domenica 8 agosto 2021

PERCHE' A ROMA VOTARE CALENDA

 Carlo Biancheri


È il solo tra i candidati in grado di metter mano al disastro provocato dalla sindaca 5S.
Roma è in condizioni pietose, nemmeno quando era gestita da giunte contigue al malaffare si era arrivati a tanto.
Non sono soltanto l’incapacità, la mancanza di visione, le persone incompetenti scelte sulla base dell’appartenenza, la continua affabulazione, le promesse non mantenute miranti a nascondere il reale: un disastro nello smaltimento rifiuti –non ci sono impianti né si vogliono costruire;
tutto va in discariche piene o si mandano i camion carichi di spazzatura all’estero a costi esorbitanti con grave danno ecologico e tasse notevoli per i residenti-;
un’amministrazione comunale fatiscente che non è in grado di fornire i servizi essenziali in tempi ragionevoli, dal rilascio delle carte d’identità ai servizi cimiteriali; il trasporto pubblico è famoso nel mondo per gli autobus flambeau che prendono fuoco in pieno centro storico ed ancor ora a regime il servizio è pessimo, i conti della società partecipata che gestisce i trasporti sono in perdita anche perché molti utenti non pagano il biglietto e nessuno controlla malgrado gli annunci. La metropolitana si ferma spesso e le stazioni sono degradate;
la viabilità è da terzo mondo nonostante il maquillage per allocchi di questi ultimi tempi mentre il verde pubblico assomiglia alla brousse africana e gli alberi cascano su persone e cose;
i marciapiedi sono dissestati;
il rifiuto delle Olimpiadi è la prova provata del fatto che la sindaca ed i suoi amici, reputando che ogni investimento sia occasione di malaffare, hanno condannato la città all’inedia;
la partecipata ACEA ha pensato bene di far bere ai residenti l’acqua del biondo Tevere invece di 
riparare le perdite della rete pari al 40% e con la siccità si è arrivati anche al razionamento;
le periferie sono abbandonate alla loro sorte come se non si potesse migliorare la qualità di vita;
il famoso stadio della Roma è in discussione da anni, purtroppo senza esito;
il Comune ha perdite stellari nel patrimonio immobiliare, non interamente censito, e peraltro l’Amministrazione non pare che abbia a cuore l’edilizia popolare dotando le nuove aree di servizi idonei, meglio parlare di teleferica…;e potremmo continuare, per esempio, citando il numero degli assessori sostituiti nella sindacatura dalla Raggi ma si ha come l’impressione che oltre all’improvvisazione di una donna che scriveva: sta per piovere, preparate i canotti, salvo trattare le vere 
inondazioni di questi ultimi anni come ordinaria amministrazione, ci sia come un’autoreferenzialità psicologica che la lascia indifferente dinanzi alla prova provata del suo fallimento.
A sua discolpa va detto che questo è lo stile della setta 5S che preferisce raccontare che prendere atto della realtà ed operare con assennatezza e ha trovato un campione nell’Avvocato del popolo, ancora non iscritto al Movimento sebbene lo presieda (!), che, in quanto a chiacchiere, batte ogni record mondiale. E le chiacchiere sono a svantaggio del paese quando fa di tutto per ostacolare Draghi, prendendo a pretesto la riforma della giustizia o le mirabili cosiddette riforme fallimentari di un governo di dilettanti da lui presieduto: anzi due, entrambi pessimi.
Votare Raggi significherebbe essere dei masochisti.
Non va meglio col Pd romano, guidato dai guru dalemiani, strettamente rispettosi della disciplina di partito e dei gruppi storici romani su cui si appoggiano.
Non hanno assolutamente dato una svolta alla città nei loro governi e i 5S che criticano adesso, il giorno dopo l’elezione saranno i loro alleati perché la gente va guidata e loro si sentono deputati a farlo.
Hanno scelto un professore di Storia che aveva presieduto nel Parlamento Europeo il Comitato Econ: chi presiede non è necessariamente un economista perché dà la parola e svolge sostanzialmente un ruolo politico/burocratico. Come Ministro dell’Economia non passerà alla Storia, anzi sembra che ci fossero difficoltà a discutere con lui di argomenti tecnici…
Sono alla ricerca di un volto cattolico ufficiale per tenere i rapporti col Vaticano in vista del Giubileo del 2025 ma si tratta di uno specchietto per le allodole. Nello sviluppo di Roma il Pd non ha idee forti, sebbene la capitale d’Italia lo richiederebbe e la linea è sempre quella della gestione dell’ordinario, cioè mera gestione del potere, al di là delle dichiarazioni. Le truppe cammellate possono fare proseliti ed ingannare ancora una volta ma in tal caso non ci sarebbe alcun cambiamento per i mali della città.
Quanto alla destra nera di Michetti beh… il programma è quello degli antichi Romani, degli acquedotti che erano tanto belli che non è propriamente quello che occorre nell’era dei computer.
Resta Calenda che è il solo che sia in grado di cercare di gestire una macchina immensa, indebitata, con società partecipate indisciplinate e avendo bene operato come Ministro dello Sviluppo Economico e prima in Confindustria, con vasta esperienza internazionale non è privo di competenza e di passione politica per affrontare i problemi della sua città con decisione e senza appartenenze.
Lo capiranno i votanti che è nel loro interesse sostenerlo?



