e progetti di rinnovamento: saremmo di fronte a un PD che, senza più una strategia politica, si affida al vecchio rottame della "gioiosa macchina da guerra" in nome di una difesa del Paese dai populismi che non importa a nessuno. I cittadini non vogliono un partito che li difenda dal populismo: vogliono una politica di risposte concrete a problemi reali. Per tutti coloro che hanno creduto e credono nel progetto di un partito innovativo, postideologico e in grado di confrontarsi con i problemi reali del Paese, un PD che fa rotta con D'Alema e Bersani verso il profondo Novecento è la fine del PD come partito in grado di accogliere la sfida dell’innovazione e governare il futuro.
RispondiEliminaCapiamo quel che scrive.
EliminaCertamente non c’è da brindare se si stabilisce un accordo con i Bersani, D’Alema e Speranza le cui proposte politiche sono davvero slogans o poco più e soprattutto provengono da un universo mitico di un collettivismo gioioso che non è mai esistito e che, invece, ha creato macerie umane;lo sappiamo bene perché io sono vissuto in Bulgaria un anno ed era il paese più vicino all’URSS…
Tant’è il provincialismo dello stivale è micidiale.
Non condividiamo, tuttavia, la tesi della necessità di un partito innovativo e post-ideologico. L’ideologia è una cosa e l’ideologismo ne è la degenerazione. Come unirsi senza un sistema di riferimento di valori?Col puro pragmatismo? Facciamo un esempio.Alcune delle leggi approvate in questa legislatura sono mal fatte e superficiali come quelle sui cosiddetti diritti civili… redatte da gente imprudente e quanto a cultura...Le leggi hanno conseguenze sul comportamento collettivo e innescano processi comportamentali che non portano, a volte, ad una crescita umana, a nostro debol parere.
Governare il futuro è vivere il presente con valori che consentano una speranza… non cavalcare le ultime novità di successo (transeunte).Stiamo attenti:nel Seicento credevano tutti all’astrologia,anche i colti…,e, come scrive l’amato Manzoni,il Cardano aveva pubblicato un libro fondamentale sulle ‘domificazioni’… Cosa è rimasto oggi?
Certo che la situazione politica è ogni giorno più deprimente, anche solo a sentire quel poco che ci dicono i tg che senz’altro manipolano tutto... Comunque si capisce che, altro che bene, virtù e altri alti concetti proposti da Aristotele!! All’interno dei partiti è tutto uno sgomitare, anzi magari una lotta a coltello, per aggiudicarsi le posizioni più sicure per essere eletti in parlamento, perché, altro che bene comune, risanamento del paese, cambiamenti di qua o di là, pensano tutti al “particulare loro”, come Cinquecento anni fa. E allora serve andare a votare? e per chi?
RispondiEliminaNo, no, serve andare a votare, specie in un momento in cui gli italiani votanti (una minoranza?) ascoltano le sciocchezze che ogni giorno propinano un giovincello, come Di Maio, e i suoi compari e comari che porterebbero sicuramente il paese allo sfascio. Poi ci sarà la resipiscenza, come accaduto con i meravigliosi sindaci Raggi, Appendino e il livornese rinviato a giudizio – anzi tutti e tre rinviati a giudizio- ma sarà tardi. Non dissimile è il discorso sull’aggressivo Salvini che non propone nulla di sensato: recupera come ‘economista’ uno che è stato il responsabile per l’Italia di Deutsche Bank, il che non vuol dire affatto essere un economista. Anzi la Banca, piena di derivati, è stata gestita in certi periodi in modo avventuroso, imbarcando persone che sostenevano teorie improbabili. Bancario non è sinonimo di economista… ma, alla scuola dei gonzi, tutto fa brodo.
EliminaPer noi, come insegna Aristotele, occorre scegliere il male minore e in questo deserto il Gentiloni e Padoan sono stelle di prima grandezza: per lo meno sanno esprimere un concetto e non blaterare scemenze in continuazione.
Diffidiamo degli italiani: hanno sostenuto per vent’anni Mussolini…
No, guardi, Biancheri, andare a votare serve poco, perché intanto la vita del nostro paese dipende quasi del tutto dall’esterno per quanto riguarda l’economia, la finanza, ecc. ecc., dipende dall’Europa e da poteri forti internazionali di cui qui da noi la longa manus sono la Bonino, che deve stare sempre in pista, ora anche con l’ex fascista di Fini Della Vedova, convertito a non so cosa..., e magari anche il papa che si accoda alla politica migrazionista di Soros. L’autonomia qui in Italia ce l’abbiamo solo per fare delle leggi di poca importanza, come le unioni civili, il testamento biologico, ecc. ecc.