20 commenti:

  1. Calenda sarà come dice lei molto bravo, ma ha un grosso limite: è un
    uomo solo al comando di un partito inesistente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lei pensa che ci sia un'alternativa migliore? Qualcuno che abbia il coraggio e le capacità di affrontare problemi come quelli di Roma?

      Elimina
  2. Il vero problema della politica oggi in Italia non sono tanto i leader
    quanto la disaffezione sempre più diffusa nei suoi confronti da parte della
    gente. Dopo l'ubriacatura di mal riposta fiducia nei 5Stelle ora la
    sensazione diffusa è che allo status quo non ci siano alternative: ci si
    lascia traghettare da Draghi, anche se non si sa bene dove...



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lei ha ragione, disaffezione diffusa...ma è un atteggiamento errato; per
      quanto la politica non consenta facilmente l'accesso di voci diverse da
      quelli esistenti,la vita continua e ad ogni istante bisogna valutare, hic et
      nunc, come operare,in ipotesi,anche sotto una dittatura proprio per tutelare
      la vita,le persone.
      Il sostegno ai 5S è stato un atteggiamento manicheo:tutto è male e perciò
      proviamo con questi... Si è visto l'esito:stiamo peggio di prima.
      Quanto a Draghi sta cercando di far funzionare uno Stato che è in una
      situazione ingovernabile in certi settori.Mi fanno ridere i ragazzetti
      radicalizzati che propongono un maggior peso dello Stato ignorando che è
      dato in appalto a gruppi autoreferenziali: dai privati ai boiardi,per
      intenderci.

      Elimina
  3. Votare Calenda è sprecare il voto, perché non ce la farà neanche ad
    arrivare al ballottaggio, in quanto è molto probabile che esista un
    patto tra PD e M5S per portare avanti Gualtieri e poi farlo vincere al
    ballottaggio con l'appoggio dei 5S, così lui lascerebbe libero un seggio
    in parlamento e potrebbero metterci Conte e nello stesso tempo i 5S si
    toglierebbero dai piedi la Raggi, il che non sarebbe male!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nessuno spreco se si vuole spezzare la stupida strategia dell'abbraccio con i 5S.
      Lei fa considerazioni di tattica mentre occorre una strategia a lungo raggio per por mano in modo serio ai problemi del paese. Il primo obiettivo deve essere di liberarsi dai cialtroni, inclusi i finti ingenui del Pd che compaiono in tv dicendo cose sensate e tacendo sullo sfacelo del quotidiano della pubblica amministrazione, sulle leggi fatte in base ai sondaggi o alle mediazioni con forze politiche portatrici di un'ideologia miserabile, sinistra inclusa. Bisogna sostenere chi parla di problemi reali e propone soluzioni, non appoggiare figuranti alla Gualtieri sempre sorridenti ed incapaci di analisi e proposte sensate, tuttavia lesti ad allearsi con personaggi alla Gianni Letta! Il cammino non sarà breve perché il tessuto umano italico è decaduto insieme alla scuola, da molto tempo...

      Elimina
  4. Ma perché gli americani hanno lasciato l'Afganistan, esponendo la
    popolazione a gravi rischi e tutti noi al pericolo di una ripresa di
    attentati?


    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è una costante degli ultimi tre presidenti USA verso il ritorno ad una sorta di isolazionismo, salvo la tutela degli interessi statunitensi ovunque si trovino...; il 70% degli americani appoggia il ritiro... L'Europa potrebbe svolgere un ruolo nel vuoto di leadership mondiale e nello svuotamento delle intese multilaterali ma non c'è coesione tra gli Stati membri .Così si aprono spazi per potenze regionali (Russia, Turchia) o per regimi come Cina o localmente l'India. Vedremo gli sviluppi.

      Elimina
  5. Non possiamo lasciare le donne e i bambini afghani in mano ai talebani
    che uccideranno tutti quelli che vorranno: dobbiamo mobilitarci in tutto
    l'Occidente. E' un dovere morale.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che c'è un dovere dell'Occidente nei confronti degli uomini e delle donne afghane che si oppongono ai talebani, portatori di un'ideologia di sopraffazione e di violenza contro le donne e di annientamento della cultura. Il fatto che nella loro prima dichiarazione abbiano promesso tolleranza non ci convince pienamente, non vorremmo fosse solo propaganda...
      Purtroppo gli Usa, come ha evidenziato Biden nella sua conferenza stampa, non intendono più esportare quei principi su cui si fonda la democrazia americana, soprattutto intervenendo con le armi. Per loro la "democratizzazione" del paese non era in agenda, tanto meno tutelare i diritti umani. Nello stesso tempo gli USA vogliono contenere i costi delle spese militari e nello stesso tempo creare problemi per la Cina e la Russia.
      Purtroppo né loro, né noi abbiamo saputo creare una coscienza che desse il coraggio della libertà e della democrazia al popolo afghano: è stata soprattutto una sconfitta culturale, più che militare.

      Come al solito, la politica guarda agli equilibri internazionali e al tornaconto nazionale, disinteressandosi delle persone.

      Elimina
  6. E così in vent'anni di impegno in Afganistan si sono sprecati un
    trilione di dollari americani e 37 miliardi di sterline inglesi senza
    concludere nulla!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Errori ne sono stati fatti a cominciare dal fatto che gli americani hanno difficoltà a comprendere contesti culturali diversi dal loro. Tuttavia nella Storia tutti gli imperi si sono infranti in Afganistan e ciò ha dell'incredibile. Una cosa è certa: con questi talebani ci saranno problemi non solo per le vittime nel loro paese ma anche per noi.

      Elimina
  7. Il dibattitto che c'è stato nei giorni scorsi, in ambito politico e
    giornalistico, sul fatto se sia possibile esportare la democrazia mi sembra
    molto interessante a livello teorico. Per quanto riguarda l'Afghanistan è
    evidente che la maggioranza non considera un valore la democrazia, quelli
    che la sosterrebbero sono minoranze occidentalizzate con scarso seguito nel
    paese. Un paese, peraltro, la cui economia si regge sull'illegalità della
    produzione e commercializzazione dell'oppio, per cui esiste una rete di
    connivenze di sostegno interne a cui probabilmente aderiscono anche i
    militari che, pur dopo 20 anni di formazione dall'Occidente, nulla hanno
    fatto per fronteggiare i talebani, ma nemmeno per trattenere il presidente
    muggitivo con un ingente patromonio di Stato in dollari...



    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come ha spiegato bene Cerasa oggi su "Il foglio", siamo interdipendenti con la globalizzazione e con la facilità dei mezzi di comunicazione.
      Non ci si può sigillare come vorrebbero certi leader centroeuropei parafascisti: ci provano e neppure loro ci riescono.
      Molti dimenticano cosa sia stata la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo delle Nazioni Unite dopo la seconda guerra mondiale che è alla base della convivenza civile, anche se oggi contestata in modo surretizio da quei Paesi
      che allora non vi avevano partecipato e che vogliono conservare prassi disumane, cioè barbare. Non a caso è stata creata, poi, la Corte Penale Internazionale per sanzionare, tra l'altro, il genocidio.
      Se uno Stato ospita Al Qaeda, come è il caso dell'Afganistan dei Talebani, o emissari di Boko Aram, questo riguarda tutti, perché si tratta di violenti da cui dobbiamo difenderci. Tutti gli Stati oggi debbono prevedere un minimo sindacale: non si riesce ad imporlo alla dittatura cinese per i diritti umani, almeno impediamo che dilaghi il terrorismo.
      Ciò detto, i nostri imbecilli nazionali, ivi compresi diversi giornalisti chiacchieroni ed ignoranti dei talk show, trovano che il Mullah Omar, il terrorista della motocicletta, era un moderno Che Guevara e l'ineffabile segretaria di LEU ammonisce Draghi a non farsi guidare da 'scelte economiche' nella questione afgana! Ma quali scelte economiche? Qual è l'interscambio tra Italia e Afganistan? Ma questi eletti in Parlamento pensano prima di parlare?