RispondiEliminaRagionamenti come il suo mi ricordano Grillo e la sua setta. Che prove ha lei sui poteri occulti e soprattutto che esperienza ha dei grandi investimenti e delle relazioni internazionali per fare affermazioni di questo tipo? O che il papa si accodi a Soros? Purtroppo la politica è scesa a livelli bassissimi perché la discussione verte su queste dietrologie che - abbiamo cercato di spiegarlo altrove - sono vere e proprie fughe dalla realtà.
EliminaCi sono costrizioni perché chi dispone di grandi capitali vuole esser certo di non perdere i propri soldi e quindi detta le condizioni per investire. Analogo discorso vale per la difesa che ci sembrava garantita per sempre dall’ombrello Nato e non è più così. Ciò detto, esiste uno spazio grandissimo per fare una cosa oppure l’altra e la scelta può cambiare anche sostanzialmente le vita della gente, ma moltissimo dipende dalle persone e dai valori di riferimento…
I partiti avevano appunto un senso quando esprimevano delle ideologie fortemente contrapposte, ora sono solo più dei raggruppamenti di potere che cercano di accaparrarsi i nostri voti illudendoci e promettendo cose che poi non potranno realizzare.
RispondiEliminaPuò darsi, ma questa non è una buona ragione per affidare il paese, la vita di tutti noi, a sconsiderati che dichiarano che nelle loro liste ci sono le ‘eccellenze’- oste il vino è buono?- scelte liberamente dalla gente (!) diversamente da tutti gli altri che sono impuri. Non lo sanno, perché incolti, ma questo si chiama manicheismo.
EliminaFurbo Renzi a mettersi contro la minoranza dem di Orlando per le candidature! Per candidare poi una come la Paita in Liguria: altro che la squadra migliore! Quella è la squadra dei “suoi”. Con il rischio che molti nel segreto dell’urna votino per LeU di Grasso e che magari si uniscano a loro dopo le elezioni e che così il PD di Renzi si squagli! Bravo! Vuol diventare il rottamatore di se stesso?
RispondiEliminaSe voteranno LeU faranno come il marito che per fare un dispetto alla moglie… Oppure realizzeranno il capolavoro della Liguria: Toti, capo della regione e un sindaco in mano ai leghisti al Comune! Non c’è male…
EliminaChe i partiti non vivano più sulle ideologie è vero, però vorrei fare una considerazione. Molte persone sono rimaste attaccate al marxismo (e sarebbe stato meglio di no) fino ad arrivare a LeU, mentre alla visione di pensiero che sorreggeva la DC praticamente non è rimasto fedele nessuno, eppure era il pensiero sociale della Chiesa, era una riflessione politica di lunga data e profonda elaborazione che affondava le sue radici nel pensiero di Tommaso d’Aquino, riportato alla ribalta europea da pensatori come Jacques Maritain ed Emmanuel Mounier, eppure alle prime avvisaglie di difficoltà tutti se ne sono andati, cercando di salire sul carro di chi sembrava poter vincere, a cominciare da quello di Berlusconi... Mi pare che sia un’analisi storico-politica che meriterebbe di essere fatta.
RispondiEliminaQuel che scrive è assolutamente corretto. Ma si può fare veramente a meno dell' ideologia - non intesa in senso marxiano dove tutto ciò che non attiene alla struttura e cioè all' economia è sovrastruttura e cioè ideologia - come insieme di valori? Per esempio, l'ideologia della setta è 'faccio quello che mi pare', reintroduciamo la pena di morte (Giarrusso), consultiamo la gente ma decide il capo..., il piacere eletto a diritto ..., gli immigrati hanno minori diritti di noi e via discorrendo. Tutto ciò sottintende un'ideologia... squallida.
EliminaA mio giudizio, la diaspora dei cattolici, dopo la vicenda di Mani Pulite, è stata la rovina della politica italiana. Dovremmo chiederci se di questo fatto abbia responsabilità anche la Chiesa.
EliminaChieda pure al Ruini e a CL che hanno fatto disastri..
EliminaMi pare che ora abbiamo la conferma di quanto lei va sempre dicendo, cioè che in Europa non ci tengono molto in conto, come dimostra la vicenda dell’Agenzia del Farmaco. Come si fa a mettere sullo stesso piano Amsterdam, che deve ancora iniziare a costruire la sede, con Milano che ha il Pirellone già pronto, e poi estrarre a sorte tra le due città?
RispondiEliminaCome sempre, in questo paese scopriamo la realtà di fronte allo smacco. Così nella ritirata di Russia abbiamo scoperto che gli scarponi erano di cartone. Mai si prevede prima. Mandiamo a negoziare gente con molta spocchia ed incapace di stabilire solidarietà. Noi vogliamo esser considerati come Francia e Germania, ma non lo siamo e paradossalmente la Spagna è più considerata di noi... Finché non si capirà che l'Italia ha tutto l'interesse a stabilire nel tempo rapporti con Romania e Bulgaria e Grecia più che con Slovenia e Croazia, che dipendono dai tedeschi, non andremo da nessuna parte. Poi Rajoy non ci considera affatto, perché parla diŕettamente alla Merkel e anche il Portogallo non è acquisito... I francesi ci considerano solo se conviene loro. Questo il quadro.
EliminaDare tutta la responsabilità e la colpa a Ruini e a CL mi sembra semplicistico e riduttivo. La colpa è di molti che, temendo soprattutto di perdere il posto in parlamento o altrove, hanno svenduto il capitale di valori che i cattolici avevano. Una parte ha svenduto i valori di solidarietà sociale e di comportamento morale a Berlusconi e alla sua banda, un’altra parte ha svenduto i valori della persona e della famiglia alla sinistra (parola ora impronunciabile, non più presente in nessun simbolo elettorale!) per mantenere la solidarietà sociale con l’accoglienza ai migranti. L’importante sarebbe saper (o aver saputo) tenere insieme le due facce del cattolicesimo.
RispondiEliminaCapisco che non concordi, ma Ruini, sotto il pontificato di papa Woityla, ha buttato all’aria tutta la tradizione forte maritainiana, privilegiando il caos di CL con Giussani che voleva mettere insieme tutto in un dialogo con la modernità, portato avanti da incompetenti. In realtà Milano era tributaria di Bontadini che non è mai stato condannato solo perché protetto da quel prepotente del francescano Gemelli. Bontadini che, come la Vanni Rovighi, si volevano tomisti, interpretano san Tommaso in chiave platonico / idealistica: san Tommaso ed Hegel,una follia che ha generato una pletora di chiaccheroni del nulla, nonché Severino che di Bontadini è stato allievo. Se lei guarda i programmi della facoltà teologica del Nord –Italia, trova simili sciocchezze insegnate ai pochi che vogliono farsi prete. Come al solito in Italia regna lo strapaese; i teologi guardano alla Germania, a Tubinga, ma, non avendo mai fatto filosofia seriamente, se non sulla fenomenologia, non hanno capito che la soggettività è arrivata al capolinea e i francesi che sono più attenti, se non intelligenti, pubblicano ormai libri programmatici dal titolo: "Après Wittgenstein Saint Thomas…"(Pouivet).
RispondiEliminaRuini,teologicamente inesistente, ha fatto politica e ha sostenuto vergognosamente Berlusconi, rendendo silente la Chiesa italiana. Peggio: si è avventurato a definire cosa sia vita, stravolgendo la nozione di natura umana, in contrasto con l’insegnamento di Pio XII (ci riferiamo al famoso discorso agli anestesisti cattolici).
A nostro debol parere, l’umanesimo integrale di Maritain resta una prospettiva interessante, anche se noi crediamo che vadano ripresi seriamente filosofi come Aristotele, non superato per molti versi, specie dal cosiddetto pensiero critico che ci ha svegliati dal sonno dogmatico e che non lo conosceva.
Cos’è l’umanesimo integrale?
RispondiEliminaUmanesimo integrale è il titolo di un libro di Jacques Maritain pubblicato nel 1936 in cui sono raccolte sei lezioni tenute nel 1934 presso l'Università di Santander attraverso le quali il filosofo francese delinea l'ideale storico di una nuova cristianità e di un nuovo umanesimo, in cui tutto ciò che è pienamente umano è cristiano e che nello stesso tempo si pone come alternativo da una parte al marxismo, al liberalismo e al fascismo, ma dall'altra anche alla visione della cristianità teocratica medievale.
EliminaE’ un libro molto importante la cui lettura è vivamente consigliata.