      Elimina
  8. Quanto sta succedendo in Afghanistan non è di per sé dovuto agli errori
    di una qualche amministrazione nazionale (nel caso specifico quella
    USA), ma rivela un limite di fondo nelle strutture dell'ordine
    internazionale e delle sue relazioni con gli stati che lo governano. Per
    questo vanno riviste le logiche che governano l'ordine internazionale e
    i compiti che gli Stati sono chiamati a svolgere per governarlo.

    RispondiElimina
  9. E' inutile che ogni anno si faccia il Giorno della Memoria per ricordare
    i morti nei lager nazisti e che si ripeta che si deve ricordare perché
    certe cose della storia non si ripetano più. Inutile retorica, vuota e
    falsa, se lasciamo che succedano cose come quelle che stanno avvenendo
    in Afghanistan. Intanto non si possono mica portare via tutti quelli che
    vogliono venire in Occidente e poi cosa ne facciamo quando li abbiamo
    tutti qui? Bisogna essere capaci di trovare un modo perché possano
    vivere tutti là tranquilli, senza creare dei privilegiati che vengono da
    noi.


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vasto programma, avrebbe detto De Gaulle.
      Non bisogna immaginarsi i rapporti internazionali come quelli tra associazioni benevole, la priorità è, ahimé, l'interesse nazionale.
      Diciamo che quel che emerge dal quadro contemporaneo con estremismi dilaganti è il vuoto di valori in cui credere.
      I cosiddetti nostri intellettuali ci hanno insegnato per decenni la bellezza della leggerezza dell'Essere, il pensiero debole che si rifà a Nietzsche o a Heidegger, i sentieri interrotti (Holtzwege) e il risultato è stato un individualismo sfrenato, la mancanza di solidarietà, il narcisismo, la solitudine, malgrado i raduni di massa.
      Né soccorre una Chiesa che dovrebbe predicare di non temere la morte ed il dolore e che invece rincorre il 'mondo', esprimendosi in modo cacofonico, senza che chi la guida sappia por mano alla babele di teorie che si vogliono di rottura con la Tradizione che è poi una delle fonti... Almeno nel Duecento c'erano Francesco piccolino e Domenico e Chiara e Tommaso ma adesso sono tutti tecnici che non sanno perché vivere... e quindi sono incapaci di stabilire rapporti umani con gli altri.

      Elimina
  10. Adesso si è covinto lei Biancheri che votare Calenda voleva dire
    sprecare il voto?


    RispondiElimina
    Risposte
    1. Niente affatto.
      Calenda da solo e attaccato a testa bassa da tutti ha ottenuto un buon risultato.
      Ha idee e un programma diversamente dagli altri che cercano primariamente di soddisfare clienti e mirano a gestire fino a sconfinare con lo Stato etico (bisogna cambiare la società italiana...) teorizzato da Hegel e appannaggio di fascisti e comunisti.
      Diversamente da quel che dice l'effimero Letta non si risolverà nulla in Italia con un'alternanza fatta di Pd/Scientology 5S (peraltro in via di estinzione al centro/nord) e destra perché manca la capacità di comprendere veramente i problemi del paese e di avere un programma concludente e soprattutto in grado di far crescere un paese dove non c'è lavoro per troppi, gli stipendi sono bassissimi e la PA è in stato fallimentare; il resto è chiacchiera.
      Mi preoccuperei dell'astensione che significa sfiducia dell'elettorato nei confronti di partiti inadeguati.

      Elimina
  11. Sì, ha ragione! Calenda non è andato niente male e si conferma un
    politico capace e saggio. Per fortuna ci siamo tolti dai piedi la Raggi
    (almeno speriamo che non riemerga da qualche altra parte!), che però, da
    sola non è mica andata poi tanto male... dopo tutte quelle che ha combinato!

    RispondiElimina